“Le onde elettromagnetiche possono uccidere”

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Il giornalista Maurizio Martucci

Parte da Cerveteri il nuovo allarme del giornalista Maurizio Martucci sui devastanti effetti sulla salute delle nuove tecnologie per la telefonia  di Giovanni Zucconi

Ci siamo lasciati, circa un anno fa, con i risultati di una nostra inchiesta dove avevamo pubblicato l’allarme dello IARC, l’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro, che aveva classificato come “possibili cancerogeni” i campi elettromagnetici generati, per esempio, da Wi-Fi e antenne telefoniche. Un allarme che, quando scrivemmo l’articolo, non era ancora supportato da risultati scientifici definitivi su animali di laboratorio per classificarli come “probabili cancerogeni”. Un buon padre di famiglia, molto probabilmente, non farebbe molta differenza tra “possibile” e “probabile”, e sicuramente avrebbe tenuto un atteggiamento più prudente nei confronti dell’esposizione dei propri figli alle radiazioni elettromagnetiche. Ma spesso la popolazione è come un treno lanciato in corsa, guidato da politici ciechi. E tra un futuro carico di tecnologie ammiccanti, anche se non strettamente necessarie, e la prevenzione della salute pubblica, inevitabilmente si decide di “non fermare il futuro”, rischiando, in questo modo, di negare il futuro a molti. Ci siamo lasciati ragionando sui pericoli derivanti dalle installazioni delle antenne telefoniche necessarie per il 4G. Ma c’è una novità. Per gennaio 2019, saranno disponibili, in Italia, le frequenze per il nuovo 5G. Cosa cambia per noi? Correremo maggiori o minori pericoli con questa tecnologia di quinta generazione? Ne parliamo con un nostro amico, che già in passato ci ha concesso una lunga e interessante intervista, che suscitò molte reazioni e prese di posizione. Stiamo parlando di Maurizio Martucci, il giornalista italiano più impegnato su questo tema. E’ l’anima e il portavoce del Movimento che sta cercando di sensibilizzare la popolazione italiana sul tema dei pericoli legati all’esposizione ai campi elettromagnetici. Martucci vive a Cerveteri, e pubblica i suoi seguitissimi articoli sui maggiori quotidiani nazionali, in particolare su “Il Fatto Quotidiano”. E’ spesso invitato in Radio, e sulle reti Mediaset, Sky e Rai. E anche l’autore di diversi libri sul tema. L’ultimo, “Manuale di autodifesa per elettrosensibili”, edito da Terra Nuova, è diventato un bestseller, arrivando ad essere il terzo libro più venduto su Amazon, finito persino in mano a Papa Francesco.

Signor Martucci, rispetto all’ultima volta che ci siamo visti, parlavamo ancora di 4G, è cambiato qualcosa sulla definizione del livello di pericolosità delle radiazioni elettromagnetiche?

“E’ aumentata la preoccupazione tra gli studiosi, e sono stati pubblicati i risultati di importantissime ricerche. Martin Pall, che è il più autorevole studioso degli effetti biologici dell’interazione tra i corpi viventi e i campi elettromagnetici, dice che, se il 5G verrà utilizzato a livello globale come indicano le multinazionali del wireless, tra 5 o 7 anni ci sarà l’estinzione dell’Umanità.”

Addirittura?

“E non stiamo parlando di un complottista o di un cialtrone, ma di un emerito biochimico dell’Università di Washington. E non è certo una voce isolata. Lui ha dietro tutta la schiera di scienziati, di tutto il mondo, che formano il cosiddetto “Fronte precauzionista””

Ha parlato di nuovi studi?

“Si. Gli Stati Uniti d’ America hanno finanziato, per 25 milioni di dollari, il più grosso studio al mondo sugli effetti delle interazioni dei campi elettromagnetici sul corpo umano, da radiazioni da telefoni cellulari. Si è concluso da poco, e i risultati sono stati resi pubblici nel mese di ottobre.”

Le conclusioni di questo studio sono preoccupanti?

