LA PRIMA NAZIONE AL MONDO SI OPPONE ALLA TECNOGABBIA. IL PRESIDENTE CHAVES: “L’ABBIAMO FATTO NELL’INTERESSE DEL MONDO INTERO”
La notizia che tutti i tecnoribelli e i cittadini consapevoli in lotta per la prevenzione del danno elettromagnetico stavano aspettando è finalmente arrivata: un decreto presidenziale vieta il 5G in una nazione intera, si tratta della prima al mondo che si sta opponendo con forza all’instaurazione della tecnogabbia.
Si tratta della Repubblica di Costa Rica che, grazie all’azione del Presidente Rodrigo Chaves Robles, entra coraggiosamente sulla scena mondiale con un’azione legale storica intentata contro Huawei, il colosso cinese su cui adesso pende una causa unica per la giurisdizione universale.
L’accusa è pesante, corruzione e cattiva condotta contro la salute pubblica e la sicurezza nazionale. In esclusiva per l’Italia, “Oasi Sana” rilancia la notizia dello straordinario provvedimento adottato dallo Stato centroamericano, così come diffuso dalla nostra corrispondenza internazionale di Susan Clarke. Solo due anni fa, nel 2022 fu Ericsson, leader incontrastato in Europa per i brevetti sul 5G e fornitore in Italia di rete per TIM, a sollevare uno scandalo internazionale con tanto di finanziamento occulto ai tagliagole dell’ISIS pur di favorire il business delle telefonia mobile con violazioni durate almeno 17 anni e in almeno cinque paesi, tra Africa, Asia e Medio Oriente, “uno schema per pagare tangenti, falsificare i libri contabili e chiudere un occhio sulla corruzione, in Paesi come Cina, Vietnam, Indonesia e Kuwait”.
Oggi però tocca al Costa Rica. “Questa mossa senza precedenti, unita alle posizioni di principio della Costa Rica sulla salute e la sicurezza globali, dimostra il suo ruolo unico di leader coraggioso, trasparente e indipendente nella lotta per la giustizia.
Il presidente Rodrigo Chaves ha dichiarato che questa azione legale non riguarda solo la Costa Rica, ma anche il mondo intero.
Affrontando la corruzione e i rischi per la sicurezza informatica associati alle reti 5G, la Costa Rica sta dimostrando che anche una piccola nazione può affrontare entità potenti per salvaguardare il suo popolo e i suoi principi.
Il 12 dicembre 2024, la Costa Rica ha ufficialmente presentato una denuncia contro Huawei e il suo rappresentante locale, Yang Peng, insieme a due attuali e tre ex funzionari del Costa Rican Electricity Institute (ICE).
Le accuse includono frode, corruzione, traffico di influenze e azioni contro il tesoro pubblico relative ai contratti per l‘implementazione del 3G e del 5G.
Il presidente Chaves ha definito il caso di corruzione “uno degli scandali più sfacciati e più grandi nella storia del nostro paese”.
Frustrato dai ritardi nell’azione penale dopo un’indagine durata un decennio, ha diretto osservazioni al Procuratore Carlos Díaz: “Carlos, tick, tick, tick“.
Queste parole riflettono l’urgenza di ritenere responsabili i responsabili dello sfruttamento delle risorse pubbliche.
Questo caso riflette l’impegno della Costa Rica nell’utilizzare la giurisdizione universale, un principio legale che consente ai paesi di affrontare crimini e illeciti con ramificazioni globali. Come ha sottolineato il Presidente Chaves, “L’abbiamo fatto per il mondo”.
L’audacia della Costa Rica sulla scena globale non è una novità. È stato l’unico paese a rifiutare il Trattato pandemico dell’OMS, una decisione che ha dimostrato la sua riluttanza a cedere decisioni sanitarie critiche a un organismo internazionale con motivazioni discutibili.
Rifiutando di compromettere la propria sovranità, la Costa Rica ha dimostrato il proprio impegno nel proteggere i diritti dei cittadini dalle pressioni internazionali.
Ora, affrontando Huawei, una delle più potenti aziende tecnologiche al mondo, la Costa Rica sta dimostrando ancora una volta la propria determinazione. [..].
Sfidando sia le potenti corporazioni che le istituzioni internazionali, la Costa Rica ha dimostrato che anche le piccole nazioni possono avere un impatto globale [..]”.