L’Hydrocotyle è un genere di piante erbacee, a foglie rotonde o reniformi, spontanee lungo i corsi d’acqua di quasi tutti i continenti. La specie indiana, chiamata Centella asiatica è una pianta esotica dotata di proprietà cicatrizzanti (asiacotide) in quanto si è dimostrata utile nel migliorare la circolazione a livello vascolare – connettivale migliorando il trofismo dei tessuti cutanei.
L’antracoside un derivato triterpenico, è in grado di orientare in maniera specifica la sintesi del collageno, regolarizzando la crescita dei fibroblasti senza eccessi che portano alla formazione di cicatrici ipertrofiche o cheloidi. Ciò grazie alla fissazione di due aminoacidi essenziali sulla struttura del collagene: l’alalina e la prolina.
La Centella, quando la cute è lacerata, è in grado di modulare lo sviluppo del tessuto connettivo rendendo morbidi i tessuti e non ipertrofici.
L’attività principale è quella di migliorare il trifismo vasculo – connettivale permettendo una normale cicatrizzazione delle ferite cutanee. In fitoterapia viene utilizzata la parte aerea del vegetale, particolarmente ricca di principi attivi; saponine triterpeniche (asiacotide; acido asiatico e madecassico), vellerina (olio essenziale), flavonoidi, steroli, alcaloidi.
Quali sono le indicazioni terapeutiche? L’estratto di Centella è utilizzato nel trattamento, sintomatico e coadiuvante assieme agli antibiotici, delle piaghe chirurgiche infette. Da sola nelle ferite superficiali, ustioni di primo grado , ulcere varicose. Ma non solo. Più che nell’insufficienza venosa ho trovato veramente utile impiegandole localmente (uso topico) in crema o pomata nelle dermatosi eczematose, nelle forme psoriatriche con ispessimento cutaneo e la cute che appare secca, arida, disidratata.
Forme dermatologiche umide e secche, due estremi in cui agisce la Centella grazie al ripristino dell’equilibrio emodinamica a livello del microcircolo vasale tissutale. La prevenzione dei cheloidi (neoformazioni connettivali cutanee costituite da placche o cordoni rilevanti, causate da processi infiammatori e cicatrizzali) è probabilmente dovuta al ripristino del normale turnover cellulare con riduzione dell’attività mitotica dell’epidermide (la maturazione della cellula epidermica della cute normale avviene nell’arco di circa 28 giorni; a livello della chiazza psoriasica il ciclo di cheratinizzazione avviene in soli 5-6 giorni).
In ambito cosmetico ottimi risultati si ottengono con creme a base di Centella nelle smagliature in gravidanza o dopo rapida diminuzione del peso corporeo (dieta dimagrante) e nei soggetti che tendono geneticamente ad un precoce invecchiamento cutaneo. Personalmente l’ho trovata efficace dopo interventi chirurgici nella prevenzione dei cheloidi e delle tumefazioni cutanee (stripping).
Oltre all’impiego topico vi è anche l’assunzione per via orale che ha le medesime indicazioni terapeutiche sopracitate con l’aggiunta di un miglioramento dei sintomi dovuti all’insufficienza venolinfatica. L’impiego delle foglie della pianta nella stimolare il desiderio sessuale (Capasso F. Grandolini G. Fitofarmaco 1996) mi sembra alquanto aleatorio. Credo che questa presunta attività afrodisiaca sia imputabile al Panox ginseng (ginseng Cinese o radice d’uomo)utile nell’astenia ed adinamia, soprattutto nel soggetto anziano. Del resto la Centella è anche detta “ginseng indiano”.
Forme farmaceutiche e posologia
Polvere (poi crema). 0,50 – 1,50 gr al giorno Hydrocotyle o Centella asiatica: T.M. 20 gtt tre volte al giorno (normale cicatrizzazione delle ferite). La T.M. (Tintura Madre) viene preparata dalla pianta fresca intera (titolo 45%). Nello Sri Lanka, le foglie fresche di Centella sono considerate un alimento in grado di conservare un buono stato di salute e di longevità. Sin dal nostro Medio Evo in India, ed in particolare nel Madagascar, il succo della Centella (pianta fresca) veniva impiegata nel trattamento della lebbra con successo. In Occidente solo dopo il 1940 si è scoperto che i sulfoni (dapsone e sulfoxone) sono stati in gradi di debellare la malattia.
Tossicologia: Anche se non sono segnalati effetti tossicologici né secondari in letteratura è bene evitarne l’uso orale in gravidanza, durante l’allattamento e nei bambini di età inferiore a due anni.
di Aldo Ercoli