“Assolutamente si. Questo studio, che ripeto è il più importante mai effettuato, e finanziato dal Governo degli Stati Uniti, attesta il rischio, se non la probabilità o certezza, dell’effetto cancerogeno delle onde elettromagnetiche. Sono state riscontrate evidenze significative di tumori maligni a cuore e cervello, su cavie uomo-equivalenti. Naturalmente la decisione ultima di confermare queste conclusioni dovrà essere dello IARC e dell’OMS.”

E’ stata data la giusta risonanza a queste conclusioni?

“Purtroppo poca. Ma non solo. Questo che è stato il più grosso studio al mondo mai condotto, è stato sbeffeggiato e duramente contestato. Si è detto che non aveva valore perché la ricerca è stata condotta sui topi, e considerando solo le frequenze del 2G e del 3G. Io mi sarei aspettato una presa di posizione della Politica a tutela dei cittadini, e un deciso schieramento dei media internazionali con inchieste e approfondimenti. Invece nulla, e in Italia solo Report di lunedì scorso ha avuto il coraggio e la forza per indagare. Anzi, abbiamo avuto un importante fronte negazionista, che nega il pericolo cancerogeno, che si è dimostrato fare riferimento a studi finanziati dalle società di telecomunicazioni. I soliti conflitti d’interesse, problema annoso.”

C’è timore di perdere i ricchi inserzionisti rappresentati dalle compagnie telefoniche?

“Naturalmente sì. Le racconto un episodio. Ero stato contattato da un autore di “Striscia la notizia” per un servizio di un minuto e mezzo. Mi richiamano il giorno dopo dicendo che erano in difficoltà a pubblicare quello che avevo detto. E dire che mi avevano cercato loro, e avevo inviato prima tutta la documentazione a supporto. Insomma, non se ne fece più nulla. Così vale per la stampa, i giornali nazionali non hanno recensito il mio ultimo libro, pieno di ricerche validate, e studi di controllo.”

Ma è vero che lo studio che ha citato prima si è basato sulle frequenze del 2G e del 3G?

“E’ vero, ma questo sottolinea ulteriormente il pericolo che stiamo correndo con l’adozione del 5G. Perché stiamo riempiendo il mondo con milioni di antenne per il 5G e migliaia di droni lanciati in orbita satellitare per irradiare Wi-Fi sul pianeta, e non c’è nessuno, dico nessuno, studio preliminare sul rischio socio sanitario. Questa è una cosa gravissima. Faremo tutti da cavie umane a cielo aperto, nonostante che importanti studi avvertano che potrebbe essere un azzardo sanitario, e nessuno, a livello politico, ha preteso che prima venisse fatto uno studio preliminare a tutela dei cittadini.”

Proprio nessuno?

“In America qualcuno ci aveva provato. Nel 2012, quando è stato approvato il progetto 5G, era stato chiesto alla FCC (Commissione Federale delle Comunicazioni), il massimo ente di controllo americano, di certificare che questo nuovo progetto tecnologico fosse innocuo. Ma, incredibilmente, l’FCC si rifiutò, senza dare nessuna spiegazione, di certificare che il 5G non avesse effetti sulla salute umana. Dopo di questo, il progetto è partito senza intoppi.”

Perché un ente preposto si è rifiutato di effettuare questo studio?

“Perché loro sanno perfettamente di cosa stiamo parlando. Loro sanno perfettamente che queste cose sono pericolosissime, e che il cancro, evidenziato anche dall’Istituto Ramazzini di Bologna, è soltanto la punta dell’iceberg di tutta una serie di patologie. Sanno che ci sono migliaia di studi scientifici, eseguiti da organismi più o meno indipendenti, che poi sono stati regolarmente controllati da soggetti terzi, che attestano una marea di effetti multiorgano delle onde elettromagnetiche: diabete, ipertensione, problemi cardiocircolatori, elettro sensibilità.”

Che evidenze si possono portare a sostegno della pericolosità delle radiazioni elettromagnetiche? Ormai il 4G è attivo da diversi anni.

