Inaugurazione della mostra “Cosi com’è” di Romeo Battisti

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Roma, sabato 1° marzo dalle 18,30 alle 21,30

A Roma presso la Sacripante Gallery di Via Panisperna 59 inaugurazione della mostra “Così com’è” dell’artista reatino Romeo Battisti, a cura di Isabella Cruciani, storica e critica d’arte.
L’artista invita i visitatori a riflettere su una questione fondamentale della nostra epoca: Correre o fermarsi?
Credere che tutto sia movimento e azione oppure che movimento e azione scaturiscano da un centro di quiete e di silenzio?
Fermarsi in attento ascolto può aiutarci a lasciar andare molte false identificazioni ri-creandoci da di dentro per la semplice aderenza alla nostra più intima realtà: che non è diversa dalla realtà del mondo. Non si può fare né prima né dopo, ma solo qui è ora! C’è un ritmo nell’universo al quale possiamo accordare quello del cuore, del respiro, e della nostra vita, facendo meno rumore è possibile ascoltarlo.
Questo “ritornare a casa” è meditazione. E le cose non sono più come a noi piace immaginarle ma tutto è, finalmente, Così Com’è!
Scrive la curatrice Isabella Cruciani: “Nelle opere di Romeo si genera un’atmosfera sospesa, dove il tempo sembra cristallizzarsi tra figure velate, cromatismi stratificati e strutture geometriche essenziali. Le sue tele si sviluppano attorno a una tensione tra forma e dissoluzione, tra presenza e assenza, in un equilibrio instabile che richiama la natura evanescente dell’identità.
Il ciclo di lavori intitolati Meditazione, Vuoto, Bendati, Dimensione verticale e Fleurs si articola in una sequenza di immagini che oscillano tra il riconoscibile e l’indefinito, suggerendo una dimensione introspettiva dove la materia pittorica stessa diventa veicolo di indagine esistenziale.
Sulla tela, la materia pittorica si addensa in una sintesi lirica: il segno diventa gesto meditativo, una eco di energie sottili che si manifestano attraverso il colore e la forma.
La texture della tela è attraversata da segni pittorici densi e materici che si contrappongono a velature impalpabili e tonalità rarefatte che evocano la condizione di sospensione. Tutto sembra fluttuare in uno spazio evanescente, neutro, modulato dalla luce, che sta ad indicare lo spazio del possibile dove la dimensione puramente concettuale del reale si dissolve. L’uso sapiente delle tecniche miste, dalla sovrapposizione di pigmenti alla costruzione materica della superficie, rafforza il senso di indeterminatezza e introspezione che permea ogni sua opera. Il silenzio che avvolge le figure non è un vuoto sterile, ma uno spazio di risonanza, in cui l’osservatore è chiamato a immergersi per cogliere ciò che sfugge alla semplice percezione visiva.
Le opere di Romeo emergono come un invito alla riflessione sull’ignoranza del proprio Sé, una condizione universale che caratterizza l’uomo contemporaneo. Attraverso questi cicli di opere, l’artista porta alla luce il dramma esistenziale del vivere come automi, imprigionati nei ruoli che ci vengono assegnati, soffocati dalle etichette che definiamo necessarie ma che ci allontanano da una domanda cruciale: chi siamo veramente?
Il nucleo della sua poetica si articola attorno a una tensione fondamentale, ovvero quella tra il sé autentico e il sé costruito, tra ciò che è essenza e ciò che è forma. Romeo non offre risposte definitive, né promette certezze, ma ci pone di fronte all’urgenza di indagare le energie primordiali da cui tutto ha origine. La nostra finitezza, che spesso viviamo come un limite, si trasforma nelle sue opere in un punto di partenza per un’esplorazione più profonda che porta a nuove domande. Può la nostra precarietà esistenziale aiutarci a guardare oltre i confini del concettuale e avvicinarci al mistero del Sé?
Ogni opera ci invita a uscire dal terreno sterile dei ragionamenti intellettuali per scendere sul piano spirituale, intraprendendo un processo di sottrazione la cui prima operazione consiste nel sottrarre il non-Sé per lasciare emergere il Sé autentico. Questo gioco di spoliazione ci porta a staccarci dalla concezione puramente simbolica del mondo, riconoscendo che le decodificazioni intellettuali sono strumenti della comunicazione, non della conoscenza profonda.
L’osservazione si trasforma allora in esperienza; ma siamo presenti quando percepiamo con i sensi o rimaniamo assenti, persi in un flusso di pensieri e concetti?
L’esperienza che l’artista evoca è una forma di risveglio, un momento in cui, attraverso il flusso di percezioni e sensazioni, sorge un testimone di consapevolezza. È qui che si manifesta la vita vera, quella slegata dagli oggetti, dalle proiezioni, dalle distrazioni. È l’esistenza pura, non mediata. È questo il culmine del percorso artistico e spirituale: non trovare risposte, ma abbracciare il mistero stesso dell’esistenza, riconoscendo che la vita non è altro che presenza, qui e ora.
In questo senso, le opere di Romeo Battisti non offrono una via di fuga, ma un ritorno, una chiamata a essere”
La mostra resterà aperta fino al 19 marzo 2025 presso Sacripante Gallery, Via Panisperna 59, Roma. Vernissage Sabato 1 Marzo h 18.30
Note sull’artista
Romeo Battisti è nato a Poggio Bustone (Rieti, Italia) dove vive e lavora. Da sempre appassionato d’arte, si è laureato presso l’accademia di Belle Arti dell’Aquila.
Ricercatore e sperimentatore nella vita e nell’arte, ha sempre cercato il senso delle cose oltre l’apparenza. Sondando più da presso i luoghi comuni, l’apparente separazione dell’uomo può dissolversi e rivelarci la nostra integrazione con il mondo. Senza preclusione per oriente o occidente questi temi diventano linfa vitale e trapelano nella sua arte.
Per info:
06 48 90 34 95
Andrea Macciò