Involontariamente figli e figliastri

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Anche nel nostro comprensorio è in crescita nelle famiglie il fenomeno dei Siblings, gli invisibili che subiscono contraccolpi psicologici durante la loro crescita
di Dora Scalambretti

Poche persone sanno chi sono perché loro sono gli invisibili. Spesso con disagi come ansia e depressione, dovuti ai contraccolpi psicologici subiti durante la loro crescita, sono i fratelli e le sorelle delle persone disabili. La disabilità, infatti, è una condizione che interessa tutte le persone che vivono intorno ad essa. Poco considerati dai genitori perchè presi dalle cure dei più bisognosi e spesso investiti da dinamiche sentimentali e relazionali, da soli devono dare un senso ai propri sentimenti sia nei confronti dei genitori che del fratello.

I Siblings vivono da una parte ciò che accade, dall’altra sono esclusi dalle scelte come, ad esempio, la gestione presente e futura della persona con grave disabilità. Sono stati definiti giocatori in panchina perché hanno la consapevolezza che un giorno saranno direttamente loro a doversene prendere cura ma, nel presente, non hanno nessun peso sulle scelte della gestione della squadra.

Sono varie le situazioni che influenzano la personalità dei Siblings, prima di tutte è la sensazione di solitudine per essere stati sempre  secondi e per essere cresciuti con meno attenzioni. Questa carenza di affetto li condiziona tutta la vita dando forma a un carattere schivo e introverso oppure ribelle o protettivo, comunque condizionato dal loro vissuto. Ritenuti abbastanza grandi per gestire da soli le rinunce e le fatiche ma, ritenuti piccoli per ricevere spiegazioni, i Siblings spesso non sono abbastanza informati del “male” del fratello o delle sorella. Crescere senza un confronto adeguato con adulti o con coetanei che vivono lo stesso disagio crea in loro un forte senso di colpa. Questo nasce dal sentirsi inadeguati e, contemporaneamente, nel vivere due vite, quella loro e quella del fratello o sorella con il disagio. Il senso di colpa infatti, ha origine nel non riuscire a vivere completamente nessuna delle due esistenze. Per esempio, se dedicano del tempo al fratello hanno la sensazione di aver rubato del tempo a se stessi e alla loro realizzazione. Questo, inevitabilmente, fa crescere in loro il malcontento di non essere nati in una famiglia senza l’ingombrante presenza del fratello disabile che poi, si ripercuote con la sensazione di vergogna per averlo pensato. Risentimento e rabbia verso la vita, verso i genitori che li hanno abbandonati per prendersi cura del fratello con difficoltà, rabbia verso il fratello che ha creato con la sua esistenza difficoltà e tristezza ai genitori, il tutto contrastato da un amore incondizionato e profondo verso l’indifeso fratello o sorella. Questi sentimenti continui e contrastanti creano dei disagi che troppo spesso vengono sottovalutati, ma che danno dei segnali riconoscibili del disagio che queste persone vivono profondamente e silenziosamente. Chiusure relazionali con scarse amicizie e forte timidezza. Comportamenti provocatori per richiamare l’attenzione o comportamenti di iperadattamento da bravo bambino, oppure abbiamo i Siblings perfezionisti che hanno un ottimo andamento scolastico e sportivo e che fanno di tutto per mantenere alto il livello di performance. Altri Siblings hanno veri e propri sintomi fisici come dolori allo stomaco, disturbi nel sonno, ansia e enuresi. Altri ancora, lasciandosi andare al senso di colpa, hanno difficoltà scolastiche perché inconsciamente non vogliono superare le abilità e la conoscenza del fratello disabile.

Il costruire la propria personalità confrontandosi continuamente con la disabilità implica una relativa normalità. Lo studio di questo fenomeno nasce da Don Meyer che è tra i massimi esperti mondiali e che ha offerto delle opportunità d’incontri, anche in rete, con percorsi di confronto e scambio tra fratelli dei Siblings e non da meno, dando un concreto  supporto ai genitori che si trovano a dover affrontare anche questo problema.