“Come sa, dal 2017 ci sono, in Italia, nove città pilota, scelte per sperimentare il 5G. In questi giorni, in queste città, stanno accadendo delle cose decisamente anomale. Per esempio ci dicono della morte improvvisa di stormi di uccelli. E’ stato segnalato all’Aquila. Stanno girando in rete delle foto inquietanti. Ma già oggi, senza il 5G, dal 2012, da quando è entrato il 4G, c’è stata un’impennata di tumori. Naturalmente poi la correlazione va tutta certificata e dimostrata, ma i dati sono questi. Per esempio nel Policlinico Umberto I, il reparto oncologico, ha quintuplicato i casi di tumore. Di recente si è addirittura istituita una task force oncologica, proprio per capire perché ci sono dei picchi allucinanti di persone che si ammalano di cancro. Poi la medicina non riesce a spiegare la motivazione per cui le persone, in modo così repentino, negli ultimi anni, si stanno ammalando di cancro. Ma la Scienza una possibile risposta l’ha già fornita. Le onde elettromagnetiche posso essere “una possibile causa”. Non è detto che sia così. Ma perché si vuole scartare a priori questa ipotesi?”

Perché, secondo lei, il 5G è più pericoloso del 4G?

“Perché con il 4G ci potevano essere aree dove la radiazione non arrivava, o arrivava molto attenuata. Con il 5G avremo installate milioni di piccole antenne dappertutto. E il segnale sarà onnipresente. Non solo saranno previste mini-antenne installate anche su ogni lampione della luce, ma si prevedono anche 20.000 “droni” satellitari che irradieranno, dallo spazio, le radiofrequenze a onde elettromagnetiche necessarie per le telecomunicazioni e connessioni in 5G. Consideri che, nel 2025, si prevede che il 98% del territorio italiano sarà coperto dal 5G.”

Ho letto che qualcuno dice che il 5G sia meno pericoloso del 4G, perché ogni antenna irradia una potenza minore

“E’ vero che ogni nuova singola mini-antenna irradierà una potenza minore rispetto alle antenne oggi sui tetti dei palazzi, ma ci saranno ovunque più antenne. Ovvero un effetto multiplo e cumulativo. Ma non solo. L’Italia, attualmente, ha il limite soglia previsto per le radiazioni, tra i più bassi d’Europa. Ma con questi limiti, non possono permettere il funzionamento del 5G. Per questo tutte le compagnie telefoniche stanno premendo sul Governo per innalzarle. Adesso è 6 V/m nella media delle 24 ore. La richiesta potrebbe innalzarlo a 14 o 61 V/m. Considerando che si ragiona in termini del quadrato dei valori. Stiamo parlando quindi di un aumento di 110 volte in più dell’elettrosmog di oggi.

Perché abbiamo bisogno del 5G? Non ci bastava il 4G. ormai con il telefonino possiamo fare di tutto

“Con il 5G sono numerosissimi i benefit che vengono proposti dalle compagnie. Tutto potrà essere connesso, molto più di quanto riusciamo a fare oggi. Non solo gli elettrodomestici, ma anche tanti oggetti di uso quotidiano. Tutto avrà un’antennina. Per esempio già alcune scarpe e vestiti che indossiamo hanno un microchip. Sarà possibile la guida autonoma delle automobili senza conducente. In sala operatoria potranno operare i robot al posto dei chirurghi. Questi sono solo pochi esempi, un milione di oggetti connessi in wireless ogni chilometro quadrato.”

Pensa che ci potrebbe essere veramente qualcuno che si potrà permettere di impedire tutto questo? O, meglio, ci potrà essere qualcuno che vorrà rinunciare a tutto questo?

