I sindaci possono fermare il 5g! Ecco come…

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Intervista all’Avv. Stefano Bertone, tra i massimi esperti di giurisprudenza, elettrosmog e tutela della salute

di Maurizio Martucci

Avv. Stefano Bertone

Pericolo 5G e principio di precauzione, tutela della salute dei cittadini prima di tutto, anche prima di immergerci pure anziani, malati e bambini nella radiofrequenze di una tecnologia pericolosa. Sul territorio che amministra, il Sindaco può fermare lo spauracchio del 5G. E se farlo o meno, come auspicato con una diffida a Grando e Pascucci dai comitati Stop 5G Ladispoli e Cerveteri, si traduce in una scelta politica, quella di comprendere la misura del rischio sanitario nelle evidenze scientifiche più aggiornate. Giurisprudenza alla mano, è infatti facoltà del Sindaco emanare provvedimenti contingibili e urgenti atipici per tutelare la salute dei cittadini. Lo affermano le sentenze del Consiglio di Stato, dei tribunali amministrativi così come l’Ordinamento delle autonomie locali, che investe il primo cittadino di ‘Attribuzioni del sindaco nei servizi di competenza statale’. Non solo, perché in caso di inerzia del Sindaco, le ordinanze contingibili e urgenti per prevenire e eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana le può disporre pure il Prefetto.

Per capire come stanno le cose, L’Ortica ha intervistato l’avv. Stefano Bertone del foro di Torino (studio legale Ambrosio&Commodo), uno dei massimi esperti italiani in tema di rischi da elettrosmog e giurisprudenza, passato alle cronache per le clamorose battaglie vinte in difesa della salute pubblica minacciata dall’Era elettromagnetica: sua l’arringa finale nel giudizio dell’ex manager bresciano a cui nel 2012 la Suprema Corte di Cassazione – primo caso al mondo ‘oltre ogni ragionevole dubbio’ – ha riconosciuto il nesso causale telefonino=cancro, così come sempre lui era nel collegio di difesa nel giudizio dell’Associazione per la protezione e la lotta all’elettrosmog (APPLE) per cui il Tar Lazio, dandogli ragione, ha recentemente condannato i ministeri di Salute, Ambiente e Pubblica Istruzione ad intraprendere una campagna nazionale di comunicazione per informare i cittadini dei pericoli biologici nell’uso di Smartphone e cellulari. L’Avv. Bertone, insieme ad alcuni Sindaci per la precauzione, il 2 Marzo sarà a Vicovaro (Roma) tra i relatori del 1° meeting nazionale STOP 5G. Invitati anche Grando e Pascucci.

“Credo che il Sindaco non debba far riferimento solo quanto affermi o non affermi il ministero della salute in materia di campi elettromagnetici ad altissima frequenza”, afferma l’avv. Bertone“ma ha certamente un potere conferitogli dalla legge, che è quello di emettere ordinanze contingibili e urgenti secondo il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. Tutto sta nella valutazione di cosa sia urgente, grave, e minaccioso e di cosa sia epidemia di peste oppure un problema sanitario diffuso, meno percepibile e devastante nel brevissimo tempo, ma alla lunga ugualmente dannoso per la salute. La giurisprudenza in alcuni casi ha circoscritto questo potere sindacale subordinandolo alla impossibilità di risolvere prima il problema con gli strumenti ordinari”.

Ci aiuti a capire meglio, se il ministro della salute Giulia Grillo non proferisce verbo, perché per fermare il 5G un Sindaco avrebbe l’onore di un provvedimento non emanato dal Governo?

“E’ provato come negli ultimi 18 anni in tema di inquinamento elettromagnetico da cellulari e cordless, il Ministero non ha emanato il decreto sulle etichettature che devono spiegare ai cittadini e ai lavoratori come ridurre l’esposizione all’elettrosmog, come previsto dall’art. 12 legge 36/2001, e mi riferisco a quanto è nella recente sentenza n° 500/19 del Tar Lazio 3Q. Ma è altresì pure provato che il Ministero in 18 anni di vigenza della medesima legge 36/2001 sulla protezione dai campi elettromagnetici non ha svolto campagne informative per la popolazione previste invero dall’art. 10 della stessa legge, come la stessa sentenza del collegio di giudici amministrativi afferma”.

