La demonizzazione della terapia farmacologica anti Covid-19. Perchè ci sono tanti morti in Italia?

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Dottor Professor Aldo Ercoli
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Abbiamo troppi morti per Covid-2 in Italia. In questa nefasta classifica siamo secondi solo dietro al Belgio. Una medaglia d’argento che non ci fa onore, ne ci piace. Tra i diversi motivi (mancanza di un piano pandemico aggiornato che risale al 2006, organizzazione di una medicina territoriale con conseguente isolamento domiciliare ed intasamento dei pronto soccorso con conseguente sovraccarico ospedaliero etc) sono del parere che non si è voluto instaurare una terapia utile nelle prime fasi della affezione virale. L’OMS ha sistematicamente messo al bando farmaci e altri impieghi terapeutici che l’esperienza empirica avevano dimostrato di essere efficaci. L’idrossiclorochina è stata brutalizzata: non solo si è detto che non funziona ma che provoca malattie cardiologiche, persino effetti neurologici psicotici tali da portare anche al suicidio. Mi domando. Questo farmaco conosciuto sin dal 1934 è stato per 80 anni efficacemente un validissimo presidio terapeutico nella cura e nella prevenzione della malaria. Personalmente l’ho impiegato per circa 40 anni: senza mai riscontrare effetti collaterali gravi. Anche l’Aifa ha deciso di negarne l’uso terapeutico contro il coronavirus.

Eppure dalla letteratura internazionale precedente risulta che gli effetti collaterali sono molto rari: lesioni corneali e retiniche, anemia emolitica in soggetti con favismo (deficit della G-6.PD), neuropatie periferiche. Uniche controindicazioni sono l’ipersensibilità (comune a tutti i farmaci), gravidanza e allattamento. E’ bastato un recente articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet, e subito ritirato perché  “farlocco”, per criminalizzarla, e metterla al bando.

Purtuttavia l’uso di questo farmaco con spiccate proprietà antinfiammatorie ha continuato, in corso dell’attuale pandemia, ad essere impiegata in molti paesi. Tra cui l’Italia. Si tratta dello stesso presidio terapeutico che aveva efficacemente contrastato nel 2003 la Sars1 che è assai simile a quello attuale, il Covid19, la Sars 2 perché le due affezioni morbose hanno l’85% del patrimonio genetico in comune .

La mia esperienza di medico cardiologo e broncopneumologo di prima linea sul territorio è quello che l’idrossiclorochina è molto efficace, associata al macrolide azitromicina.

Se impiegata precocemente, ai primi sintomi (febbre, flogosi delle prime vie respiratorie, faringite), nel curare a domicilio il malato evita l’l’ospedalizzazione, specie se il saturimetro, utilizzato per controllare la Pa o2 nel sangue) non scenda sotto i 90. Alla pari del prof. Alessandro Capucci, anche lui cardiologo, non ho riscontrato patologie cardiovascolari. Capucci ha condotto una sua ricerca in collaborazione, con medici di medicina generale sull’utilizzo della idrossiclorochina a domicilio, sempre in fase precoce.

La tempestività di intervento è fondamentale, il suo impiego quando vi siano difficoltà respiratorie serie, chiaro indizio di polmoniti interstiziali, è del tutto inutile. Protocolli ufficiali suggerirono invece ai medici di base di fare poco e niente. Ho sentito in TV un primario medico di utilizzare solo la tachipirina (paracetamolo) per la febbre e al massimo, se questa non reagisce, assumere piccole dosi di cortisone. Mi domando. Altri paesi come la Germania, la Svezia, la stessa Francia (in questa seconda ondata autunnale), che hanno un numero molto bassi di decessi per Cov19, si sono comportati alla stessa maniera oppure hanno impiegato l’idrossiclorochina a livello domiciliare, sempre beninteso ai primi sintomi? Paolo Giuliano, un medico epidemiologo, ha riportato lo studio del collega Capucci condotto con 58 medici di base.

Su ben 350 pazienti trattati con il farmaco ai primi sintomi influenzali (in 76, come ne hanno, associato l’ azitromicina) nel 95% non è stato necessario il ricovero ospedaliero. La guerra contro la terapia farmacologica condotta dall’OMS, seguita a ruota dall’AIFA, ha colpito anche la terapia trasfusionale di plasma di pazienti guariti dal Cov19.

Eppure l’evidenza clinica empirica – scientifica aveva dato eccellenti risultati nelle forme polmonari anche più gravi.

Basti pensare a quello che è avvenuto in Italia in complessi universitari del Nord. Dal plasma di soggetti guariti sono stati ricavati e sintetizzati anticorpi monoclonali specie contro il nuovo coronavirus. Mi domando ancora sia l’idrossiclorochina che la immunoterapia passiva plasmatica costano troppo poco, sono a buon mercato? L’ultimo ad essere attaccato è stato anche il farmaco Remdesivir, un antireumatico utilizzato contro l’Ebola.

Sono rimasti solo i cortisonici (che non costano molto) e gli anticorpi antigeni monoclonali specifici sintetici (che hanno prezzi esorbitanti).

Qual è il protocollo terapeutico anti Cov19 nelle corsie ospedaliere? Non sono riuscito a trovarlo. Forse varia da caso a caso, da ospedale a ospedale, da paziente a paziente. Sarò male informato ma credo che non ci sia trasparenza.