Il Comitato “2 ottobre” continua a chiedere chiarimenti sull’intervento “idraulico” alla foce del fiume Castelsecco, che ha trasformato quello che doveva essere il “parco urbano” in una desolata spianata.
In un video lanciato su Facebook il Sindaco accampa per l’intervento ragioni di sicurezza idraulica mentre all’ingresso del sito un grande pannello annuncia la grande opera idraulica affidata alla ditta “Pacifici” (INTERVENTO DI SISTEMAZIONE IDRAULICA DEL FOSSO CASTELSECCO – OPERE GENERALI – DETERMINA AGGIUDICAZIONE EX ART.17 CO.5 D.LGS 36/2023, C.U.P. D57B16000080008 – C.I.G. A011726D1E), in cui però non compare alcuna data.
L’ingenuo cittadino sarebbe portato a pensare che le ruspe abbiano a che fare con il megaprogetto di 2milioni e 248 mila euro, ma così non è. Il pannello infatti si riferisce al progetto di all’allargamento del ponte sull’Aurelia, letale strozzatura in caso di piena. La foce non è di fatto interessata ad alcun intervento in quanto identificata come “area golenale” naturale, vale a dire area di esondazione “a valle” e per questo, a detta degli stessi progettisti, ininfluente in termini di sicurezza idraulica.
Il Sindaco ha anche parlato in un comunicato stampa sul Castello S. Severa (Civonline 13 maggio) di ca. 900mila euro di fondi PNRR per la sicurezza di Castelsecco, omettendo però di specificare che tali fondi sono vincolati alla costruzione di “gabbionate” sull’alveo del Castelsecco compreso tra l’autostrada e la ferrovia (AGGIUDICAZIONE EX ART.17 CO.5 D.LGS 36/2023 A FAVORE DELL’IMPRESA VA.CRI.DA.SRL, CUP D54H20000550001 CIG A02D564D4C), niente quindi a che fare con l’area golenale.
Arriviamo alla determina (n.34 del 7 aprile 2025) con la quale il comune affida ca. 40 mila euro alla ditta “Mereu”, facendo di nuovo riferimento ai fondi PNRR, per tenere genericamente puliti gli alvei dei fossi.
L’intervento su Castelsecco non si è limitato all’alveo ma si è esteso sull’intera area golenale che nulla ha a che fare con la sicurezza, mentre è rimasto inspiegabilmente intatto il folto canneto compreso nel settore intensamente edificato, tra ferrovia e ponte sull’Aurelia, giudicato da tutti i progetti il tratto più pericoloso.
L’intervento che si è accanito sulla flora in una porzione molto estesa dell’area golenale, ben lontana dall’alveo all’inizio della stagione siccitosa, senza distinguere tra canneto, arbusteto ed alberature e senza, per altro, bonificare l’area da parecchi rifiuti solidi ingombranti, non può essere giustificato con una “messa in sicurezza idraulica”.
Il Comitato “2 ottobre” andrà a fondo della questione coadiuvando i consiglieri disponibili a presentare interrogazioni consiliari per capire con quali fondi (magari sottratti alla sicurezza idraulica) è stato finanziato un disastro ambientale. Il Comitato attenzionerà nuovamente i Carabinieri forestali di Civitavecchia sul grave danno ambientale perpetrato, in assenza di autorizzazioni e/o ragioni di sicurezza idraulica.
Comitato “2 ottobre”