L’INTERNET LIBERO È STATO TRASFORMATO IN UNO STRUMENTO DI CONTROLLO

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L’ALLARME LANCIATO DA PAVEL DUROV, FONDATORE DI TELEGRAM: “LA NOSTRA GENERAZIONE RISCHIA DI PASSARE ALLA STORIA COME L’ULTIMA AD AVER CONOSCIUTO LA LIBERTÀ, E AD AVERLA LASCIATA PORTAR VIA.”

“Ci hanno propinato una bugia. Ci hanno fatto credere che la più grande battaglia della nostra generazione sia quella di distruggere tutto ciò che i nostri antenati ci hanno lasciato: tradizione, privacy, sovranità, libero mercato e libertà di parola. Tradendo l’eredità dei nostri antenati, ci siamo avviati verso l‘autodistruzione: morale, intellettuale, economica e, in ultima analisi, biologica.”

Nel giorno del suo 41° compleanno (“non ho voglia di festeggiare“) lo scrive su Telegram il suo fondatore, Pavel Valer’evič Durov, arrestato nel 2024 all’aeroporto di Parigi con 12 incriminazioni, poi con cauzione da 5 milioni di euro messo in libertà condizionata. “La nostra generazione sta esaurendo il tempo a disposizione per salvare l’Internet libero costruito per noi dai nostri padri. Quella che un tempo era la promessa del libero scambio di informazioni si sta trasformando nello strumento di controllo definitivo.”

Durov si definisce un combattente per la libertà digitale e denuncia la TecnoGabbia. “Paesi un tempo liberi stanno introducendo misure distopiche come l’identità digitale (Regno Unito), i controlli dell’età online (Australia) e la scansione di massa dei messaggi privati (UE). La Germania sta perseguitando chiunque osi criticare i funzionari su Internet. Il Regno Unito sta incarcerando migliaia di persone per i loro tweet. La Francia sta indagando penalmente sui leader della tecnologia che difendono la libertà e la privacy. Un mondo oscuro e distopico si sta avvicinando rapidamente – mentre noi dormiamo.

La nostra generazione rischia di passare alla storia come l’ultima ad aver goduto di libertà – e a essersi lasciata togliere.”

GMAIL SPIONE: ECCO COME BLOCCARE L’IA E PROTEGGERE LA PROPRIA PRIVACY

Periodo cruciale per i social, le email e i servizi di messaggistica più noti e usati: senza preavviso o richiesta di consenso, dallo scorso venerdì 10 Ottobre 2025 Gmail ha cominciato ad usare l’Intelligenza artificiale AI Enhanced Classification and Review di Gemini per monitorare i contenuti delle email, mentre il Consiglio dell’Unione europea punta sulla cosiddetta Chat Control, ovvero il Regolamento europeo per la lotta alla pedopornografia che porterebbe l’Intelligenza artificiale a controllare (prima dell’invio) testi, foto e contenuti dei social, compresi i più gettonati Messanger, WhatsApp e Telegram.

Se per il secondo caso bisognerà attendere l’esito dell’iter europeo (il voto, previsto per il 14 ottobre, è stato rimandato a dicembre), invece per tentare di arginare la pervadenza di Gmail e proteggere la propria privacy dall’indiscreta scansione algoritmica, il blog Oasi Sana suggerisce di disattivare per tempo tutte le funzioni di autorizzazione.

Ecco cosa fare:

• Dalla pagina principale di Gmail, in alto a destra cliccare sull’icona a forma di ingranaggio e poi selezionare la voce Visualizza tutte le impostazioni.

• Nella scheda Generali, individuare le sezioni relative alle Funzionalità intelligenti e personalizzazione e disattivare le opzioni sull’analisi dei dati, ovvero Scrittura Intelligente, Risposta Intelligente, Monitoraggio delle spedizioni, Solleciti e altre Funzionalità Smart.

TAR LIGURIA ANNULLA AUTORIZZAZIONE ANTENNA 5G

Una cittadina di Genova s’accorge dell’istallazione di un’antenna di telefonia mobile 5G vicino casa, sulle alture di Pegli, un’area immersa nel verde con scorci panoramici suggestivi e splendide vedute sul porto e le montagne. Era stato proprio il Comune di Genova a concedere il permesso per la costruzione di una nuova stazione radio base. La donna allora si è rivolta al Tribunale Amministrativo Regionale della Liguria e ha vinto. La sentenza – che segue la sospensione dei lavori decretata a dicembre 2024 – ha accolto le ragioni della ricorrente in merito al fatto che il Comune aveva omesso la pubblicazione dell’avvio del procedimento, un requisito definito “funzionale all’attuazione di un principio di democraticità del processo decisionale”.

Il Comune di Genova è stato condannato al pagamento delle spese di giudizio, pari a 3.000 euro. Il ricorso era stato presentato nel 2024 con diverse motivazioni: oltre alla mancata pubblicazione dell’avvio del procedimento anche la presunta violazione di norme urbanistiche e paesaggistiche, la presunta inadeguatezza del parere di ARPAL e la violazione del principio di precauzione. Tuttavia tra tutte queste, quella decisiva che ha portato all’annullamento del permesso di costruzione è stata la violazione del principio di partecipazione procedimentale. Senza trasparenza, informazione e partecipazione dei residenti l’autorizzazione è illegittima: la partecipazione al procedimento è fondamentale in quanto espressione dei principi costituzionali di imparzialità dell’azione amministrativa e implica che l’amministrazione compia le proprie valutazioni previo confronto con i soggetti coinvolti.