HERPES ZOSTER, IL RISVEGLIO DEL VIRUS DELLA VARICELLA

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IL RISVEGLIO DEL VIRUS DELLA VARICELLA

tiroide
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Più frequentemente il paziente accusa un dolore al torace, con prurito e disturbi della sensibilità (parestesie) in una circoscritta “zona” tra le costole, nel territorio di innervazione delle cellule dei gangli nervosi sensitivi che fuoriescono dalla colonna vertebrale. Ecco che allora si guarda il torace, si mette anche davanti allo specchio, ma non vede niente di anomalo: la cute è normale. Però, a parte questo strano dolore che prude e formicola, non è che si senta molto bene. Non è più come prima perché avverte un certo malessere, si sente stanco. Se si misura la temperatura riscontra una febbricola che di rado supera i 37,6°C, non arriva a 38°C. Dopo 2-3 giorni, ossia dopo questo periodo detto prodromico, quella stessa “zona”, cutanea diventa rossa, la pelle si solleva in maculopapule che, ben presto, si trasformano in vescicole (bollicine acquose).

E’ questo un chiaro segnale del virus Herpes Zoster. Segue, dopo 5-10 giorni, una fase crostosa con poi caduta delle stessa croste e desquamazioni cutanea. Come già detto, la sede preferenziale è quella toracica, seguono quella addominale e glutea. Per fortuna ben più di rado vengono colpite sedi molto più dolorose quali la branca oftalmica (un solo occhio), il nervo trigemino (metà faccia) e soprattutto il ganglio genicolato (un solo orecchio) ossia la sindrome di Ramsey – Hunt.
Che cosa è successo?
Perché questa malattia colpisce solo metà del corpo (a destra oppure a sinistra)?
Il virus della Varicella, contratta in giovane età, non era scomparso, si era nascosto e dormiva nei gangli nervosi, era in letargo come un orso polare. Poi, dopo svariate decine di anni, si era risvegliato in età avanzata, graffiando “a zampa d’orso”, la pelle con quelle lesioni, sopradescritte. E nei soggetti anziani, o particolarmente fragili, almeno nella metà dei casi, seguiva un’incalzante, incessante nevralgia posterpetica. Ora è vero che seppur di rado, lo zoster colpisce anche soggetti giovani sani: un arrossamento (rash) limitato al dermatomero innervato dal ganglio con scarse, o affatto, sequele patologiche.
Perché il virus “orsino” si è risvegliato?
Uno stato debilitativo in età molto avanzata, una neoplasia soprattutto se ematologica? Certo, non lo si può negare. Personalmente non trascurerei un forte stato depressivo con conseguente deficit del sistema immunitario. Credo che, “ad occhio e croce”, abbia visto circa mille casi di Zoster erpetico in più di 40 anni. Lo Zoster colpisce il 15% della popolazione (Conn’s Curret Therapy 2002). E’ questa una valutazione strettamente personale, di clinico – ricercatore indipendente, da “cacciatore solitario”.

Ho sempre cercato di capire il perché di questa “unghiata”. Ossia una malattia nascosta, sottostante. Nella nevralgia di Ramsey – Hant, viene colpito l’orecchio, con un dolore continuo associato a deficit della sensibilità del condotto uditivo esterno e del padiglione auricolare. Si accompagna ad eruzione di vescicole della conca e paralisi del nervo facciale (VII paio dei nervi cranici) unilaterale. Occorre ascoltare il paziente, vedere se vi sono vescicole nell’orecchio esterno, invitare il paziente a mostrare i denti per avere la conferma della faces tipica di chi ha una lesione del nervo facciale. Ancora più grave è il coinvolgimento del SNS (sistema nervoso centrale) che, se sintomatico, si presenta con una meningite o meningoencefalite, con cefalea, rigidità nucale, febbre elevata, vomito, intolleranza alla luce (fotofobia).

Questi pazienti sia con patologie oftalmiche,otoiatriche e cerebrali, richiedono una pronta visita specialistica, oppure, in caso di meningite, ricoverati.
La terapia? Ci si avvale di specifici antivirali che sono, nelle forme non complicate, assai efficaci. Dopo il primordiale aciclovir vi sono i più moderni famciclovir (500 mg x7 giorni) ed il valaciclovir (1 gr x 3 volte/ due sempre per 7 giorni). Personalmente arrivo anche a 10 giorni per scongiurare un’eventuale nevralgia posterpetica (se non vi è una neoplasia sottostante sconosciuta). Questa complicanza è una patologia difficile da trattare. Si utilizzano analgesici (non steroidi), antidepressivi, soprattutto antiepilettivi (gamapentin). I risultati, inutile negarlo, di rado sono tali da portare ad una definitiva scomparsa della sintomatologia algica. Gli anticonvulsanti, agendo a livello centrale, sono in grado di far scomparire il dolore che, però, torna a fare capolino una volta interrotti.