La memoria storica del principe Sforza Ruspoli

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del principe Sforza Ruspoli. In merito alla vicenda relativa allo Stadio della “Roma” con gli arresti che ne sono conseguiti, ho potuto constatare, per esperienza vissuta e conoscenza di metodi che non ho mai accettato e ho denunciato, quanto segue: già da prima che venissero istituite le Regioni, al Ministero dei Lavori Pubblici, sotto alcune reggenze e con la complicità di taluni funzionari, non venivano approvati progetti urbanistici se non fosse stato pagato “il pizzo”, cioè un prezzo per molti anni fissato in mille lire a metro cubo. In sostanza chi non pagava non aveva nessuna possibilità di edificare. In seguito l’Urbanistica, con l’istituzione delle Regioni, è stata sempre fonte di finanziamenti illeciti ai partiti elargiti con accorgimenti raffinati. Del resto è stato consentito ai boss delle Regioni di poter esercitare il potere discrezionale senza avere doveri ne responsabilità. La responsabilità, infatti, venne trasferita con la legge Bassanini ai funzionari preposti alle firme. Accade che quando costoro vengono arrestati, si avvalgono, nella maggior parte dei casi, della facoltà di non parlare, assicurandosi così, all’uscita dalle galere, una sicura carriera. Nei paesi democratici la pianificazione urbanistica, coi relativi piani particolareggiati, viene fatta dalla pubblica amministrazione che prevede l’espansione delle città con almeno cinquanta anni di anticipo. Ed è impossibile riuscire a modificare quelle pianificazioni o quei territori protetti da vincoli. Da noi volutamente non si pianifica nulla con grande anticipo e mai con piani particolareggiati. Nel Lazio, per fare un esempio, la Provincia di Roma con delega della Regione realizzò d’accordo con i Comuni una pianificazione territoriale; furono anni di lavoro e di grande spesa per i contribuenti che portarono nel 2010 al decreto di approvazione con le firme di Zingaretti (allora Presidente della Provincia e dell’Assessore Civita). I Comuni avevano l’obbligo di recepire entro il termine massimo di cinque anni questa pianificazione sovraordinata ma quando Zingaretti è diventato Presidente della Regione Lazio ha fatto di tutto per bloccare e stravolgere questo piano che lui stesso aveva controfirmato da Presidente della Provincia. Quale lo scopo? Medito sul fatto che il blocco dei lavori edilizi che ha lasciato a casa almeno 100.000 operai edili disoccupati poteva favorire lo smaltimento da parte delle Banche, a prezzi sostenuti, degli enormi stock di immobili rimasti in pancia. Inoltre i costruttori proprietari di terreni non inclusi nella pianificazione potevano nutrire la speranza di essere accontentati e favoriti con la complicità dei nuovi sindaci. Mi soffermo inoltre sul particolare che i terreni della provincia di Roma sono quasi tutti coperti da vincoli. A questo proposito ricordo una incitazione, direi storica, di un importante democristiano il quale spingendo i funzionari a mettere vincoli dappertutto affermava “Perché poi per toglierli ci devono dà li sordi”. Sarebbe opportuno rifare la storia di come sono nate talune fortune laziali, ossia quegli “imperi territoriali e del mattone”. Si scoprirà che il partito comunista in accordo con la DC ha selezionato a partire dagli anni ‘ 50 persone umili, intelligenti, capaci e leali, cioè muratori, imbianchini, falegnami, portantini per farsi finanziare, dopo averli arricchiti. Un sistema condensato in quella famosa frase: “A Fra’ che te serve?”, che dimostra come ogni politico importante avesse i suoi uomini di grande fiducia a disposizione per foraggiare il partito. Uomini che sono stati favoriti nel credito facile e nei permessi. In questo modo i politici potevano vantare di essere nullatenenti pur disponendo dei tanti miliardi di quegli “amici” che loro stessi avevano reso ricchi. Concludo con una profezia di don Sturzo il quale dichiarò che la degenerazione della partitocrazia rischiava di trasformare la democrazia liberale in una oligarchia dittatoriale di ladri. E chissà se non ci siamo già arrivati. Mi domando se le Autorità preposte si debbano limitare a sopprimere le note criminalità che usando metodi mafiosi infestano il litorale laziale oppure se devono colpire anche concussione, corruzione e metodi mafiosi che si appalesano ai vertici del ‘sistema partitocratico’.

Sforza Ruspoli