GIAPPONE E CIVITAVECCHIA, QUATTRO SECOLI DI AMICIZIA

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giappone

 7 MARZO, IKEBANA IKENOBO, LA VIA DEI FIORI.

di Furio C.Falvo

Si chiama Hishjnomaki, e guarda la costa del Pacifico, all’estremo oriente della Prefettura di Miyagi, nel nord dell’isola di Honshu, la più grande dell’arcipelago del Giappone. E per quanto possa sembrare effettivamente fuori mano rispetto alla Provincia di Roma, da cui dista più o meno 9mila 850 km, è gemellata con Civitavecchia. E non solo.

Quello che lega le due città costiere è infatti un sodalizio antichissimo, che inizia a far data dal 1615, allorché le relazioni fra l’Impero del Sol Levante e lo Stato della Chiesa trassero nuova linfa da un incontro diplomatico, guidato dal samurai Hasekura Rokuemon Tsunenaga, che sbarcò a Civitavecchia, previo scalo a Genova, di ritorno da una missione in Messico per poter infine incontrare a Roma Papa Paolo V Borghese.

Una dettagliata ricostruzione storica del fatto è stata curata dall’amico Costantino G. Forno che in occasione del IV centenario del rendez-vous transoceanico fra Civitavecchia e Hishjnomaki ha raccolto fonti antiche e moderne nel libro “Un gemellaggio dalle radiciantiche”, edito dall’associazione Il Pirgo.

Tornando a quattro secoli fa, l’accoglienza fu a quanto pare ottima. La delegazione giapponese soggiornò un paio di settimane in Italia, prima di ripartire per l’oriente e a distanza di secoli, Civitavecchia ed Hishjnomaki, memori dell’antico incontro, decidono di riscoprire l’evento e di gemellare le rispettive municipalità, gettando così un preziosissimo ponte intercontinentale, a quanto pare apprezzatissimo da entrambe le comunità civili. “Data di inizio del legame, il 1971 – racconta Maura Barbani, Presidente dell’Associazione Amici di Hishjnomaki – allorché negli archivi del Comune giapponese vennero ritrovati i documenti relativi alla missione diplomatica di Hasekura e al suo soggiorno in riva al Tirreno. Di fatto – aggiunge Barbani – la proposta di gemellaggio nasce da un caso fortuito che porta le due città a rileggere insieme un’antica pagina di storia finita nei cassetti”.

Un gemellaggio con radici storiche solenni, dunque, che Civitavecchia ha preso profondamente sul serio, tanto che dal 1991 la statua di Hasekura troneggia alle spalle di Porta Livorno, che lega il tessuto urbano al Porto, in memoria del luogo preciso in cui la delegazione giapponese sbarcò, accolta con calore dalla popolazione di Civitavecchia. Un gemellaggio che va ben oltre la relazione istituzionale fra i due Comuni, e che coinvolge direttamente i cittadini, le ambasciate d’Italia a Tokyo e del Giappone a Roma, annovera associazioni e trova modo e occasione per organizzare viaggi di reciproca amicizia e studio; viaggi che corrono lungo la rotta Tokyo – Roma e coinvolgono i giovani in un’entusiasmante percorso di vicendevole scoperta.

Insomma, Civitavecchia per l’Italia e Hishjnomaki per il Giappone si sono ormai costituite come avanguardie di un fitto rapporto culturale, linguistico, turistico che movimenta dal basso le relazioni fra i due Paesi con mutua e appassionata vitalità. Se questo è l’albero, il frutto si chiama Ikebana Ikenobo, la via dei fiori, ed è la prova che il gemellaggio non è un vulcano spento, anzi! A metà fra la poesia e un broccato intessuto con i fiori stessi, Civitavecchia ospita un workshop dedicato proprio alla tradizionale cultura floreale nipponica, lasciando salire in cattedra due ospiti, maestre di Ikebana, Mayumi Mezaki e YokoKurata, entrambe dell’Ikenobo Study Group Italia, che mostreranno dal vivo le tecniche care alla cultura giapponese nella realizzazione di arabeschi e motivi floreali. Ikebana Ikenobo si sarebbe dovuta svolgere sabato 7 marzo, nei locali della Parrocchia dei Santi Martiri Giapponesi di Civitavecchia, in largo San Francesco ma è stata annullata. Per informazioni future 392 160 6477