Il viaggio tra i colori e la materia di Christine Ames

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di Alessia Latini

Le linee e le forme si incontrano per poi dissolversi attraverso un’interpretazione artistica che guarda a una ricerca materica e cromatica in continua evoluzione. Le opere di Christine Ames aprono lo sguardo a visioni silenziose ma mai veramente immobili, a vedute dai confini estesi, a spazi di colore che non di rado si dilatano costituendo atmosfere che sembrano sfuggire a un tempo che pure suggeriscono evocandolo.

Incontriamo l’artista a Cerveteri, tra quei colori con i quali, tra l’Italia e gli Stati Uniti – a Oceanside in California – realizza le sue tele. Nata Christine Ishikawa in Illinois, a Chicago, da genitori di origine giapponese, l’autrice sin da giovanissima dimostra la sua predisposizione all’arte. È al liceo che un insegnante la incoraggia a partecipare a un concorso artistico per gruppi di studenti e per il suo talento viene selezionata per esporre in un tour mondiale sponsorizzato dall’Art Institute of Chicago. Poi la laurea in Biologia e in M.B.A. (Master of Business Administration), una carriera svolta nell’ambito della ricerca, delle vendite e del marketing fino a tornare a dedicarsi, alcuni anni fa, alla sua originaria passione: l’arte.

Diverse le mostre realizzate fino ad oggi e le opere apparse su alcune riviste d’arte americane. La campagna di Cerveteri, spiega, ispira molti suoi lavori. Dedita all’astratto, i suoi dipinti sono viaggi che guardano alla sperimentazione, attraverso accostamenti e sovrapposizioni materiche e intersezioni cromatiche. Partendo dall’acrilico, con il quale la pittrice ha iniziato il suo percorso, sulle tele giungono ben presto inchiostri, carboncini, collage. L’artista dà largo spazio ai colori complementari, li unisce, li confronta, li separa. Tre gli elementi da cui parte la sua ispirazione, come lei stessa spiega, la natura, la scienza e l’architettura.

Quello di Christine è un viaggio che si concentra sulla linea, sul colore, sulla forma e, come ci illustra, sulle relazioni dell’una con l’altra. Un viaggio orientato ad un processo in continua evoluzione che guarda a quell’equilibrio compositivo tanto caro all’artista.

Campeggiano negli interni la luce e i suoi riflessi, laddove alcune linee si infittiscono e le trasparenze sottintendono con forza la loro presenza. È una visione che si immerge nell’armonia e nel silenzio quella di “Orizzonti mutevoli”, mentre “Il soggiorno” definisce ogni suo spazio attraverso importanti tratti espressivi ed evidenti contrapposizioni cromatiche. La materia acquista una valenza fondamentale, nel suo utilizzo e in ciò che rappresenta all’interno di queste finestre che si affacciano su proiezioni di mondi che il punto di vista artistico cattura, elabora, scompone e restituisce attraverso incisive proiezioni e rivisitazioni.