“Ha ragione, non sarà facile. Ma il problema va visto sotto un aspetto che ai più sfugge. Stavolta non si tratta di un “inquinamento” locale e quindi circoscrivibile. Per anni l’acqua a Cerveteri è stata dichiarata non potabile perché inquinata dall’arsenico. C’è ancora il problema, annoso, della Terra dei Fuochi. C’è il problema, annoso, dell’inquinamento dei fiumi nel nord Italia. Ma stavolta si tratta un inquinamento invisibile e “globale”, diffuso sul 98% del nostro territorio. Non si potrà sfuggire. Quindi il problema non sarà chi vorrà rinunciare a queste meraviglie tecnologiche, ma chi vorrà mettere a repentaglio la propria salute con radiofrequenze inesplorate. Questa è l’alternativa. Il rischio che dovremo affrontare sarà sicuramente troppo alto.”

Cosa potrebbe fermare tutto questo?

“L’OMS, nel 2019, dovrebbe prendere atto degli studi scientifici che abbiamo citato prima. Metta il caso che, a giugno, quando tutto dovrebbe essere pronto, perché sono state messe antenne dappertutto e sono stati già venduti i primi telefonini 5G, e a novembre l’OMS dice: “…fermi tutti. Le radiazioni sono cancerogene al 100%”. Che facciamo? Potrebbe succedere…”

Altrimenti da gennaio potrebbe partire il 5G?

“Da gennaio saranno solo disponibili le frequenze. Ritengo però non si potrà partire fino a quando non alzeranno i limiti oltre gli attuali 6 V/m. Altrimenti non può funzionare nulla. Per questo si dovrà pronunciare il Governo e poi il Parlamento. Qualcuno prima si dovrà prendere la responsabilità di irradiare la popolazione italiana anche con 110 volte più irradiazioni di oggi. Ma nel Parlamento, purtroppo, il problema non è molto sentito, semplicemente perché c’è una grossissima ignoranza. I nostri delegati non conoscono questa materia.”

Una volta partito il 5G, spegneranno il 4G e tutte le antenne che popolano il territorio?

“Bella domanda. Naturalmente no. Ben venisse il 5G se tu mi vai a spegnere il 4G, 3G e 2G. Il problema è che rimarrà tutto acceso, e mi ci aggiungi il 5G. Tu ti troverai una sommatoria, multipla e cumulativa, di radiazioni elettromagnetiche tutte diverse. E su questa sommatoria, nessuno ha mai fatto degli studi, e quindi non sappiamo che effetti può avere veramente sul corpo umano. E tutto questo, con una potenza di campo elettrico nell’aria innalzato di110 volte rispetto ad oggi. Se non è un salto nel buio, questo…”

Come si stanno preparando Ladispoli e Cerveteri per l’adozione del 5G?

“Cerveteri e Ladispoli rientrano nei 3.200 Comuni d’Italia in cui le compagnie di energia elettrica, negli ultimi due mesi, hanno cambiato tutti i lampioni della luce. Non ci avevate fatto caso? Non è stato un piccolo lavoro, come può immaginare. E’ stata cambiata la parte superiore del lampione, il cappello che contiene la lampada. Tutti, nell’arco di due mesi. Di questo ne sono certo. E secondo lei, perché? Sono stati messe tutte luci a LED. Il motivo ufficiale di questo lavoro straordinario è per un risparmio energetico. Il motivo vero è che, dal primo gennaio, essendo disponibili le frequenze del 5G, tutti i lampioni diventeranno anche le mini antenne per le onde elettromagnetiche del 5G. Su ogni lampione verranno inserite due antennine.”

Ma non li hanno ancora messe?

“No. Li hanno solo predisposti. In attesa della legge che aumenta la soglia limite oltre i 6 V/m. Altrimenti non servono. Quando il Governo alzerà i livelli, automaticamente a Cerveteri e a Ladispoli verranno installate queste antenne. Statene certi.”

Secondo lei, i Comuni sanno di questo utilizzo? I Sindaci e gli Assessori ne sono a conoscenza?

“Ma certo. Come fanno a non saperlo? Sarebbero degli sprovveduti.”

