FOCUS SULLA GIARDIASI

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UNA PARASSITOSI INTESTINALE MOLTO COMUNE.

Dottor Professor
Aldo Ercoli

Per quale motivo il paziente si reca dal medico? Che sintomi accusa? E’ bene precisare che le manifestazioni cliniche possono variare di molto. Diarree acute che si risolvono rapidamente e poi, dopo pochi giorni, si ripresentano. Diarree croniche o persistenti
dopo terapia con i comuni antidiarroici. Malassorbimento intestinale con perdita di elettroliti (Na, K, Mg, Ca), steatorrea (grasso nelle feci) e perdita di peso. Inappetenza, nausea, dolori addominali crampiformi con diarrea acuta accompagnata o meno dalla febbre. Diarrea intermittente oppure continua con crampi e dolori addominali.

Quando mi si presenta un quadro clinico come quello descritto prima ancora di visitare il paziente gli pongo alcune domande. E’ reduce da qualche viaggio in paesi in via di sviluppo? E’ un campeggiatore? Ha bevuto acqua non imbottigliata o ingerito alimenti crudi
o poco cotti (possibile contaminazione oro – fecale)? A seguito del meteorismo ha eruttazioni e soprattutto flatulenze di cattivo odore, solforose?

E’ chiaro che il mio interrogatorio anamnestico segue un percorso preciso, perseguendo una diagnosi.  E’ per questo motivo che, dopo averlo visitato, gli richiedo l’esame parassitologico e batteriologico delle feci, ripetuto anche più volte, al fine di trovare delle cisti o dei trofozoiti di un parassita, nello specifico di un protozoo: le Giardia lamblia. La giardiasi, infezione intestinale da protozoi, è una delle più comuni infezioni parassitarie ed è presente in ogni parte del mondo. E’ un protozoo flagellato che causa epidemie e infezioni sporadiche nelle aree industrializzate ed infezioni endemiche nelle regioni meno sviluppate. Come ci si contamina? La trasmissione avviene sia con il contatto diretto con soggetti infetti sia tramite ingestione soprattutto di acque ma anche di cibo contaminati. Va rilevato che nelle aree endemiche l’infezione parassitaria molto spesso non dà alcun sintomo. Se invece è sintomatica si presenta con diarrea acuta o subacuta. I soggetti che più facilmente ammalano sono quelli che per la prima volta vengono a contatto con il protozoo, oppure pazienti con immunodeficienza di base, ipogammaglobulinemia (evidenziato dal quadro proteico elettroforetico), oppure che presentino un aumento del ph  gastrico, acloridria e ipocloridria nello stomaco. Non va poi dimenticato che al di là della contaminazione ambientale vi può essere una trasmissione oro-fecale durante le pratiche sessuali. Ciò non riguarda solo gli omosessuali. E ancora. Un’altra contaminazione ambientale si può instaurare negli asili nido tra i lattanti. La trasmissione interpersonale può verificarsi nei centri di assistenza diurna, in istituzioni con scarsa igiene fecale. Alcune zone montane piuttosto remote possono poi essere dei bacini di contaminazione da parte di animali (soprattutto castori). Quali sono le manifestazioni cliniche della giardiasi?
L’infezione come già detto, può essere asintomatica. Dopo un periodo di incubazione di 1-3 settimane, i sintomi possono presentarsi in maniera acuta oppure gradualmente. Quelli più precoci sono diarrea, dolore e gonfiore addominale, meteorismo con eruttazioni e flatulenze, nausea e vomito. Dopo l’ingestione il microrganismo va incontro alla
liberazione dalla cisti nel duodeno a causa del PH gastrico e degli enzimi pancreatici (chimotripsina e tripsina). Ne consegue che da ogni ciste si generano due trofozoiti che, scendendo all’interno dell’intestino, si ancorano alla mucosa intestinale grazie ad
una specie di ventosa (disco ventrale), all’interno delle cripte del duodeno e del tratto prossimale del digiuno, i trofozoiti, che sono i responsabili delle manifestazioni cliniche, si replicano con un meccanismo asessuato. Il ciclo vitale termina con l’incapsulamento in cisti all’interno dell’ileo che, infine, vengono eliminate con le feci.
Torniamo alla sintomatologia. La diarrea è comune anche se non mancano le manifestazioni del tratto intestinale superiore (dolori addominali). Dopo più di una settimana assistiamo ad una regressione dei sintomi acuti con scomparsa della diarrea. Nella giardiasi cronica infatti la diarrea non è cosi’ evidente. Più spesso compaiono aumento della flatulenza, incontinenza fecale (feci con gas intestinali), eruttazioni di cattivo odore e talvolta, anche dimagrimento. Molto raramente vi è febbre o presenza di sangue (o anche di muco) nelle feci. Come fare diagnosi? Occorre identificare la presenza delle cisti nelle feci o dei trofozoti nelle feci o nell’intestino tenue (aspirato del liquido duodenale o biopsia dell’intestino tenue). Qual è la terapia? Sia il metronidazolo (250 mg per via orale 3 volte al giorno) per un totale di cinque giorni sono egualmente sufficienti per eradicare l’infezione. Nei casi per fortuna non frequenti, in cui la terapia iniziale è stata inefficace è bene cambiare i farmaci o effettuare un trattamento più prolungato.