LAGO DI BRACCIANO: ACEA NON SI ARRENDE

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lago di bracciano

Le popolazioni sabatine difendono il loro lago,forti della sentenza storica del tribunale per le acque pubbliche.

Il braccio di ferro tra Acea e le popolazioni sabatine in difesa del lago di Bracciano approda alla Suprema Corte della Cassazione. Acea infatti non demorde ha impugnato la sentenza, definita storica, emessa dal Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche dinanzi alla Corte di Cassazione che giudica esclusivamente su questioni di legittimità. Nella sentenza impugnata il Tribunale Superiore delle Acque, su ricorso della stessa Acea, ha messo dei punti fermi nella vertenza in atto condizionando di fatto la concessione in mano alla multinazionale e ha affermato che le captazioni Acea hanno influito sull’abbassamento
del lago.

Il livello del lago si trova ancora molto al di sotto (138 centimetri alla data dell’11 novembre scorso) dello “zero naturale” indicato dal Parco di Bracciano-Martignano a 163,04 centimetri sul livello del mare. Per il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche “le captazioni di Acea hanno influito sull’abbassamento delle acque del lago”. Ed ancora
è stato sentenziato “il valore vincolante del limite minimo di metri 161,90 sul livello del mare, legato a criteri di tutela del lago”, un limite che era stato indicato dal Genio Civile. Da ciò il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche stabilisce la legittimità della prevista installazione del flussometro e del blocco automatico con chiusura delle captazioni ove il
livello scenda sotto la quota minima di 161,90 metri sul livello del mare”.

Richiamato inoltre l’articolo 164 del Testo Unico n. 152/2006 come normativa chiave in questa vertenza. Si tratta di un articolo che salvaguarda gli equilibri naturali rispetto a possibili captazioni in aree protette. Numeri e articoli di legge al di là dei quali si celano i reali disagi che il territorio del lago di Bracciano ha subito dal 2017 per il cronico abbassamento del livello delle acque. La vocazione turistica del lago di Bracciano ne ha sicuramente risentito. I Comuni rivieraschi che già si erano opposti al ricorso Acea dinanzi al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche hanno nominato un legale per rappresentarli in Cassazione. Decisiva in questa vicenda la determinazione del Comitato per la difesa del bacino lacuale Bracciano-Martignano e del pool di avvocati che lo hanno assistito in modo
del tutto volontario. Si attende ancora, intanto,l’esito dell’esposto querela presentato alla Procura della Repubblica di Civitavecchia dal Comitato.

Malgrado siano passati oltre due anni e malgrado le numerose perizie acquisite, ancora le indagini non sono state concluse. Travolto inoltre dalla sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche il ricorso ad adiuvandum che era stato presentato dal Comune di Roma a sostegno delle tesi Acea. Ora c’è attesa per la decisioni della cassazione. Tra le ipotesi in campo anche l’inammissibilità dell’ultimo ricorso presentato con il quale Acea spera di riavere mano libera sul lago di Bracciano.