LUNGO LA VIA FRANCIGENA

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UN PERCORSO EVOCATIVO PIENO DI STORIA CON LA GUIDA DI STEFANO ARDITO. 

di Barbara Pignataro

Giornalista, scrittore, fotografo e documentarista classe 1954, Stefano Ardito è l’autore di “Guida alla Via Francigena da Sutri a Roma” attraverso il Parco di Veio. La Via Francigena che collega Canterbury con Roma richiede tre mesi di fatica ai camminatori che la seguono integralmente. Molti scelgono percorsi più brevi, e partono dalle Alpi, dalla Toscana o dal confine del Lazio.

In questa guida, realizzata per il Parco Regionale di Veio, Ardito descrive le ultime tre tappe ufficiali, da Sutri a Campagnano, alla Storta e a San Pietro. Intervista all’esperto. Dalle Dolomiti alla scalata del Gran Sasso, alle escursioni tra i sentieri del Lazio, ai cammini.

 

Questa non è certo la sua prima pubblicazione, come ha scelto il tratto da suggerire?
Ho cominciato a camminare e individuare itinerari nuovi (allora non si usava la parola cammini) 40 anni fa, per la rivista Airone. Nella vita ho fatto varie guide per sentieri nel Lazio, questa mi è stata chiesta dal presidente del parco di Veio, parla della Francigena ma parla inoltre della variante Cimino della Francigena che passa per Nepi. Ha il grosso vantaggio che la si può usare per fare una quattro giorni da Sutri a Roma, così come per delle camminate più brevi, di un giorno, insomma, usare parzialmente. Il bello a mio avviso è sapere che stai camminando in un percorso evocativo, pieno di storia. Sapere che sono passati centinaia di pellegrini prima di te, non è la stessa cosa che camminare in un qualunque altro sentiero.

É utile a chi si appresta per la prima volta a fare l’esperienza del cammino?
Credo che serva anche a chi è un veterano del Cammino in quanto siamo ogni giorno persone diverse e ogni passo che facciamo è sempre un passo diverso che facciamo dentro di noi.

Che vuol dire mettersi in cammino?
Da un punto di vista fisico è come fare l’escursione di un giorno in collina però il cammino indica un vero e proprio viaggio lungo un percorso che può essere breve, lungo e, come spesso accade, una frazione di un percorso lungo. La Francigena da Canterbury a Roma sono 80/90 giorni, però una larga fetta del pubblico la percorre una fetta alla volta.

Qual è la parte più suggestiva per lei?
La via Francigena dalla Val da Aosta arriva a Roma attraversando luoghi differenti, a me piace molto il Passo del Gran San Bernardo dove la Francigena entra appunto in Italia. Un valico a 4300 metri di quota, c’è l’ospizio medievale, c’è la strada romana scavata nella roccia, è un posto magnifico. È una tratta molto diversa da tutto il resto del percorso, grossomodo collinare. La parte più amata e frequentata invece, è quella delle colline toscane: Siena, San Giminiano. In realtà il tratto del Lazio, che si percorre in una settimana, ha tappe bellissime intorno a Sutri, ne parlo nella guida. Stupenda la tappa che va da Formello a Isola Farnese: una camminata meravigliosa ed accessibile a tutti. Sono camminate facili su sentieri comodi e ben segnati. Ovviamente ci vuole abitudine a camminare, ci vogliono un paio di scarpe con la suola scolpita, uno zaino e non una borsa a tracolla. Per chi non l’ha mai fatto, è pieno di associazioni che organizzano camminate di questo tipo.

Si avverte il passaggio di altre anime?
Si, lungo il percorso più o meno visibili ci sono tanti segni del passaggio: un castello semidistrutto, un fontanile monumentale. Spesso sono le pietre dei vecchi confini, lo sono i ponti! Se vai a fare la via Amerina, a nord di Nepi a un certo punto passi un ponte romano gigantesco. Il bello è che quando ci arrivi sopra non lo vedi e devi scendere nella campagna di lato per renderti conto di cosa hanno fatto nel passato.

Quanti passi ha fatto nella tua vita?
Non mi ha mai incuriosito, ho tanti ricordi in 40 anni. Perché devo aggiungere altri elementi che me li fanno pesare?

C’è ancora qualcosa da imparare?
Assolutamente sì, il cammino di Santiago è un mondo che conosco molto bene eppure i due giorni trascorsi a Santiago questa estate sono stati molto istruttivi. Il cammino è un viaggio dentro sé stessi.

Da percorrere in solitaria oppure in compagnia?
I manuali dicono che non si dovrebbe andare per sentieri da soli se ti succede qualcosa, io sono uno che va da solo tantissimo. La Francigena è un percorso frequentatissimo, dunque, si può andare soli in sicurezza. Sono due approcci differenti al viaggio, vanno provati entrambi per il piacere della condivisione, per percorrere un cammino interiore. Quando cammini da solo sei tu e ciò che ti circonda, l’attenzione è alta sul territorio. Non ti perdi nulla!

Stefano Ardito