Il vampiro Dracula era un malato. Altro che favola!

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Il vampiro Dracula era un malato. Altro che favola!

Dottor Professor Aldo Ercoli
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Non è la prima volta che mi occupo di Dracula. Credo nemmeno che sarà l’ultima.

Il mio interesse per il protagonista dell’omonimo racconto del 1897 di Bram Stoker non ha non ha finalità di cronaca nera, sia letteraria che cinematografica: da Nosferatu il vampiro (1922) al Nosferatu il principe della notte, altri film si sono ispirati a Dracula. Non riesco a togliermi quasi mai il camice bianco da medico, non ci posso fare niente, è più forte di me. Il mio ipotetico interlocutore Tristano Della Pietra non si lascia sfuggire l’occasione prima di punzecchiarmi e poi, anche di ridermi in faccia.  <Aldo, ma credi ancora alle favole?> – mi domanda tra l’ironico ed il compassionevole – <Le storie di cronaca nera o i romanzi con la stessa trama è vero che attirano come i film horror l’attenzione morbosa quasi collettiva di un essere mai esistito> incalza provocatorio Tristano. Gli rispondo facendomi scudo di una breve frase <In ogni favola o racconto mitologico, c’è sempre un fondo di verità>.

Non ho alcuna intenzione di bisticciare con Tristano, non voglio essere come “quelli che litigano in TV” già richiamati dalle note musicali di Franco Battiato: “quante stupide galline che si azzuffano per niente!”. E poi con chi dovrei alzare la voce? Mi chiedo. Con lui che non esiste se non nella mia immaginazione? Tristano si che è un vero fantasma. Dracula no, perché è veramente vissuto. Ancora oggi sopravvivono i suoi discendenti che non usano più però gli aguzzi e micidiali canini “per succhiare il sangue”. Soprattutto nei Balcani ma anche in Germania orientale e in Russia vi sono centinaia di individui affetti dalla malattia di Gunther: la porfiria eritropoietica congenita (si trasmette in maniera autosomica recessiva o dominante tramite il cromosoma X). Le porfirie sono patologie metaboliche, ematologiche, causate dalla parziale alterazione dell’attività di uno degli otto enzimi coinvolti nella sintesi dell’eme, vale a dire del gruppo prostetico dell’emoglobina, una proteina contenente ferro e deputata alla respirazione, che è presente nel nostro sangue.

E’ costituita dall’unione di una globina (globulina diversa da specie a specie di vertebrati) e appunto l’eme, il gruppo prostetico che contiene ferro. L’ossigeno fissandosi sull’eme, la trasforma in ematina. Pertanto l’emoglobina diventa ossiemoglobina che è alla base della funzione respiratoria e del trasporto di ossigeno a livello cellulare. <A professò hai finito? Mi spieghi che c’entra con Dracula?!> – di nuovo irrompe tumultuoso e un po’ sguaiato il Della Pietra.

Stavolta non me la posso certo cavare con una semplice frase. Devo dare delle giuste spiegazioni a Tristano. La porfiria eritropoietica congenita, scoperta da Gunther è una malattia della biosintesi dell’eme. Sostanze metaboliche errate, le porfirie, che derivano da anomali globuli rossi del midollo osseo tramite il plasma, vengono depositate quale materiale di scarto (come fossero immondizie sotterrate nella “terra dei fuochi”) sulla pelle causando sensibilizzazione ai raggi solari.

La pelle si gonfia, si arrossa, brucia, è pruriginosa, si fessurizza (si spacca), talora vi sono vescicole o bolle, più spesso restano cicatrici mutilanti. <Comincio a capire dove vuoi arrivare. Questi poveri malati devono stare lontani dalla luce, né tantomeno vedere il sole, perché questa “robaccia” che hanno sulla pelle gli provoca sofferenza e sfregi. Possono uscire solo di notte. Mo che c’entrano i vampiri assetati di sangue?>.

Tristano mi è stato pazientemente ad ascoltare. Ora che una luce, pur fioca, una improvvisa scintilla, un barlume di conoscenza ha fatto breccia in lui, non mi resta che completare il quadro clinico della malattia scientificamente riconosciuta a livello mondiale. Io la chiamo la “patologia di Dracula”. <Vedi amico mio> – torno a rispondergli – <la malattia di Gunther non presenta solo queste manifestazioni cutanee. Nella forma “draculesca” più grave vi è carenza di globuli rossi (anemia) quando la produzione di eme è fortemente limitata. Questi disgraziati in passato per sopravvivere dovevano “succhiare sangue” oppure autoiniettarselo sottraendolo a delle povere vittime che morivano dissanguate. “Mors tua, vita mea”. Erano questi vampiri degli esseri mostruosi con brutte cicatrici sul viso e particolarmente irsuti (pieni di peluria). Ciò contrastava spaventosamente con la pelle bianca spettrale (anemia). Capirai che paura si poteva avere incontrandoli minacciosi a notte fonda.

Di giorno se ne stavano al buio perché la luce gli lacerava la pelle. <Ma perché oggi non se ne parla più? I Dracula, i Nosferatu, questi spietati vampiri che si coprivano con il mantello dove sono finiti? Sono scomparsi come dei fantasmi?>.

E io di rimando:<No Tristano, ci sono ancora anche se ridotti a qualche centinaio ma vengono curati. Oltre alla prevenzione di non esporsi alla luce che loro già conoscono, la medicina utilizza filtri altamente protettivi (SPF 26 o più), consiglia il beta-carotene che ha un’azione protettiva e nei casi più severi ricorre alla trasfusione di sangue (come artigianalmente faceva Dracula).

Tristano tace, chissà dov’é. E’ lui un vero fantasma. Pur essendo il sottoscritto stato più volte in Romania assieme al collega Domenico Parlavecchio (Bucarest – Università tre) non ho mai visto un vampiro. Forse avrei dovuto puntare sulla Transilvania e non sul mondano-turistico Mar Nero (Costantia, Naudari, Procineski, etc). Non essendo un fantasma avevo altre esigenze oltre quelle medico-scientifiche. In certe occasioni il camice me lo sono tolto. Ma che avete capito? L’ho fatto per mettermi in costume da bagno!