IL CAPITALISMO DEL CONTROLLO GLOBALE: IL LATO OSCURO DELL’ERA ELETTROMAGNETICA

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DAI SELFIE AL ‘DATISMO’: IL MARKETING DELLA SORVEGLIANZA GLOBALE CONSENTIREBBE AI BIG MONOPOLISTI DI DETENERE LA PIÙ GRANDE BANCA DATI DEL MONDO, CONTROLLARE TUTTO IL PIANETA DIGITALIZZATO E SOVRASTARE GOVERNI NAZIONALI.

di Maurizio Martucci

Il lato oscuro dell’Era Elettromagnetica. Nessuno si è opposto per fermali. Con la scusa della fruibilità gratuita in nome del progresso globale, non ci hanno neppure chiesto l’autorizzazione. E così, indisturbati, a colpi di sorridenti selfie i monopolisti della Silicon Valley ci hanno fregati: cambiato lo stile di vita occidentale, i nuovi ‘padroni’ del digitale si sono impossessati del nostro tempo, stralciando privacy e diritti d’autore in ambito editoriale, musicale e cinematografico. Mercato sul lastrico, lo scippo si paga: “Ogni volta che guardate un video musicale oppure leggete un articolo o una classifica su internet finite per contribuire a questo meccanismo. Ma il ruolo di coloro che stanno al vertice dei processi decisionali che modellano internet va ben oltre: è importante capire in quale civiltà ci troviamo a vivere”.

Lo sostiene Jonathan Taplin (collaborò con Scorsese organizzando tour di Bob Dylan, ora dirige il laboratorio d’innovazione dell’Università nel Sud California) nel libro “I Nuovi Sovrani del Nostro Tempo, Amazon Google Facebook. Cosa vogliono? Vanno fermati?” in uscita per le edizioni Macro, una denuncia al capitalismo di ‘controllo’ della plutocrazia multinazionale del Web, abdicato il ‘Rinascimento digitale’ dell’originaria (e bonaria) decentralizzazione di Internet, mutata in un diabolico pericolo per l’assetto democratico.

Racconto “l’evolversi di una guerra culturale che vede schierati un pugno di miliardari libertari che hanno portato nelle vostre case Google, Amazon e Facebook”. Ignare le dinamiche degli algoritmi dietro la scelta di pubblicità personalizzate e menù imposti da Google e Amazon, Facebook avrebbe puntato sull’illusoria vanità delle ‘persone comuni’, allegramente auto-censitesi nel quotidiano in cambio di una fasulla vetrina di pubblica visibilità, col subdolo intento di generare la più grande piattaforma di controllo sociale mai registrata nella storia, tanto che solo nel 2015 il più cliccato motore di ricerca (invisibilmente custode della cronologia delle nostre navigazioni on-line) è stato investito da 560 milioni di avvisi per rimuovere contenuti: inconsapevoli, stiamo subendo una grande truffa? Se si, quale?
“Quello che dobbiamo comprendere – scrive l’autore – è che gli uomini che sono alla guida di aziende come Google, Facebook e Amazon non sono altro che la punta di un iceberg che riguarda un progetto di lungo termine per trasformare il nostro mondo”. L’infido progetto si chiamerebbe ‘datismo’, una sorta di ‘marketing della sorveglianza globale’, un avanzatissimo panopticon come processo di assemblaggio di dati biometrici che, associati ad un calcolo informatico, consentirebbe ai Big monopolisti di detenere la più grande banca dati del mondo, controllando capillarmente tutto il pianeta digitalizzato, sovrastate istituzioni, governi nazionali e organi di pubblica sicurezza, complice una deregolamentazione normativo-fiscale da selvaggio West che, ogni anno, toglierebbe persino 50 miliardi di dollari ad artisti, editori, scrittori e musicisti, defraudati dei diritti d’ingegno (ad ogni artista nel 2012 Spotify ha versato la pochezza di 0,0048$ a canzone ‘visualizzata’).

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Monitorati in modalità cumulativa e permanente i ‘sempre connessi’, lo sfruttamento arbitrario di regole precarie sarebbe l’arma in pugno della sovranità tecno-determinista della Silicon Valley: “nessuno ha mai avuto la possibilità di esprimere la propria opinione sui processi decisionali che hanno reso la Rete ciò che è oggi – chiosa Taplin – tali decisioni sono state prese da alcuni ingegneri informatici e produttori esecutivi di idee libertarie – impiegati presso Google, Facebook e Amazon (e qualche altra compagnia) – e imposte al grande pubblico senza alcun controllo di regolamentazione”.

Per capirne di più sul nostro futuro tecnologico, il libro si presta da bussola di auto-aiuto per smascherare depistaggi, altarini e referenti ‘illuminati’, una guida per quanti desiderano orientarsi con meno superficialità e maggiore scaltrezza nei meandri del Grande Groviglio Globalizzato, messo a nudo il lato oscuro dei nuovi magnati dell’Era Elettromagnetica… per non morire tutti di selfie nella morsa ‘datista’, avvelenati da un’artificiosa fama virtuale che genera potere nelle mani dei (nuovi) soliti noti (in posizione dominante)!