Fiumicino chiama, Cerveteri e Ladispoli rispondano

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Serve la mobilitazione generale contro il Blue Whale che rischia di portare al suicidio gli adolescenti che cadono in questo perverso e mortale gioco su internet
di Felicia Caggianelli

Terza puntata della nostra inchiesta sul Blue Whale. Il pericoloso gioco sul web che sta ponendo a repentaglio la vita di tantissimi giovani in tutto il mondo. Trasformandosi da goliardica sfida in un suicidio vero e proprio. Dopo aver affrontato la tematica in ambito locale ed ascoltato il parere degli esperti, questa settimana approfondiamo il ruolo delle istituzioni che possono essere un ottimo punto di riferimento per le famiglie. Tra i primi a muoversi certamente il comune di Fiumicino, dove è accaduto l’eclatante caso della 15enne che stava per perdere la vita, a conferma di come gli adolescenti siano le vittime preferire di questo perverso gioco che nel web si è diffuso in modo incontrollato. Ora che l’allarme è stato lanciato, si auspica che le autorità competenti possano stroncare sul nascere questo fenomeno e colpire gli autori di una pazzia on line vera e propria. Serve ovviamente la collaborazione delle famiglie e della scuola come ha sottolineato Paolo Calicchio, assessore alla pubblica istruzione del comune di Fiumicino, che ha lanciato la proposta di una task force a favore dei giovanissimi vittime della Blue Whale.

“Da giorni stiamo mettendo in piedi una macchina di ascolto e di supporto che possa aiutare i giovani. Stiamo accertando con la polizia – annuncia l’assessore Calicchio – le storie di cui siamo a conoscenza e cercheremo di intervenire nel modo più incisivo possibile. Chiedo ai genitori di vigilare maggiormente sui loro figli, sono fondamentali in queste dinamiche pericolose. Esistono situazioni difficili e dobbiamo monitorarle da vicino.  Da padre, prima che da assessore, chiedo a mamme e papà anche di tenere gli occhi aperti, i ragazzi in questo momento rischiano davvero molto se nessuno li controlla. Perché esistono situazioni, come quelle raccontate in queste incredibili sfide, che il più delle volte non hanno un ritorno. E che stanno portando alla luce un substrato di patologie e malesseri profondi che si annidano nelle giovani generazioni”.

La preoccupazione diffusa anche nel nostro litorale è purtroppo motivata, solo a Fiumicino almeno cinque ragazze sui 14 anni sarebbero finite nella rete del Blue Whale, cadendo nella trappola di questa sorta di trappola psicologica che porta ad uccidersi, per emulare la sofferenza della balena blu arenata sulla spiaggia e lasciata morire.

Come giornale siamo del parere che tutte le amministrazioni del nostro territorio abbiano il dovere di intervenire in questa vicenda, sono necessarie campagne di sensibilizzazione verso ragazzi e genitori, il pericolo va prima conosciuto e poi affrontato. Sarebbe un bel segnale se anche le nuove amministrazioni comunali di Cerveteri e Ladispoli delegassero un proprio esponente a seguire la delicata problematica, diventando un punto di riferimento per le famiglie. La Balena Blu va fermata prima che si divori le nuove generazioni.