Juglans regia è l’albero del noce, originario dell’Asia occidentale, oggi diffuso e coltivato in tutta Europa centrale e meridionale. Alto fino a 10 – 20 metri, con tronco che può raggiungere 5-6 metri di circonferenza, vive isolato e non può crescere in un bosco poiché le sue foglie e le radici sono ricche di jugladina, sostanza tossica per le altre piante che si trovano nelle vicinanze. In passato nonostante il suo nome “Juglans regia deriva da jovis (Giove)e Glans (ghiandola)” la sua reputazione non è stata delle migliori. Anzi.
Il noce è uno legato alle divinità dell’oltretomba: la greca Core è la Proserpina dei Romani; ai piedi dell’albero si radunavano le streghe del Medioevo. Fortunatamente però il suo frutto (la noce) lo ha riabilitato con il genere umano. Nella similitudine delle signature (Paracelso) il gheriglio (la parte interna della noce) ricorda bene l’encefalo con le sue circonvallazioni. Sinora tuttavia è, in terapia, del tutto inefficace contro la cefalea e altre malattie cerebrali.
In fitoterapia si utilizzano le foglie che trovano impiego nel trattamento sintomatico delle varici emorroidarie e dell’insufficienza venosa. Posologia: Juglan regia T,.M. 30 gtt, tre volte al giorno per almeno un mese.
Assai più interessante ed utile è il gemmoterapico (Juglans regia M.G. 1 DH 50 gtt due volte al di). Le gemme contengono una maggiore quantità di Juglone (idrossi 1,4 naftochinone) che ha, tra l’altro, proprietà antinfettivi e antinfiammatorie. <<Sperimentalmente diminuisce le beta lipoproteine, riduce l’ipergammaglobulinemia, agisce sulle cellule di kupffler (cellule stellate che si trovano nel fegato e che appartengono al rivestimento endoteliale dei vasi sanguigni n.d.r.) e sulle plasmacellule>> (B.Brigo. L’uomo. La Fitoterapia. La Gemmoterapia. 1997).
Per tale motivo le gemme del noce vengono impiegate soprattutto nell’acne (anche pustolosa), nelle micosi, e nelle flogosi recidivanti delle mucose (tracheobronchiti, cistopieliti). Credo però che l’indicazione principe, secondo gli ultimi studi, sia la sofferenza pancreatica (pancreatite cronica) con soprattutto disturbi funzionali quali malassorbimento intestinale, flatulenza, meteorismo post prandiale (specie cibi grassi), steotorrea, ossia grasso nelle feci (E.Campanini. Manuela pratico di gemmoterapia.1996).
L’attività antinfiammatoria a livello pancreatico migliora la dispepsia, sia biliare che gastroduodenale, il malassorbimento, la creatorrea (eccesso di protidi nelle feci), la steatorrea (diarrea grassosa), l’amilorrea (amilasi nelle feci). Ricordo che l’amilasi pancreatica è un fermento che scinde l’amido ed il glucogeno durante la digestione intestinale in destina e maltosio.
Le gemme della Juglans regia sono utili anche nelle forme, pur rare, di pancreatite cronica dovuta a cause iatrogene (cortisone, estrogeni, diuretici tiazidici, furosemide, tetracicline, rifampicina, valproato di sodio). Importante è prevenire le forme dolorose o ricorrenti, le complicanze (cisti intrapancreatiche, stenosi della papilla di Vater etc.).
L’attività antinfiammatoria ed antinfettiva delle gemme è di lunga durata. Sono attive sia contro lo Streptococco che lo Stapylococco;contrastando anche i germi che si sviluppano a livello delle mucose (trachea, bronchiti, intestino). Il gemmoterapico agisce sul metabolismo proteico (diminuisce, come detto, l’ipergammaglubinemia ed aumenta lievemente le albumine); sul metabolismo ipoproteico (abbassa i valori delle beta lipoproteine e del colesterolo).
A livello cellulare nel mielogramma possiede un’azione di stimolo sulle plasmacellule e sulle cellule epatiche di Kupffer (macrofagi epatici). Il malassorbimento da insufficienza pancreatica funzionale migliora grazie alla stimolazione delle secrezione dei succhi pancreatici: azione delle cellule Beta del pancreas. Secondo P.Heury (Bases biologigue de la Gemmothérapie. Phytembyoth[rapie. Belgigue. 1559) le gemme del noce sono utili non solo nelle pancreatite croniche ma anche nei postumi di pancreatiti acute emorragiche.
Il pancreas (posto al centro dell’intestino, in zona retroperitoneale) è il “secondo cervello” dell’organismo umano? Per il momento questa è solo un’ipotesi.
P.S. Le 50 gtt del gemmoterapico è preferibile assumere 15 minuti prima dei due pasti principali.
