I SEGRETI DI LYCOPODIUM CLAVATUM

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Le piante della famiglia delle Licopodacee, sono “crittogame”, ossia piante senza fiori, vegetali tristi e poco gradevoli alla vista. Si riproducono mediante le spore che fuoriescono dai loro contenitori cavi, detti “sporangi”, disposti in cima di un peduncolo nudo, la spiga terminale.

Il nome Lycopodium deriva dal greco (piede di lupo) e si riferisce alla forma dei giovani rami. Clavatum deriva dal latino “clava” per la forma delle spighe terminali (come un bastone arrotondato a forma di clava) dove sono riuniti gli “sporangi”.

Vive nascosto nei pascoli alpini con un fusto ramoso e strisciante, ben radicato; con rametti ascendenti distanziati. Brutte anche le piccole ed irregolari foglie, accavallate tra di loro (struttura “imbricata”) dai bordi convergenti rialzati.

E’ inquietante l’aspetto di questa pianta che striscia a terra e sopravvive grazie ad un saprofita che gli procura il carbonio presente nell’aria. Senza fiori, solo gli “sporangi” gli danno un bel colore giallo chiaro. Qualcosa di vivo c’è ancora: è la polvere delle spore che, gettata sulla fiamma, esplode emettendo una luce molto intensa.

E’ questo un “segnale della natura”? Ci nasconde qualche segreto? Anche se il licopodio è chiamato “erba magica” dobbiamo essere pragmatici, realistici, scientifici. (Ercoli A. Tipologie omeopatiche attuali. Tecniche Nuove Milano 1998). Che cosa è successo? Perché questa notevole trasformazione nel corso dei secoli?

Certo è avvenuto anche per gli animali: i dinosauri non ci sono più, sostituiti da piccole lucertole. Forse perché doveva arrivare l’essere umano. La pianta sembra simboleggiare la metamorfosi, la trasformazione di un uomo di grande rilevanza sociale, culturale o economica che è “caduto in basso”, divenuto pauroso, fragile, contorto, assai infelice.

Sono del parere che vi sia uno stretto legame tra mondo vegetale e quello umano. Parliamo di medicina. La parte utilizzata, la polvere delle spore (“zolfo vegetale”) veniva in passato utilizzata, essendo ricca di sostanze grasse, come protettiva cutanea in certe dermatiti idrorepellenti dovute all’umidità, nell’iperidrosi, intertrigine, eczemi, eritemi …
Oggi quest’ uso è scomparso.

E’ desueto anche in cosmesi quale polvere inserita nella formulazione di talchi per la sua azione endermica. Eliminata anche in cosmetica la polvere delle spore è attualmente impiegata nella preparazione dei fuochi artificiali di bengala in quanto l’olio che contiene si accende molto facilmente. Pirotecnica a parte la pianta ha trovato indicazioni personalizzate sono in omeopatia, (dosi infinitesimali, ad alta diluizione centesimale) i dati fisici non sono disgiunti da quelli mentali (che non hanno un peso ponderale). L

ycopodium C. è oggi uno dei più importanti e comuni rimedi omeopatici, un “simillimum”, un “abito fatto su misura”, grazie ad un profilo valorizzato e gerarchizzato : eziologia, terreno, note chiave, mentale, caratteristiche fisiche, patologie organiche, modalità reattive.

Qual è la correlazione tra la pianta e l’essere umano? <Lycopodium, albero forte e imponente seicento milioni di anni fa è ora un gigante decaduto. Ha raggiunto con il suo intelletto livelli elevati, ha colto successi, ha mantenuto applausi. Oggi, piccola pianta che striscia a terra, avverte che le cose non vanno più come prima; il suo fisico risponde meno, è poco resistente; vi è poi un certo rallentamento mentale. Si vede e si sente vecchio …

Come può sorridere, essere allegro? E’ triste perché conserva la lucidità mentale per osservare la sua disgregazione psicofisica e assistere ad un lento ma inesorabile tracollo. Ora, pur avendo lo stesso orgoglio di prima, la stessa ambizione, si sente un nobile decaduto … non crede più in se stesso.

Malinconico e rancoroso come è diventato, invecchia ogni giorno di più: le rughe si fanno più profonde; macchie gialle brunastre compaiono su quel viso scarnito. Si attacca al denaro che non invecchia mai, oppure alla bottiglia di whisky che danneggia ancor più il fegato. Niente e nessuno può rendergli la serenità perduta. Gli può scappare solo qualche furtiva lacrima quando viene ringraziato o esaltato> (Ercoli A. op. Cit.).

A nostri giorni il soggetto licopodio può camuffarsi, ricorrere alle punture di botulino, affidarsi all’estetista. Prima o poi tutto ciò non basterà più. Solo una serie di dosi, ad alta diluizione centesimale (30 ch, 200 ch, 1000k) possono risollevarlo, farlo sentire molto meglio.

Dottor Professor Aldo Ercoli
Specializzato in Cardiologia e Broncopneumatologia e esperto in Malattie Infettive. Cardiologo già docente in Microbiologia ambientali, Medicina Naturale e di formazione dei medici di medicina di base

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Dottor Professor
Aldo Ercoli

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