Il Fucus vesiculosus (quercia marina) è un alga molto ricca in minerali, oligoelementi, vitamine, elementi che esercitano un’attività depurativa e tonificante a livello metabolica. Il suo tallo, ossia il corpo comune ai vegetali inferiori (funghi, alghe, licheni) è composto dalla radice, dal fusto e dalle foglie. E ramificato sotto forma di nastri di lunghezza pari ad alcuni centimetri.
In Fitoterapia viene utilizzato il tallo intero (titolo alcolico 65°) per la sua ricchezza in iodio. Non a caso Russel la raccomandava nel trattamento del gozzo tiroideo. Plinio(il vecchio) , a cui si deve la denominazione “quercia del mare”, la utilizzava nel reumatismo degenerativo cronico (osteoartrosi) credo nei soggetti obesi, o in sovrappeso, con un metabolismo rallentato. Del resto la riduzione del peso corporeo migliora la tendenza all’ipertensione arteriosa e l’artrosi degenerativa cronica di ogni parte del nostro organismo in tutti i soggetti obesi. Duchesne – Duparc, nel 1862, ne esaltò la proprietà dimagranti. La clinica ci insegna che non tutti gli obesi, possono trarre benefico da questa alga.
Quali sono i principi attivi del Fucus Vesiculosus? Minerali in combinazione organica (iodio inorganico e proteico, arsenico in dosi minerali, bromo e potassio); oligoelementi; carboidrati sotto forme di mucillagini (alginat. Al 65%); carotenoidi; acido ascorbico; olio essenziale. La proprietà principale è quella tonificante metabolica, drenante, depurativa, stimolante la ghiandola tiroidea. L’indicazione clinica: è proprio quest’ultima, perché regolarizzando il metabolismo può dare inizio al processo di dimagrimento.
Prima di iniziare in fitoterapia l’impiego del Fucus vesicolosus o, in medicina convenzionale allopatica, estratti tiroidei (tiroxina) è necessario valutare la funzionalità della tiroide con esami sierologici quali il FSH, T4,T3. Nel soggetto con eccesso ponderale la funzionalità della ghiandola, nella stragrande maggioranza dei casi, è nella norma Se l’FSH è nel range normale (2-4 micron U/ml) sia la tiroxina che il fitoterapico, anche loro piccole dosi, oltre a non aumentare le combustioni metaboliche, per un meccanismo di feed – beek negativo, sono in grado di inibire l’ormone prodotta dall’ipofisi (FSH) che normalmente stimola la tiroide mettendola a riposo (ipotiroidismo). Dosaggi elevati comportano una patologia opposta, un ipertiroidismo (tireotossicosi), per l’eccessiva stimolazione tiroidea.
Quando dunque utilizzare la quercia marina e in che dosi? Nelle forme di modeste insufficienze tiroidee (TSH solo lievemente superiore alla norma) in soggetti con tendenza all’obesità che, nonostante la giusta dieta, non riescono a dimagrire. In effetti quest’ alga, per la sua ricchezza di iodio, accelera il metabolismo incrementando la funzionalità tiroidea. Il dimagrimento avviene solo parzialmente e, solo dopo mesi di terapia, a carico della massa grassa, mentre, specie all’inizio, è soprattutto a carico di quella magra in quanto prevale il catabolismo proteico. Il paziente ideale è il soggetto in sovrappeso o obeso con tendenza all’ipotiroidismo e al rallentamento generale del metabolismo, ritenzione idrica e sovente con cellulite.
L’ipotiroidismo subclinico del soggetto anziano con le caratteristiche, sopracitate, può essere un’eccellente indicazione terapeutica. A patto però che si inizi con dosi non eccessive e si ricontrolli dopo un paio di mesi il valore del FSH. Dosaggi non adeguati possono determinare tachicardia, palpitazioni, stato ansioso, eccitabilità, intolleranza al calore atmosferico … Tutti segnali di un incipiente ipertiroidismo (FSH molto basso, vicino allo O micron U/ML). Un dosaggio giornaliero superiore a 150 mg di iodio può portarci all’ipertiroidismo. Posologia: Estratti secco nebulizzato (84 mg per una cps da 300 mg) una, massimo due volte, al giorno.
Fucus vesiculosus T.M. 30 gtt T.M. tre volte al giorno. In fitoterapia di norma vengono consigliati dosi superiori (50 gtt T.M.). Personalmente, considerando che il tempo di dimezzamento (farmacodinamica) dei prodotti iodati dopo una settimana di terapia praticata ogni giorno è del 50%, ci vado “ con i piedi di piombo”, con prudenza. Posologie più alte di sostanze iodate (fitoterapiche) sono triplicate dopo una settimana di terapia giornaliera. Occorre seguire sia criteri clinici (ipo e ipertiroidismo) che sierologici al fine di far assumere la giusta dose terapeutica.

Aldo Ercoli
AldoErcoli