Facebook, la battaglia si combatte restando

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Blocco degli account, svolta epocale o attacco alla democrazia?
Mark Zuckerberg ha annunciato che il blocco degli account Facebook e Instagram del presidente Donald Trump andrà avanti “a tempo indeterminato, fino al completamento della transizione pacifica al potere”. Un evento senza precedenti, di una violenza estrema dalle diverse chiavi di lettura: ufficializzata la morte della democrazia oppure riconosciuto il fatto che i politici non possono dire ciò che vogliono direttamente ai propri cittadini-followers. Non è la prima volta che un account Facebook viene bloccato, è la prima volta però che un presidente viene silenziato ufficialmente, da chi? Un privato, una multinazionale sovrana che censura, spiegandone tranquillamente lo scopo: “Riteniamo che i rischi nel permettere al Presidente di utilizzare il nostro servizio in questo periodo sono semplicemente troppo grandi”. Per chi?
Sulla scia dei suddetti social network, a tamponare l’effetto Trump nei giorni successivi all’assalto a Capitol Hill, anche Snapchat, TikTok e Shopify. Hanno chiuso le porte al Presidente uscente per “la violazione delle politiche in tema di violenza”. Mentre ha scelto un linea più morbida YouTube. Proprietà Google, la compagnia non ha chiuso il canale di Donald, attraverso il portavoce Alex Joseph ha dichiarato “che qualsiasi canale violerà le normative riceverà il blocco della pubblicazione e, a tre sanzioni, la chiusura.
Gli utenti sono compatti nel dire che si tratta di un sopruso, in molti dalle parole sono passati ai fatti chiudendo i loro account per trasferirsi su nuove piattaforme, giusto il tempo di avvisare tutti i contatti del trasferimento. Per qualcuno la battaglia si combatte restando e non abbandonano Facebook & Company.
In Italia Facebook conta 29 milioni di utenti, circa metà della popolazione, Instagram 20 milioni di utenti. Le giovani piattaforme opzionate, Parler, Tumble e MeWe promettono niente pubblicità, niente censura, niente profilazione, ma non per molto. Almeno secondo alcuni osservatori, che trovano l’abbandono di Facebook, Instagram e Twitter un’avventata decisione. Un passo falso che conduce, per il piacere dell’avversario, all’isolamento. Addirittura si tratterebbe di una scelta indotta per un maggior controllo. Una sorta di autocensura che facilita il compito di controllo e blocco divenuto puntuale e impegnativo.
Come promesso da Zuckerberg finirà tutto il 20 gennaio 2021, giorno in cui Biden farà finalmente ingresso nella Casa Bianca, in una puntata de I Simpson in questa stessa data inizia una guerra senza precedenti negli Stati Uniti.