
Un paziente che si reca dal medico di base con un occhio rosso può essere un segnale di una patologia banale (congiuntivite batterica o virale) oppure di una patologia molto più seria. Fondamentale, come sempre, è l’interrogatorio anamnestico e l’esame oculare. “Da quanto tempo si è accorto di questo segno? Ha notato una riduzione dell’acuità visiva? Accusa dolore all’occhio? Se lo avverte, è superficiale oppure profondo? Ha subito recentemente un trauma al viso? Gli è mai stato diagnosticato un glaucoma aperto (il drenaggio dell’umor acqueo è solo rallentato ma vi è una riduzione del campo visivo e pallore della pupilla) oppure un glaucoma ad angolo chiuso (forti dolori oculari in forma di accessi, con nausea, vomito, turbe visive, globo oculare indurito a biglia di vetro)? Le hanno mai diagnosticato un’inveite (infiammazione dell’uvea, la membrana dell’occhio che comprende l’iride, il corpo ciliare e la coroide)? Si è sottoposto di recente ad un intervento chirurgico oculare?Gli è stata mai riscontrata una patologia sistemica o endocrina?”
”Procediamo, caso per caso, a seconda delle risposte del paziente. Qualora vi sia stato un trauma o intervento chirurgico oculare recente è bene inviare il paziente, con un occhio rosso, dallo specialista oculista. Se il soggetto accusa dolore all’occhio, profondo, in profondità, con rossore focale dovremmo giustamente sospettare una sclerite (infiammazione della sclerotica “parte dura” dell’occhio), in genere localizzata nel tessuto episclerale cellulare che circonda la sclera “episclerotica”. Gli oculisti ben sanno che la sclerite si presenta con un dolore grave, profondo, simile al mal di denti. Se non è diagnostica,né trattata, può portare a marcato deficit visivo. All’oftalmoscopia, lo specialista vede la sclera di color violaceo per la presenza dei vasi sanguigni soprastanti. L’episclerite è invece l’infiammazione del tessuto che circonda la sclera; è più frequente della sclerite pur presentando le medesime caratteristiche. E se il dolore all’occhio rosso fosse solo superficiale? E’ necessario chiedere al paziente se ha riscontrato anche una certa diminuzione dell’acuità visiva (lesione chimica, abrasione corneale, corpo estraneo, ulcera corneale), oppure se la visione resta normale. In quest’ultima evenienza (dolore oculare superficiale, vista nella norma) è bene osservare se l’arrossamento è focale (lesione congiuntivale, pterigio ossia un condensamento membranoso della congiuntiva a forma di triangolo “piccola ala”) oppure no (emorragia sottocongiuntivale, elisclerite). Qualora l’infiammazione si presenti non focale bensì diffusa a tutto l’occhio è bene osservare le palpebre. Possono essere alterate (blefarite, ossia flogosi del margine libero della palpebra, più frequentemente ciliare; calazio, vale a dire un tumoretto benigno palpebrale di origine infiammatoria,senza connessione con la pelle; orzaiolo, ossia un semplice foruncolo della palpebra che origina da una delle ghiandole sebacee annesse alle ciglia) oppure le palpebre sono normali, e senza secrezione alcuna (congiuntivite aspecifica). Se presente la secrezione, questa può essere purulenta(congiuntivite batterica)o mucosa – acquosa senza prurito (congiuntivite virale). E se questo tipo di secrezione si associa invece a prurito? Sarà bene indagare (il medico è come un ispettore di polizia n.d.r.) se è dovuta ad una allergia, magari talora legata ad alcuni farmaci che sta prendendo. Nell’occhio rosso con dolore profondo con tipo di rossore non focale ma diffuso anche in questo caso vanno sempre esaminate le palpebre. Se sono normali va sempre esclusa una sclerite. Se sono alterate va valutata un’eventuale ptosi – palpebrale. E’ presente (cellulite orbitaria, congestione orbitaria)? E’ assente (pensare alle malattia di Graves – Basedow; anamnesi, funzionalità tiroidea retrazione palpebrale proptosi)? Lo specialista oculista dovrà anche verificare un interessamento del nervo ottico. Un paziente con occhio rosso, diminuzione del visus e nessun altro segno evidente può presentare una retinite (infiammazione della retina), più sovente sintomatica di una malattia generica o di un’affezione di un altro organo (per es. diabetica, albuminurica, sifilitica etc) un glaucoma (quello ad angolo chiuso, con forte dolore, cefalea, è una patologia molto grave che richiede l’invio all’oculista entro 1- 2 ore) oppure una sclerite posteriore (S.Carney, R.W. Weisenthal. State University of New York. Healt Science Center of Syracuse. 2004). Un’ultima nota la voglio dedicare al trattamento degli orzaioli e calazi.
La terapia tradizionale li cura con impacchi caldi e pomate antibiotiche locali (il calazio viene però inciso o drenato solo se dopo 2 settimane, non risponde alla terapia). In circa 30 ani di docente omeopata ne ho curati centinaia sia con rimedi della fase acuta (Aconitum, Apis, Belladonna, Hepar sulfur, Mercurius solubilis) che soprattutto con rimedi del periodo di stato e di profilassi delle recidive (Pulsatilla, Sulfur, Graphytes, Natrum sulfuricum, Staphysagria, Thuya, Conium, Lycopodium, Silcea). Il vantaggio dell’omeopatia? I pazienti affetti da calazi ed orzaioli tendono alle recidive. Occorre trovare il “simillimun” specifico