L’Erisimus officinale o, anche detto Sisymbrium officinale, è da sempre considerato “l’erba del cantante”.
Lo dimostra il suo nome: l’ erisimo deriva dal greco “eurvo= io salvo e “oimos” = il canto.
Il termine Sisymbrium è invece dedicato all’antica cantante – attrice greca Sisymbria. Un uso antico questo della pianta nelle alterazioni, nelle disfonie del tono della voce. Oltre ai cantori riguarda anche gli oratori .
L’erisimo è un fitocomplesso specifico per le affezioni della faringe, della laringe e della trachea con conseguente alterazione del tono vocale.
Raucedine ed afonia; stati infiammatori delle prime vie respiratorie: queste le indicazioni terapeutiche in fitoterapia.
L’erisimo è pertanto particolarmente utile in tutti coloro che, a livello professionale, utilizzano molto la voce poiché è in grado di contrastare le infiammazioni laringo – faringee e la sintomatologia dolorosa legata alla secchezza delle corde vocali, F. Hallard (Phytothérapie, Masson, Paris 1988) lo considerò un rimedio specifico nelle laringiti sopraggiunte in seguito a sforzo vocale.
Aggiungerei anche dopo perfrigerazione (vento freddo) con abbassamento della voce o persino totale afonia.
Le sue attività principali sono: antinfiammatorie, antisettiche, emollienti – fluidificanti – espettoranti le formazioni mucose delle prime vie respiratorie.
E’ per tale motivo che l’erisimo (o sisymbrio) << rientra infatti nella formulazione per i trattamento di affezioni bronchiali acute benigne e delle tracheiti, e come sintomatico nella tosse dei fumatori>> (E.Campanini Dizionario di fitoterapia e pianta medicinali Tecniche Nuove Milano 1998).
Il da me più volte citato fitoterapeuta francese J.Bruneton (Pharmacognosie – Tecniche et documentation. Lavoisier, Paris 1993) ha messo in risalto anche le sue proprietà antalgiche – antiflogistiche nelle affezioni oro – faringee del cavo orale utilizzandolo, per via locale, come colluttorio.
Quali sono i principi attivi, i costituenti principali “dell’erba dei cantanti”? Soprattutto principi attivi solforati glucosinolati (eterosidi solforati) ma anche le cumarine (erniarina, unbelliferone), i flavonoidi e l’olio essenziale.
Vi è qualche rara segnalazione, in letteratura, pertinente l’utilizzo della pianta come antispastico delle vie biliari (litiasi biliare con coliche epatiche) con conseguente riduzione o scomparsa delle sintomatologia dolorosa (Garnier G. e coll; Ressource Médicinales de la Flore Francase, Paris 1961).
Tali ricerche non hanno avuto seguito per l’approccio microinvasivo della moderna chirurgia. L’organotropismo resta il faringe, la laringe e la trachea.
La parte utilizzata, la materia prima è tutta la pianta fiorita (foglie e fiori). Da non utilizzare però i semi che contengono due principi attivi pericolosi: <> (C.Dorvaul. L’Officine, Vigot, Paris 1995).
Qual è la tossicità? Quali gli effetti secondari?
Alle dosi terapeutiche non sono mai stati segnalati effetti collaterali. La pianta fiorita è preferibile non utilizzarla né in pediatria, né in gravidanza perché vi sono pochi dati,chimici e farmacologici, a tal riguardo.
La forma farmaceutica più impiegata in terapia e la T.M. (Tintura madre) Erysimun officinale T.M. 30 gtt, diluite in poca acqua, tre volte al giorno.
Altre forme sono l’infuso (anche mielato per gargarismi), la polvere e l’estratto fluido.
La galenica ci consiglia di impiegare la pianta fresca poiché l’essicazione comporta una parziale perdita della sua attività( Benigni – Capra – Cattorini Piante medicinali: chimica, farmacologia e terapia.
Inverni Della Beffa. Milano 1962/1964).
