LA DIA DI PALERMO A LADISPOLI

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UN BED AND BREAKFAST AI MONTERONI TOLTO ALLA CUPOLA DALL’ANTIMAFIA MA TRA LADISPOLI E SANTA MARINELLA SONO ALMENO 17 I BENI CONFISCATI ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA. CINQUE SI TROVANO A CERVETERI.

Inutile negarlo. Ha fatto parecchio scalpore la notizia di un b&b di Ladispoli sequestrato a Cosa Nostra. Soprattutto, si son chiesti cittadini, associazioni e comitati, come sia stato possibile visto che nessuno sapeva nulla. Fino quando poi la Dia di Palermo l’ha posta sotto sequestro perché legata ad un imprenditore siciliano finito nel vortice di questa maxi inchiesta dell’Antimafia. In totale 30 milioni di euro di beni intestati al coniuge e al figlio tra cui cinque società di capitali con sede a Roma. Nell’elenco del decreto di sequestro, emesso dalla Prima Sezione Penale e Misure di Prevenzione del tribunale di Palermo, come emerso tra l’altro in un comunicato stampa ufficiale, 38 immobili tra Lazio e Sicilia ma anche un albergo in fase di costruzione a Guidonia Montecelio e, appunto, una sorta di b&b “già pronto” ai Monteroni è una frazione agricola di circa 1.500 abitanti. Un edificio in realtà nascosto nel verde pur se in vicinanza di un deposito giudiziario di veicoli. Neanche gli abitanti avrebbero mai pensato che la Cupola avesse allungato i suoi tentacoli in una campagna ladispolana a non molta distanza dalla statale Aurelia. Non si sa neanche quando siano iniziati i lavori. Eppure sono molti altri gli immobili sul litorale tolti dallo Stato alla criminalità organizzata.

diaVille e appartamenti. Un magazzino e poi un’attività commerciale in pieno centro urbano. Tra gli otto patrimoni schedati sul sito Anbsc (Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), soltanto tre finora sono stati acquisiti a patrimonio pubblico. Proprio nel mese di febbraio la giunta comunale aveva avuto il via libera per prendere possesso di un locale in via Genova per realizzare la “Cittadella della Solidarietà”, un progetto concreto per ospitare le associazioni umanitarie e ben celebrato naturalmente. Nel 2013 la villa della Banda della Magliana a Marina San Nicola è passata di fatto alla Capitaneria di porto che tuttora svolge il proprio servizio, mentre nel 2016 un’altra abitazione delle cosche si è trasformata in un centro anti-violenza per le donne ed ovviamente per ragioni di privacy non ne viene indicata neanche la località. Il sindaco non vuole fermarsi qui. “Probabilmente si tratta di un immobile – aveva chiarito Alessandro Grando nei giorni scorsi – al momento solo sequestrato e non confiscato. Attenderemo naturalmente sviluppi e che, come avvenuto in passato, ci chiami la prefettura per un tavolo nel quale si certificherà eventualmente un’acquisizione a patrimonio pubblico. Vale per la struttura ricettiva nelle campagne dei Monteroni, vale per le tutte le altre”.

diaDopo Ladispoli anche Cerveteri. Nel territorio etrusco, come riporta sempre il portale Antimafia, sono cinque gli immobili sequestrati ai clan, tra cui appartamenti e garage nella frazione di Cerenova, una casa a Valcanneto e un terreno agricolo a Cerveteri. Si attivano i movimenti locali. “Sarebbe un bel passo in avanti – sostiene Enzo Musard, presidente del comitato Cerenova-Campo di Mare – che i siti sequestrati ai malavitosi siano destinati ai servizi sociali. La città ha strutture carenti o in alcuni quartieri direi inesistenti. Mancano asili, Rsa, alloggi popolari e centri ludico-sportivi, specie per l’infanzia”. Risponde il sindaco cerveterano. “Non ne ero ancora informato – dice Alessio Pascucci – ma questo non vuol dire che non ci attiveremo, anzi faremo di tutto per far sì che quello che una volta era della criminalità organizzata possa diventare nostra. La città ne ha bisogno e ci attiveremo”. E altri immobili, almeno quattro, risultano posti sotto sequestro alla mafia nel comune di Santa Marinella.