LA CHLAMYDIA TRACOMATIS NELLE MALATTIE VENEREE

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RAPPORTI SESSUALI

A cura del Dottor Aldo Ercoli

La Clamidie sono parassiti intracellulari obbligati, ma, a differenza dei virus (formati da DNA o RNA) contengono sia DNA che RNA. Si dividono per scissione binaria, possono sintetizzare proteine, contengono ribosomi: cuore nel cuore della cellula, “fuoco nel fuoco” (Eros Ramazzoti).

Il loro limite? Non essere capaci di sintetizzare ATP. Per sopravvivere dipendono dall’energia prodotta dalla cellula ospite. Parassiti! Tre sono le specie che colpiscono l’uomo: la Chlamidia tracomatis, Chlamidia psittaci, Chlamidia pneumoniae. La C. Tracomatis è cosi chiamata perché provoca il tracoma, una malattia grave degli occhi che è responsabile della maggior parte dei casi di cecità nel terzo mondo. Ma non solo.

E’ causa di diversi disturbi genitourinari trasmessi per via sessuale, come uretriti, salgingiti (turbe ovariche nella donna) e linfogranuloma venereo (LGV). Sono circa 8 milioni i soggetti affetti ogni anno da questa clamidia nei paesi occidentali. Nelle donne con cervicite (collo dell’utero) e negli uomini eterosessuali con uretrite si associano spesso con la gonorrea (provocata da gonococco Neisseriae gonhorreae).

Una singola sola dose terapeutica somministrata debella l’uretrite gonococcica ma l’uretrite non scompare. La cefalosporina intramuscolare non la scalfisce. Il 20-40% dei casi di infezione dell’uretra non dovuta al gonococco, negli uomini eterosessuali, è imputabile alla C. Tracomatis, mentre è molto meno frequente tra gli omosessuali.

L’epididimite (infezione dell’epididimo che spesso si accompagna all’orchite, “tutto il testicolo”) la riscontriamo nei maschi eterosessuali di età inferiore ai 35 anni (70% dei casi). Ed è sempre lei, la C. Tracomatis, la maggior responsabile. Più del gonococco.

I giovani accusano dolore scrotale unilaterale (quanti ne ho visti!), febbre con dolore locale. Talvolta solo tumefazione dell’epididimo. La proctite (infiammazione dell’ano) riguarda entrambi i sessi dediti a rapporti anali recettivi. Nei maschi omosessuali la patologia può essere sostenuta sia del ceppo genitale che da quello del linfogranuloma venereo (LGV) della C. tracomatis. I pazienti accusano un modesto dolore rettale, secrezione mucosa, tenesmo (sensazione di bruciore con bisogno continuo di defecare) e, solo occasionalmente, sanguinamento.

Il proctologo, all’anoscopio, riscontrazi one di mucosa friabile e secrezione mucopurulenta, più di rado gravi ulcerazioni, nel linfogranuloma venereo. La cervice mucopurulenta (flogosi dell’ epitelio colonnare e del tessuto sottoepiteliale dell’endocervice femminile) è la più comune sindrome a trasmissione sessuale nelle donne e può portare a malattia infiammatoria pelvica (MPV).

E’ causata più frequentemente da C. Tracomatis, solo talvolta da Neisseriae gonorraeae. L’esame ginecologico può rivelare la malattia fino al 50% dei casi nonostante siano molte le donne infette senza sintomi né segni clinici. Nella sindrome di Reiter (congiuntive, uretrite e cervicite nelle donne, artrite) la C. Tracomatis è stata riscontrata nell’uretra in percentuali pari al 70%.

Il linfogranuloma venereo (LGV, malattia descritta da Nicolas e Favre nel 1913) è caratterizzata da un’adenopatia (linfonadopatia) inguinale, iliaca o femorale dolorosa, che evolve lentamente verso la suppurazione sotto forma di piccoli focolai multipli. E’ la conseguenza di uno o più piccole ulcere degli organi genitali, dette ulcere semplici linfonodali. Trattasi di una malattia contagiosa che si contrare e propaga per via sessuale. Talora si manifesta sotto forma di un infezione ano – rettale, in alcuni casi complicata da ascessi , da fistole perirettali e da stenosi dal retto.

“Cuori agitati nel vento, un po’ arrabbiati perché” (Eros R.). La diagnosi è possibile con l’isolamento di C. Trachomatis tramite tecniche di coltura cellulare effettuate in centri specializzati (sensibilità del 60-80%). Trattandosi di un germe intracellulare i campioni di coltura devono includere cellule epiteliali. Più utili ed impiegate sono le metodiche di tipo non colturale. Gli esami diagnostici per la Chlamidia includono la immunofluorescenza diretta (DFA) e soprattutto i test immunoenzimatici (Enzym – Lenk ed Immunoassorbente Assay: Elisa) che hanno una sensibilità del 60-80% ed una specificità del 97-98%. Trattamento.

Le infezioni genitali non complicate vengono trattate con doxiciclina (100 mg 2 volte al giorno per via orale, per 7 giorni). In quelle complicate (es. epididimite, malattia infiammatoria pelvica) per 14 giorni. Un’alternativa assai efficace nelle forme veneree non complicate da Clamidia è costituita dall’azitromicina (1 gr. per via orale in una singola dose). Nelle donne in gravidanza è raccomandata l’eritromicina (capostipite dei macrolidi): 500 mg 4 volte al giorno per via orale per 10-14 giorni. (Goodman – Gilman. Le Basi Farmacologiche della terapia 1991).

L’eritromicina è uno dei pochi antibiotici che penetra nel liquido prostatico. Si possono raggiungere concentrazioni di farmaco che sono circa il 40% di quelle plasmatiche.

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Dottor Professor
Aldo Ercoli