IL GREEN PASS MONDIALE E “IL GOLPE SILENZIOSO”

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Il 14 giugno 2021 venne istituito il “green pass” europeo per viaggiare.

Allora mettemmo in evidenza la natura dispotica della normativa legata a questo dispositivo, quanto fosse pericolosa sul piano sociale e politico, segnando una svolta autoritaria e la fine delle democrazie liberali occidentali. Un mese dopo, ciò che temevamo si concretizzò: il 22 luglio 2021 l’allora premier Mario Draghi in conferenza stampa pronunziò la Grande Menzogna in virtù della quale venne innescata la campagna di odio verso i non vaccinati, affermando che il green pass è “garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose”.

Poco importava che il così detto “fallimento vaccinale” fosse già noto nei primi mesi del 2021 quando erano scoppiati dei focolai tra sanitari vaccinati, che il vaccino non impedisse la trasmissione e che la protezione vaccinale fosse evanescente fino a diventare negativa. Poco importava che le segnalazioni degli effetti avversi stavano arrivando a ritmo serrato e che qualche settimana prima, Camilla Canepa, dopo la vaccinazione, fosse deceduta a soli 18 anni per trombosi al seno cavernoso ed emorragia cerebrale. A nessuno importava della verità e la Grande Menzogna fu diffusa: da quel momento iniziò la segregazione dei non greenpassati che via via sarebbe diventata sempre più aggressiva.

“D’altra parte – come sottolinea lo scrittore Davide Rossi – illudersi che tutto il marchingegno messo in piedi in questi tre anni fosse una tantum e non una prova generale di qualcosa che sarebbe diventato strutturale era da ingenui”. Era evidente che quello che stava accadendo – di una gravità inaudita sul piano dei diritti umani – supportato da un allineamento straordinario di media, politica, magistratura, ordini professionali, FdO, come mai si era visto nella storia della Repubblica, non si sarebbe concluso con la fine della pandemia. La stessa Meloni non ha mai disinnescato il dispositivo legislativo del Green Pass prorogato da Draghi fino al 2025.

Nei mesi scorsi, segnali inequivocabili di un ripristino del green pass in forma potenziata provenivano dall’Ue, dal G20, dal WEF. E così è successo. È successo che il 5 giugno scorso l’OMS e la Commissione europea abbiano lanciato “una storica partnership per la salute digitale” siglando l’accordo per istituire il green pass mondiale, operativo da subito, “un sistema globale dell’OMS fondato sull’eredità dell’UE” dei certificati digitali covid 19. Si tratta della prima pietra su cui edificare il “passaporto sanitario globale” al fine di “facilitare la mobilità globale” (ostacolando chi non ce l’ha) e “proteggere i cittadini dalle minacce sanitarie attuali e future, comprese le pandemie. Si tratta del primo elemento costitutivo della rete globale di certificazione della salute digitale dell’OMS (GDHCN) che svilupperà un’ampia gamma di prodotti digitali per offrire salute migliore a tutti” (cit. Corriere della sera).

Il suo uso potrà dunque essere allargato a qualsiasi cosa sia ritenuta una minaccia per la nostra salute da parte dell’OMS, una organizzazione finanziata prevalentemente da privati. Tra i grandi donatori, oltre agli USA e agenzie come la Banca Mondiale, figurano colossi della farmaceutica come GlaxoSmithKline e Novartis, ma soprattutto la Bill & Melinda Gates Foundation, che dal 2010 è diventata il secondo donatore dell’OMS, fornendo il 10% di tutti i fondi. Fondazione che investe enormi capitali nell’industria dei vaccini. “Gates ha preso in ostaggio l’OMS e l’ha trasformata in uno strumento di potere personale che esercita per il cinico scopo di aumentare i profitti farmaceutici. Ha giocato un ruolo cruciale nella demolizione dell’infrastruttura della sanità pubblica a livello globale” ha dichiarato Vandana Shiva.

Ricapitolando: la commissione europea concede all’OMS – ente in cui i privati fanno la parte del leone – di utilizzare la piattaforma del green pass su scala planetaria per creare un documento digitale in cui saranno inseriti i dati sanitari relativi alla vaccinazione dei cittadini e che sarà indispensabile per poter viaggiare tra gli stati. E abbiamo già visto a cosa sia servita quella piattaforma: ricatti vaccinali e distruzione della libertà individuale. Non c’è da meravigliarsi, si tratta della attuazione di accordi precedenti. A dicembre 2022 Commissione europea e OMS avevano fatto un patto di “cooperazione strategica” sulle questioni sanitarie in cui si implementava un approccio One Health – che di fatto significa che la libertà individuale può essere sacrificata in nome di una supposta salute pubblica. Approccio già pianificato a novembre 2022 dalla Commissione europea in base al quale la salute viene considerata come il bene primario in tutte le azioni politiche e perseguita attraverso la rimozione dei fattori che la minacciano- come attacchi all’ambiente, cambiamenti climatici, alimentazione e le varie emergenze umanitarie – attraverso la digitalizzazione dei dati sanitari su una piattaforma condivisa interoperabile in tutti i paesi e un accentramento dei poteri sanitari in capo all’OMS. D’altronde, tutto questo era stato messo nero su bianco all’incontro del G20 a Bali il 15/16 novembre 2022, con un accordo in cui si auspicava un rafforzamento della governance mondiale a guida dell’OMS, la creazione di il nuovo Trattato pandemico e la modifica del Regolamento sanitario internazionale (RSI) e si riconosceva alle vaccinazioni covid 19, il valore di bene pubblico globale e si santificava il green pass sottolineando “l’importanza di standard tecnici condivisi e metodi di verifica nella cornice del Regolamento sanitario internazionale per facilitare viaggi internazionali senza restrizioni”.

Durante questi mesi di oblio collettivo degli orrori del Grande Circo Covid, l’UE e l’OMS hanno lavorato alacremente a realizzare il Green pass globale, condicio sine qua non della vaccinazione universale obbligatoria, che conduce – passando per l’identità digitale, il passaporto digitale, il portafoglio digitale – alla tecno-gabbia della Smart City.

L’obiettivo è quello di andare verso restrizioni maggiori, di esautorare gli Stati conferendo un potere immenso a enti che sono nelle mani del capitale privato. “[..] l’OMS sta attualmente lavorando a un colpo di Stato silenzioso, che in caso di successo, gli garantirebbe poteri di intervento ancora più ampi negli affari sanitari degli Stati-nazione” scriveva Thomas Fazi in relazione agli emendamenti proposti al RSI in un articolo pubblicato lo scorso 6 marzo*.

E ancora: “Il successo di questo tentativo segnerebbe la trasformazione definitiva della salute pubblica globale in un modello di governance autoritario, tecnocentrico e subordinato agli interessi privati”.

*https://unherd.com/2023/03/how-the-who-was-captured/