Il polmone parla in una lingua tutta sua che dobbiamo ascoltare, comprendere, interpretare. La dispnea è una voce soggettiva che esprime una difficoltà respiratoria che varia di intensità a seconda di fattori fisiopatologici e psicologici.
E’ un sintomo che può essere descritto solo dal paziente a differenza dei reperti obiettivi e dei segni osservati dal medico. La tosse è, allo stesso tempo, un sintomo e un segnale, frutto di un meccanismo protettivo che può essere sia transitorio (acuto) per facilitare l’eliminazione del muco, altre sostanze, agenti patogeni dalle vie respiratorie dell’albero bronchiale oppure cronico quando riguarda i polmoni (asma, bronchite cronica, bronchiettasie, pneumopatie interstiziali, fibrosi polmonare etc.).
Anche la malattia da reflusso gastroesofageo, l’assunzione di farmaci aceinibitori sono responsabili di una tosse cronica (dura più di 8 settimane). Vi è poi la tosse post-infettiva, dopo una infezione delle prime vie respiratorie, che può protrarsi anche per mesi. In questo caso gli aerosol a base di corticosteroidi hanno successi variabili. Migliori risultati si ottengono con cortisonici assunti per via orale. Più complesso ancora è il dolore toracico, un’ esperienza soggettiva che varia da persona a persona per localizzazione, intensità, frequenza.
Una sindrome dolorosa toracica è spesso dovuta a tracheobronchite, patologie pleuropolmonari, cardiovascolari, traumatiche della parete toracica, muscolo scheletriche, gastrointestinali, psicologiche. Il parenchima polmonare, ossia la sia componente interstiziale che propriamente respiratoria (scambio di ossigeno e anidride carbonica) non provoca di per sé dolore toracico.
A meno che non sia coinvolto in patologie cardiache acute (embolia polmonare, tamponamento cardiaco), croniche (ipertensione polmonare), pleuriche (pleuriti, pneumotorace), pericardiche. (Murray e Naded’s Texbook of respiratory medicine 2022).
La voce del polmone va ascoltata con lo stetoscopio sul torace. Solo cosi si rivelano reperti obiettivi spesso non udibili dall’esterno (come dispnea, tosse, dolore toracico). Ascoltare i suoni polmonari costa poco . Occorre porvi molta attenzione perchè è basilare conoscere le basi fisiologiche della funzione respiratoria integrandole con una corretta correlazione dei dati clinici a disposizione.
I suoni percepiti possono essere normali (murmure vescicolare) o non normali, aggiuntivi, vale a dire tutti quelli che si sovrappongono ai normali suoni respiratori. Sono decritti come “crepitii fini o grossolani” se discontinui e durano meno di 15msec, oppure come “sibili, ronchi, striduli” se continui musicali della durata superiore agli 80 msec. Più che voce ci troviamo di fronte ad un’orchestra disarmonica e composita.
Cosi si esprime un polmone che soffre di patologie assai differenti (polmoniti, bronchiettasie, asma, edema polmonare etc.). Considerata la complessità e vastità del tema mi concentro sui sibili respiratori (Forgacs. P. Chest 1978). I sibili ci segnalano una limitazione al flusso aereo respiratorio. Sono generati da rami bronchiali più grandi e possono avere una sola nota (monofonici) o più note musicali (polifonici).
Quelli monofonici (possono essere ispiratori o espiratori) sono associati all’asma. Il ronco è una varietà di sibilo che presenta un tono più basso simile al russare. A differenza del sibili spesso si attenua con la tosse (presenta di secrezioni bronchiali). Il respiro sibilante, chiamato dagli autori anglosassoni “whezing” è spesso dovuto ad una pneumopatia ostruttiva; asma o broncopneumopatia ostruttiva (BPCO). Si ascoltano in tutto l’ambito polmonare sia nell’espirazione che nell’ispirazione.
A mio avviso l’E.P. (espirazione prolungata) con sibili espiratori è più caratteristica dell’asma bronchiale che non della BPCO. Credo che sia più frequente. Un sibilo localizzato (non diffuso) può farci sospettare un’anomalia bronchiale o vasobronchiale, un corpo estraneo aspirato (stridulo inspiratorio), un tumore endobronchiale, un patologia congenita.
Il “whezing”, (frequente (30%) in bambini fino all’età do 3 anni), può non indicare la presenza di una condizione patologica. Nei bambini molto piccoli dipende dalle vie aeree più cedevoli e strette. Nella maggior parte dei casi è patologico perché è dovuto ad una malattia virale, asma, patologie allergiche, bronchiolite obliterante, fibrosi cistica.
Quando la voce del polmone si fa stridula, fortemente inspiratoria, improvvisa dobbiamo sospettare l’aspirazione di un corpo estraneo. Un emergenza acuta che coinvolge più organi, con abbassamento della pressione arteriosa, e sfocia nell’anafilassi (shock anafilattico). Lo scompenso cardiocircolatorio molto spesso si presenta con respiro sibilante (“asma cardiaca”).
Condorelli diceva che “non tutto ciò che sibila è asma bronchiale” e invitava il medico a verificare la presenza di un edema polmonare (rantoli e crepitii all’ascoltazione delle basi polmonari) cosi come l’ortopnea (necessità da parte del paziente di mettersi seduto per respirare meglio e con la gambe penzolanti fuori dal letto, perché è presente uno scompenso cardiocircolatorio).

Dottor Professor Aldo Ercoli
Specializzato in Cardiologia e Broncopneumatologia e esperto in Malattie Infettive. Cardiologo già docente in Microbiologia ambientali, Medicina Naturale e di formazione dei medici di medicina di base.