Lugansk, Donetsk, Kherson, Zaporozhie oggi al voto per i referendum: oltre un centinaio di osservatori da tutto il mondo

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Delegazioni da oltre 40 Paesi 

Oltre un centinaio di persone, uomini e donne, da oltre 40 Paesi da oggi e fino al 27 settembre nelle terre di Lugansk, Donetsk,  Kherson, Zaporozhie, quali osservatori “non ufficiali” per i referendum con i quali le popolazioni decideranno se aderire alla Federazione Russa. Si tratta di giornalisti, imprenditori, esponenti di associazioni invitati dalle autorità competenti delle neo repubbliche quali osservatori delle operazioni referendarie. Giunte a Mosca di primo mattino da tutto il mondo le delegazioni si sono poi rimesse in viaggio  a bordo di un nuovo aereo. Sono le 8.30 quando si decolla alla volta dei luoghi da dove poi le delegazioni verranno condotte nei territori interessati. Si tratta di consultazioni referendarie al centro delle attenzioni di tutto il mondo nei territori contesi da Ucraina e Federazione Russa, in continuo stato di conflitto ormai da decenni.  Sull’aereo in volo un melting pot di lingue, delegazioni da tutto il mondo, persone che vogliono toccare con mano, vogliono essere testimoni diretti, vogliono essere al centro della storia. 

In ballo il principio di autodeterminazione dei popoli mentre sui media occidentali e dagli scranni dell’Assemblea plenaria delle Nazioni Unite si tacciano i referendum come un’arma brandita dalla Federazione Russa che potrebbe dare seguito ad una ulteriore escalation militare. 

A Mosca già di primo mattino è un gran fermento. Lungo quello che potrebbe essere considerato il grande raccordo anulare di Roma che circonda la capitale russa un forte traffico di pendolari in auto. Quattro corsie in una direzione, quattro nell’altra. In una direzione il traffico è notevole e per molti tratti il traffico è fermo. La grande arteria è costeggiata a tratti da boschi tra le quali molte betulle, a tratti da capannoni e grandi centri commerciali. C’è Ikea, c’è Renault, c’è Leroy Merlin. La globalizzazione abita anche qui. Imponenti e inquietanti le centrali elettriche alimentate a gas con i loro grandi camini che buttano fuori un fumo bianco che si mischia col grigio dell’alba moscovita. A guardarla da qui la Federazione Russa non sembra fiaccata dalle sanzioni internazionali ma appare come una grande nazione operosa. Non si rileva l’eco del conflitto con l’Ucraina. Ma oggi nei territori sono giorni di voto. Sarà un voto utile a portare la pace? Sarà un voto corretto? I seggi sono stati aperti alle 9 del mattino. 

Graziarosa Villani