L’ipertrofia prostatica benigna (adenomioma prostatico) ha un elevata prevalenza negli uomini di età superiore ai 50 anni (riguarda il 50 – 55%).
Inizia già verso i 35 – 40 anni con la formazione di piccolissimi noduli nello stroma delle ghiandole che circondano l’uretra. Riguardo ai sintomiavvertiti dal paziente è basilare utilizzare il questionario anamnestico dell’American Urologic Association Symptom Score.
I sintomi possono essere classificati come lievi, moderati o gravi.
Si possono cosi distinguere tre fasi.
I fase (quella di allarme: pollacchiuria notturna, difficoltà ad urinare, allungamento del tempo di minzione, urinazione imperiosa, sgocciolamento post minzionale.
II fase (quella da deterioramento con residuo vescicale valutato con l’ecografia vescicale): sensazione incompleta di svuotamento vescicale, pollocchoirua notturna e anche di giorno, difficoltà nella minzione con riduzione del getto, senso di pesantezza sopravescicale e perineale (all’esame cistografico si apprezza una “vescica a colonna”, ossia da (sforzo).
III fase (quella delle complicanze): incontinenza da rigurgito, calcolosi e diverticolosi vescicale (es. ecografico), sangue nell’urina e/o nello sperma, ritenzione acuta di urina.
Essenziale è la valutazione iniziale del paziente: oltre all’indispensabile anamnesi, l’esame digitale rettale (si può apprezzare solo la parte posteriore della prostata e non i lobi anteriori), l’ecografia vescicale e prostatica, la funzionalità renale (dosaggio della creatininemia), il PSA tot e free.
E’ altresì importanze cercare altre possibili come dei sintomi, quali la vescica neurogena, litiasi (calcolosi) renale, soprattutto escludere un’adenocarcinoma prostatico o un carcinoma della prostata. La terapia medica dell’adenoma prostatico si avvale della terazosina (farmaco antiadrenaggico postsinpatico alfa 1A ed alfa 1D che controllano sia i sintomi ostruttivi che irritativi) e della finasteride (inibisce la conversione del testosterone in didrotestosterone). Si ricorre alla terapia chirurgica(varie tecniche a seconda dell’entità della patologia) quando vi è una ritenzione urinaria persistente, una minzione da rigurgito, dalle infezioni ricorrenti calcoli vescicali, importante sanguinamento.
Per quanto concerne il cancro della prostata la classificazione di Withmore distingue sei stadi:
Stadio A: carcinoma evidenziabile con la biopsia.
Stadio B1: interessamento di un solo lobolo prostatico.
Stadio B2: interessamento di tutta la prostata (più diffusa).
Stadio C: tumore palpabile che si estende, oltre la prostata.
Stadio D1: interessamento dei linfonodi pelvici.
Stadio D2: metastasi a distanza.
Attualmente questa neoplasia è salita come incidenza dal terzo posto nell’uomo (dopo quella polmonare e colon rettale) al primo posto negli uomini di età superiore ai 55 anni. Purtroppo fino allo stadio (C e D, ossia quelli più avanzati) ben l’82 % dei tumori della prostata possono essere asintomatici e sono, quando presenti, non facilmente distinguibili da quelli dell’ipertrofia prostatica benigna. Solo in quelli più avanzati si possono osservare dolore sacrale, metastasi a distanza (specie polmonari ed ossee), trombosi venosa profonda, embolia polmonare. Essenziale per la diagnosi l’ecografia prostatica transrettale, la biopsia prostatica ed il dosaggio del psa. Negli stasi A e B è necessario l’asportazione totale della prostata, in alternativa si ricorre alla radioterapia con 600o – 7000 rad. La chemioterapia, pur sperimentata nello stadio D, non ci dà sufficiente possibilità di remissione.