Rimanendo sempre a Ladispoli e a Cerveteri, o negli altri Comuni del circondario, mi viene un dubbio. Se ogni lampione, o simile, può diventare un’antenna per il 5G. Se ci potrebbero essere migliaia di droni satellitari che girano sulle nostre teste, come sarà possibile avere una mappatura affidabile delle aree sottoposte a radiazione elettromagnetica?

“Questo è un altro serio problema. La risposta è che, banalmente, non si potrà avere. Sarà Far West. Non potremo mappare più nulla in modo completo. Non potremo sapere se ci sono aree con maggiore concentrazione di onde elettromagnetiche. Ma consideri che anche adesso non è che siamo messi molto meglio. Nei Comuni girano mappe vecchie anche di 20 anni, magari aggiornate con vari allegati di richieste fatti negli anni dalle compagnie telefoniche, aggiornamenti diciamo…. working progress. Anche per questo è pericoloso il 5G. Per la sua irradiazione ubiquitaria e di difficile mappatura. In sintesi, a Cerveteri e a Ladispoli, rimarremo con i circa 35 antennoni del 4G+3G+2G che già ci sono, e in più avremo migliaia di piccole antennine per il 5G. E in più c’è sempre il drone, come approvato in America. Ma prima il Governo deve innalzare la soglia limite, altrimenti si va fuori legge.”

Come vede l’impegno dei politici e del Governo? Lei non si aspettava dal cambio politico che c’è stato in Italia, un cambiamento di atteggiamento nei confronti di questo tema?

“Avevo molta fiducia dopo le elezioni. In realtà questo Governo e la maggioranza che lo sostiene, si stanno dimostrando completamente inadeguati. Ci sono state già due interrogazioni parlamentari alla Camera sul pericolo 5G e sull’ipotesi cittadini cavie-umane. Una del M5S e una di FI. Ma il Governo, facendo per me una brutta figura, ha risposto rispolverando studi vecchi di 20 anni per negare il rischio. Purtroppo questa è la dimostrazione che, su questo tema, siamo nelle mani di politici incompetenti, che subiscono i desiderata della lobby internazionale delle telecomunicazioni. Che ha interesse solo a fare business, e non di tutelare la cittadinanza e che, a livello di America o Europa fa piovere sul Parlamento italiano una decisione di cui il parlamentari non ne sanno nulla. E neanche il Governo, a quanto pare.”

I due ministeri che potrebbero decidere almeno una moratoria sulla partenza del 5G in Italia, in attesa dei necessari studi sull’impatto sulla salute dei cittadini, sono il Ministro Grillo e il Ministro Di Maio. Entrambi del M5S. Questo Movimento, prima delle elezioni era molto attivo, se non sbaglio, su questo tema. Come su altre tematiche che coinvolgono la salute pubblica. Cosa è cambiato?

“Qualcosa è sicuramente cambiato. Se lei prende il “Vaffa Day”, e i primi momenti della creazione del M5S, Beppe Grillo faceva una battaglia ferocissima sulla pericolosità del Wi-Fi. In questi mesi abbiamo assistito, in pochissimo tempo, ad un processo dove i Grillini sicuramente non solo si sono negati al pericolo, ma stanno facendo finta di niente. Sulle vere tematiche di emergenza socio-sanitaria, stanno facendo peggio del Governo precedente. Eppure al Ministro della Salute Grillo è stato recapitato il mio libro inchiesta. Non può dire di non sapere…”

Quali sono le forze politiche italiane che realmente si stanno battendo per una moratoria sulla partenza del 5G?

“Ad oggi, i soggetti ufficialmente schierati contro il 5G sono due partiti extraparlamentari: SìAmo e “Il popolo della famiglia”. Poi ci sono i Verdi, che hanno contattato pochi giorni fa l’Associazione elettrosensibili, e il Partito Comunista. Oltre che a qualche Parlamentare sparso tra i vari Partiti, ma a titolo personale.

Diciamo che stiamo parlando solo dell’1% dell’elettorato italiano. Che giro di affari avrà nei prossimi anni il 5G?

“Si calcola che nei prossimi 6 anni il 5G fatturerà circa 225 miliardi di euro, solo in Europa.”