IL CARDO MARIANO, LA PIANTA DEL FEGATO

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cardo mariano

SILYBUS MARIANUM

DI Aldo Ercoli

Il Cardo mariano (Silybus marianum) è impropriamente chiamato carciofo selvatico. Ha le foglie dotate di piccioli (porzione della foglia che unisce il lembo al fusto) e costole (o nervature mediane dette cardi) ingrossate e carnose. Cardo pertanto è il nome volgare con cui si chiamano numerosissimi vegetali appartenenti, alla famiglia delle Composte con foglie piene di spine.

I suoi frutti, chiamati anche “semi”, contengono la preziosa silimarina, e isomeri (silibina, silidianina, silicristina), oltre alla tiamina, vitamine (C,E,K) e flavonoidi. E’ il vegetale più importante per la sua attività epatoprettrice, antiepatotossica tanto da trovare impiego nella steatosi epatica (fregato grasso), epatopatie (acute e croniche,coadiuvante nella cirrosi epatica).

I frutti del Cardo mariano, oltre a stimolare le difese dell’organismo ed assicurare un dolce flusso delle vie biliari, sono in grado di favorire la rigenerazione delle cellule epatiche,danneggiate, non quelle già necrotiche.

L’estratto dei frutti della pianta, nell’intossicazione da tetracloruro di carbonio è in grado di accelerare la normalizzazione del quadro enzimatico (GOT – GPT). Saba e coll (Saba P e coll Epatologia 1979), nell’epatite virale, ritengono che la silimarina protegga le membrane epatocitarie dell’aggancio dell’agente virale ai recettori cellulari che si trovato all’esterno delle membrane citoplasmatiche.

Sono poi numerose le esperienze di laboratorio che hanno dimostrato come la silimarina si agganci alla membrana cellulare delle cellule epatiche ostacolando, persino impedendo, la penetrazione delle sostanze tossiche all’interno degli epatociti. Altre proprietà del Cardo mariano , oltre a quelle prioritarie epatoprotettive sono quelle tonicovascolari, antiossidanti, debolmente spasmolitiche ed emostatiche. E’ per tale motivo, che viene impiegato anche nell’ipotensione arteriosa e nelle sindromi emorragiche (epistassi, emorroidi sanguinanti, meno – metrorragie).

Grazie alla presenza della Tiramina, sostanza ad azione simpaticomimetica, la pianta è in grado di elevare, in modo modesto ma costante, i valori della pressione arteriosa grazie anche ad un’azione tonico – vascolare (Boruttau e Cappelberg 1921).

L’azione protettiva a carico del tessuto epatico spiega l’impiego nelle sindromi emorragiche di lieve grado. Ciò anche grazie all’azione debolmente spasmolitica. Morazzoni P. e altri (Fitoterapia 1955) hanno infine convalidato le proprietà antiossidanti della silimarina in campo dermatologico. Vi sono tuttoggi pomate contro l’invecchiamento cutaneo , favorenti i processi di guarigione nel trattamento di eritemi, bruciature, dermatite atipiche.

Per quanto concerne la tossicità ed effetti secondari, nel trattamento delle epatopatie, va evitato l’utilizzo di preparazioni alcoliche (T.M.). Nei soggetti ipertesi il Cardo mariano va utilizzato con cautela per la presenza di Tiramina.
Posologia: Estratto secco di Cardo mriano (Silybum marianum) una cps da 50 mg tre volte al giorno.

Questa pianta erborea, il Cardo mariano, è la più bella tra le tante varietà di cardi presenti in natura. Fu dedicato alla Madonna soprattutto perché la immortalava, come una creatura vegetale, alla stregua di una metamorfosi di Ovidio. Una pianta perenne il cui nome volgare (cardo) deriva dalla presenza nel fusto eretto di costole (nervature mediane, orizzontali, dette appunto cardi).

Una pianta con le costole sembra umana. Le belle foglie molto spinose, chiazzate elegantemente di bianco, simboleggerebbero il grande dolore della madre di Gesù per la crocifissione del figlio. I grossi capolini purpurei del fiore il sangue del figlio del Creatore. Una madre che soffre (le spine) in questo vegetale immortale che si trova ovunque. Una madre depressa.

Nella medicina ippocratica era proprio il fegato la sede della sofferenza che porta alla depressione. Solo nel Rinascimento fu sostituito dal cuore. Nella pratica clinica attuale ci sono in commercio dei prodotti a base di Same (200 mg/ die, Samyr 400) che hanno una duplice azione detossicante epatoprotettiva e antidepressiva.
Come poi non ricordare la Silimarina (250 mg/ die, Silliver, Legalon 70 -140 -200)?