REGIA DI SIMONE LUCIANI. TEATRO NUOVO “SALA GASSMAN” CIVITAVECCHIA.
Sono stato invitato da Enrico Maria Luciani, Direttore Artistico del Teatro Nuovo, ad assistere al primo spettacolo della Stagione teatrale 2025/2026, in scena, I Savoiardi di e con Simone Luciani. Innanzi tutto, scopro questa nuova realtà teatrale che il direttore sta portando avanti con competenza, una struttura a due passi dalla stazione ferroviaria non distante dal porto di Civitavecchia.
In una sala sold out – seconda replica domenicale- della commedia I Savoiardi (che non sono i famosi biscotti) bensì i piemontesi che entrarono attraverso le Mura Aureliane (la famosa breccia) e conquistaronosenza batter ciglio- la città ponendo fine al potere temporale dei papi e l’annessione dei loro domini al Regno d’Italia. Era il 20 settembre del 1870.
La rappresentazione teatrale invece tratta di amori impossibili e raffigurazioni del potere temporale; è una commedia riflessiva, irriverente che rievoca la struttura della commedia all’Italiana. Questo lavoro vuol essere indirettamente un omaggio al grande L. Magni, l’anima storicocinematografica della Roma dell’800 che ha esaltato un periodo importante della storia d’Italia (la trilogia risorgimentale sta a dimostrarlo).
Di questa commedia brillante si rilevano non poche cose, alcune riflessioni “a caldo”: una sulla performance attoriale di Fabrizio Fati nei panni del vecchio Conte Maresciallo, e l’altra di Paola Pagano in quelli della duchessa Adelaide.
La prima- appunto- sul personaggio del vecchio Conte Maresciallo. Dopo un recente corso di recitazione, il notevole talento di Fati gli permette di calarsi brillantemente in un personaggio di rilievo, interpretandolo con maestria e bravura; non è facile apparire alla prima scena (occupare lo spazio scenico), iniziare la recitazione a livello prossemico: enfatizzando il tremore della mano e l’articolazione gutturale della voce. La seconda, si riferisce alla musica di origine felliniana che si ascolta all’entrata in scena dei due personaggi piemontesi che indossano un vestito nero con turbante. Il grande Nino Rota (secondo solo a Ennio Morricone, R. Muti dixit) le utilizza in tre film dello stesso Fellini. Certo, sono poche battute però illuminanti. Ricordo che la stessa musica interviene in tre film: 8½ (1963) capolavoro felliniano; Toby Dammit, splendido episodio dal titolo “Non scommettere la testa col diavolo” (1968) da E.A. Poe, terzo segmento del film ad episodi “Tre passi nel delirio”, e ne “I Clowns” (1970) film visionario sul mondo circense. Ad un orecchio attento, i pochi frammenti sono uditi nel primo tempo e ripetuti anche nel secondo, mi hanno fatto ricordare questi film di Fellini. La terza, riguarda Paola Pagano (la Duchessa Adelaide) ottima l’interpretazione del personaggio (recitazione burlesque oltre il vaudeville di Feydeau), che sfodera una gestualità di prim’ordine (tocca con le mani alcuni punti del vestito che indossa sfiorando il corpo e solleticando, “frenesie” ammiccanti da parte del pubblico: bisbetica non doma!) La dizione e la recitazione evidenzia l’origine di Adelaide (sappiamo essere partenopea almeno nel cognome), rievoca il grande teatro scarpettiano e alcuni personaggi femminili della seconda metà del 900.
Brava anche la Pennesi. Per ultimo o per primo, la scrittura del regista interprete Simone Luciani, una mise en scene semi seria del dramma della storia. Una riflessione sul presente: tutto cambia, nulla cambia…che recupera attraverso i personaggi una visione concreta e realistica sul ruolo delle classi sociali nella storia (T. di Lampedusa e il conseguente capolavoro Il Gattopardo di Luchino Visconti. Anche qui un trio svetta altissimo: la Cardinale, che ci ha lasciato di recente, Lancaster e Delon più altri attori, Stoppa – Morelli, Valli) Comprimari? No, grandissimi attori di teatro e di cinema.
di Michele Castiello
Docente di Storia del Cinema Upter Roma e profondo studioso. Noto al grande pubblico per corsi e rassegne dedicate al grande schermo. Il suo ultimo ciclo di conferenze, dedicato ad Anna Magnani, Giammaria Volontè e Marcello Mastroianni, ha riscosso un plauso particolare dalla numerosa platea.


































































