La Tirreno Bike: un punto di riferimento per i giovani

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Da qui ha mosso i primi passi il campione Santiago Ferraro. «Sport e natura si può», parola al direttore D’Annunzio.

Più di 60 iscritti, gare regionali e oltre i confini ma non solo: la Tirreno Bike Cerveteri è un punto di riferimento ormai anche per le prove all’insegna dell’archeologia e della sostenibilità ambientale.
Da 11 anni sul territorio, da 3 invece l’associazione sportiva Asd ha avuto il riconoscimento dall’Ente della Federazione Ciclistica come scuola di ciclismo. Insomma, gli ingredienti ci sono tutti per crescere ancora e far nascere futuri campioni.
E se ora si fa un nome a Cerveteri non può non essere che Santiago Ferraro, da pochi giorni diventato professionista con la Vf Group Bardiani-Csf Faizanè. Ha soli 18 anni e tanti sogni nel cassetto ed è cresciuto proprio con la Tirreno Bike. Ne parla il direttore sportivo e responsabile della scuola di ciclismo Cristiano D’Annunzio. «Siamo davvero felicissimi per questa notizia – risponde – a Santiago auguriamo il meglio. Nei primi anni lo abbiamo avuto come allievi prima del passaggio al team Coratti. Si intravedeva la sua stoffa e i risultati poi gli hanno dato ragione. Ha davanti una carriera luminosa».
Il discorso poi finisce inevitabilmente sulla scuola cerveterana delle due ruote. «Portiamo avanti il nostro gruppo – spiega D’Annunzio – con tante iniziative sperando sempre in un futuro roseo. Attualmente abbiamo una sessantina di iscritti tra adolescenti ma anche sportivi amatoriali. Piano piano la realtà inizia a crescere. Il nostro impianto ha ospitato la finale del trofeo Coni, lo scorso luglio, con successive tappe che si sono svolte ad ottobre a Catania. Organizzare una manifestazione regionale comporta sacrifici ma noi ci siamo».
Sport e natura insieme? Tutto possibile grazie anche ai percorsi naturalistici che offre il territorio etrusco. «Rispettando l’ambiente nel modo più assoluto – prosegue – continueremo ad affrontare i nostri sentieri archeologici anche nei pressi della Necropoli. Bisogna sempre distinguere il Parco archeologico dall’area della Sovrintendenza, a cui ci siamo sempre rivolti per l’organizzazione di eventi. E bisogna fare una distinzione tra noi, professionisti in bici, e qualche ragazzo che invece in modo inopportuno si dirige con le moto o i motorini all’interno del sito. Qualcuno vorrebbe fare di tutta un’erba un fascio.
Chiarito questo passaggio, c’è da dire che si fa molta attenzione anche a ripulirli i sentieri. L’attività sportiva all’insegna del rispetto della natura. Un mix che ci appartiene e che vorremmo affinare sempre più con il passare del tempo».
Tanti sacrifici, economici e non solo, per questa associazione che si sta facendo conoscere anche per i risultati singoli e di gruppo. «Ci sarebbe veramente bisogno – è l’appello lanciato dal direttore tecnico della Tirreno Bike Cerveteri – di un appoggio istituzionale e anche di un’incentivazione di sponsorizzazioni che possano aiutarci magari nelle piccole cose. Delle migliorie che possano riguardare la struttura dove ci si allena, nei pressi dello stadio Galli. Tanti aspetti riguardano la gestione di un’area adibita al ciclismo: la movimentazione della terra, la bonifica e la pulizia dell’erba, la realizzazione di spogliatoi o altri moduli. Nel gruppo abbiamo giovani che sono considerati agonisti già a 13 anni».