E allora?

“… e il Tar ha pure smentito la ritenuta non pericolosità dei campi elettromagnetici da terminale mobile, cioè da cellulare, nonché la ritenuta conoscenza da parte della popolazione nazionale intera, di tali pericoli…”

Quindi, secondo i giudici del Tar Lazio i cittadini sono l’anello debole della catena, ignari del pericolo ….

“Così dicono. E allora, pur dovendo il Sindaco seguire un principio di legalità e pur dovendo in teoria presumere che tale principio abbia sorretto sinora l’agire delle Amministrazioni centrali, cioè di Governo e ministeri, pare evidente che questo sia un principio vero solo teoricamente, in ambito di campi elettromagnetici ad altissime frequenze in particolare, nel quale la tecnologia e la letteratura scientifica sono evolute molto più velocemente delle conoscenze dei Ministeri”.

Aiuti i nostri lettori a capire … ricerca scientifica e tecnologia corrono più velocemente rispetto alle politiche di Governo: i ministri faticano a recepirne gli aggiornamenti e, secondo lei, questa corsa contro il tempo la pagherebbe la popolazione civile, esposta a rischi sanitari che la massima autorità garante per la salute pubblica non riesce a recepire. E’ così?

“Certo! Basti pensare ai limiti di campi elettromagnetici da Stazioni Radio Base …..

… cioè le antenne spesso sui tetti dei palazzi e che col 5G diverrebbero un ulteriore milione nella variante delle mini-antenne per cui il Governo vorrebbe aumentare l’irradiazione di campo elettrico fino a 61 V/m … si riferisce a quelle?

“… esatto, misure che ancora per ora continuano a restare colpevolmente e pericolosamente ancorati al valore di 6 V/m quando evidenze scientifiche provano effetti sanitari negativi sulla salute umana a valori superiori a 0,2 V/m, motivo per cui si chiede a gran voce che ci si attesti sugli 0,1 V/m. Il dovere di tutelare la salute – non dimentichiamolo – è un precetto pratico, che deve cioè essere sempre e comunque implementato perché imposto a tutela di un diritto primario sancito in Costituzione e nel diritto convenzionale internazionale in capo a chiunque, in primis gli organi esecutivi pubblici”.

E allora? Un Sindaco può fermare il 5G? Si o no?

“In definitiva, se un Sindaco si avvede che il Ministero della Salute è inerte su una certa tematica sanitaria, dovrà colmare il vuoto a tutela della salute della popolazione: dapprima, sollecitando il doveroso intervento per le vie ordinarie di quelle Amministrazioni centrali competenti e, subito dopo, in assenza di intervento, o in insufficienza, coprire lui il vuoto con provvedimenti ad hoc. Quanto questo poi sia urgente nel caso dei campi elettromagnetici ovviamente è una questione di merito ma che non ammette certamente il disimpegno per il solo motivo che appare, in una scala di valori, meno urgente rispetto, ad esempio una diga che sta per crollare sull’intero abitato o ad un’epidemia di peste”.

STOP 5G, LE INIZIATIVE

Nei prossimi gironi due importanti appuntamenti attendono l’alleanza italiana Stop 5G. Martedì 26 Febbraio presso la sala stampa della Camera dei Deputati prevista la conferenza stampa: coi parlamentari anche il nostro Maurizio Martucci, portavoce nazionale dell’iniziativa, e la dott.ssa Fiorella Belpoggi dell’Istituto Ramazzini (studia gli effetti cancerogeni dell’elettrosmog): Sabato 2 Marzo invece a Vicovaro ci sarà il 1° meeting Stop 5G in cui sono stati invitati anche i sindaci Pascucci e Grando a cui i comitati territoriali contro la nuova invasione elettromagnetica hanno fatto pervenire una diffida per scongiurare l’installazione di un migliaio di antenne tra Ladispoli e Cerveteri.