OLTRE GLI SGUARDI CROMATICI
di Alessia Latini
È una danza dei colori che guarda ai sentimenti e alle relazioni, che trascrive e libera in forme sinuose e vivaci riflessioni profonde, che guida l’osservatore in mondi immaginari e immaginati frutto di una realtà traslata attraverso l’intuizione di quell’atto che si fonda sulla creatività. Le tele di Antonella Pirozzi sono tragitti che attraversano scenari onirici le cui radici affondano in quei moti dell’esistenza a volte dimenticati o semplicemente non pensati.
Originaria di Napoli, presto trasferitasi in Svizzera, è qui che la Pirozzi segue dei corsi di decorazione, con la pittura su legno, che la riavvicinano a quella passione per il disegno che nutriva sin da bambina. Comincia così a dedicarsi all’arte, studia tecniche e applicazioni. Tornata in Italia continua il suo percorso, frequenta nuovi corsi, inizia un tragitto tutto suo.
Antonella Pirozzi è artista attenta. All’arte, al mondo, alla vita. Quello che lei attua, è un dialogo silenzioso con la pittura prima e con il confronto, con le impressioni, con le interazioni che le sue opere stabiliscono poi. Numerose le mostre alle quali ha partecipato fino a oggi. Diversi i progetti ai quali guarda e di cui mi parla, accanto alla sua ultima produzione quando la incontro a Ladispoli, città in cui vive.
Alternando acrilici e oli – a volte unendoli – nelle sue tele la pittrice ci porta in percorsi lirici dove ad emergere sono non di rado i sentimenti, l’amore, l’amicizia, che l’artista esplora con quei tratti delicati che pure affermano la loro incisività. Le tele della Pirozzi non urlano ma dichiarano con forza di non guardare alla superficialità.
Vedute stilizzate o semplicemente suggerite ospitano figure dai tratti dinamici che esplorano e condensano messaggi di unione e solidarietà. Linee sottili uniscono elementi immateriali, sinuose si intersecano tra i colori, guidano a visioni armoniche nelle quali il fantastico conduce infine a una magnifica realtà. È la scelta dei colori che in verità guida.

Lo sguardo attento dell’artista cattura la luce, ne elabora i riverberi, ne propone i suoi impatti. Partecipano alle amabili corrispondenze le tinte tenui eppur decise mentre energiche sfumature cromatiche si incontrano in sfondi che l’autrice elabora con tratti fluidi e continui. Ecco che l’approdo all’astratto – in realtà già presente in molte opere, in realtà mai assoluto – di nuovo decostruisce e riformula ulteriori spazi, di nuovo rielabora e contrappone le linee e la luce in quelle geometrie rese effimere dal loro equilibrato contaminarsi.
L’universo femminile trova largo spazio in questa produzione. Ad esso l’artista affida un ruolo comunicativo che si esplica attraverso quella ricercata gestualità. Eccola quella solidarietà, eccolo quel sentimento di unione auspicabile e auspicato. Le braccia tese, le pose dell’ascolto e del conforto, le dita che tengono le fila di una nuova anelata positività.