Fabio Frizzi, il libro ‘Backstage di un compositore’

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fabio frizzi

La cosa più bella di questa professione è avere la possibilità di viverla, crescendo umanamente e artisticamente in modo armonico.”

Il 29 ottobre è uscito per Graphofeel edizioni il libro Backstage di un compositore di Fabio Frizzi, convincente opera di esordio nel mondo della scrittura del celebre compositore di musica da film. Bolognese di nascita ma romano d’adozione, Fabio Frizzi è vissuto fin da ragazzo nel mondo del cinema e dello spettacolo: il padre Fulvio era un noto distributore cinematografico, e per i giovani Fabio e Fabrizio personaggi come Pietro Germi, Alberto Sordi o il grande Fellini erano di casa.

fabio frizziIl libro è perciò un viaggio ricchissimo e “affettivo” attraverso la lunga carriera di Frizzi, iniziata da giovanissimo con l’amore per la magica chitarra di Andrés Segovia per approdare alla composizione della musica da film. Sua la colonna sonora di Fantozzi e di Febbre da cavallo, e di moltissimi altri film con la regia di registi italiani di fama come Bava, Vanzina, Steno, Corbucci, Salce, Fulci. Alla collaborazione con Lucio Fulci, Frizzi dedica pagine vivaci e interessanti, conducendoci per mano nel mondo del cinema horror e dei suoi ferventi appassionati. Proprio attraverso la “musica da brivido” Frizzi arriva alla notorietà intenzionale. Quentin Tarantino, non a caso, ha inserito in Kill Bill un suo brano tratto da Sette note in nero, e i fan di Fulci d’oltreoceano hanno più volte invitato Frizzi e la sua band a realizzare tournée di grande successo negli States.  Così Fabio Frizzi scopre la passione per il palco:

La mia vita è andata un po’ al contrario. Tanti anni vissuti nell’ombra dello studio di registrazione, alla ricerca di un’idea, di un tema musicale da depositare nella memoria degli appassionati di cinema. Adesso, da un po’ di tempo, nella mia piena maturità, faccio quello che sognavo da adolescente: vado in giro con la mia band a suonare la mia musica. Continuo a fare il mio lavoro, ma la magia del palcoscenico mi ha ammaliato e, appena posso, entro in scena”.