LA RISCOPERTA DEGLI IMMUNOMODULANTI NELLA PROFILASSI DEL COVID19

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curcuma longa

Nel trattamento del Covid-19 disponiamo finora di farmaci o rimedi immunomodulanti  – immunostimolanti nella prevenzione, di terapie domiciliari precoci (purtroppo troppo poco prese in considerazione né sperimentate su vasta scala di pazienti), di farmaci monoclonali nella cura vera e propria.

mononucleosi
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Il vaccino specifico è però l’arma più efficace perché previene le forme gravi tali da portare in terapia intensiva. Il suo limite (quello di questo vaccino sia adenovirale tradizionale che a base di mRNA innovativo) ha però ha un limite preciso: la sua data di scadenza, vale a dire la durata dell’immunità che ci offre. L’ennesima scoperta, quella più recente, è stata quella di un vecchio farmaco immunomodulante costituito da un “lisato batterico liofilizzato” (Bronco Munal). E’ da più di 40 anni utilizzato nella prevenzione della BPCO (broncopneumopatia ostruttiva cronica) al fine di evitare reinfezioni batteriche. Nel lisato liofilizzato ci sono diversi batteri: emofili, diplococco, klebsielle, stafilococco aureo, streptococco piogene e viridans, neisserie. Il Bronco munal (Ismigen, altro nome commerciale) sarà veramente in grado di impedire al Covid19 di attaccarsi alle cellule polmonari? (lo esprimo in parole povere ma comprensibili). In attesa di studi clinici su vasta scala non trovo niente di nuovo sul fronte occidentale. Conoscevamo già la timostimulina e la timopentina utile nella compromissione dell’immunità cellulo – mediata e anche nell’immunodeficienza primitiva. E anche il Pidomidol (Pigitil 800 mg die/os)

Recentemente ho richiamato l’attenzione  sui rimedi naturali: uncaria tomentosa, sambucus, zinco, lattoferrina, resveratrolo, vit. C. Siamo sempre nel campo degli immunomodulanti, immunostimolanti. La loro azione, a differenza di quella vaccinale che agisce di più sul linfocita B, ossia il “braccio umorale” anticorpale, è più specifico sui linfociti T , cellula mediati, macrofagi, cellula NK (natural killer). Se rinforziamo complessivamente il nostro sistema immunitario potremmo essere più resisitenti alla reinfezione virale, comprese tutte le sue varianti. In Giappone, leader monduiale nel Covid19 per malati infetti e decessi, la fitoterapia, a differenza che da noi occidentali, è molto studiata e valorizzata.

I miei studi riguardo agli immunomodulanti nelle malattie virali si sono concentrati sulla Curcuma longa. Si utilizza la radice della pianta (rizoma) ì, nota anche come Zafferano dell’India e chiamato Tumeric in Inglese. Appartiene alla famiglia delle Zingiberacee. Presenta un principio attivo, la Curcumina, facente parte del fitocomplesso che possiede notevoli e differenti proprietà clinico – terapeutiche. Quello più conosciuto ed utilizzato nel mondo occidentale è l’attività coleretica e colagoga con miglioramenti delle turbe funzionali dei processi digestivi e riduzione dell’epatopatia cronica. (Commissione E 1955) e vari ricercatori (Gupta B, Brunetton J. hanno rilevato anche un effetto citoprotettivo a livello gastrico con effetto inverso ad alte dosi che sarebbe invece ulcerogene. Il principio attivo, la curcumina, presenta sempre una duplice azione dosedipendenti tanti da renderle di una certa utilità, se venisse studiata con finanziamenti idonei, come antinfiammatorio con bassissima tossicità. La curcumina è a metà strada tra i fans ed i farmaci steroidei (cortisonici). Qual è la sua duplice azione? <<La prima sulla ciclogenasi, via sulla quale agiscono gli antinfiammatori non steroidi (Fans); la seconda azione è sulle lipogenasi, via sua quale agiscono gli antinfiammatori steroide>> (E. Campanini. Dizionario di fitoterapia e piante medicinali 1998). L’aspetto che per me, in questo periodo di pandemia, è stato più interessante riguarda le proprietà antivirali. Già nel 1995 Mazunder A e altri, in Biochen. Pharmac. Rilevò la capacità della curcumina di inibire l’integrazione del virus inserendo il suo genoma in quello delle cellule ospite umane. Il marcato inserimento del genoma non è affatto inferiore già citato Bronco Munal,ciò grazie all’inattivazione di enzimi peculiari del virus capaci di agganciarsi alle cellule dell’organismo umano.

La mia esperienza nella profilassi del Covid19 su cinquanta casi, osservati in circa 6 mesi di pandemia, è stata molto positiva. La Curcuma longa (domestica) una cps da 0,5 grammi tre volte al giorno lontano dai pasti per tre settimane al mese impedisce l’aggancio del virus alle cellule polmonari. Sia prima che dopo essere stati vaccinati i pazienti non hanno avuto più alcuna ricaduta.

Aldo Ercoli