CRISI LATTE, DA TESTA DI LEPRE A CERVETERI

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E’ allarme per le aziende zootecniche  del nostro territorio. 

Crisi latte, da Testa di Lepre a Cerveteri sarà ritirato il 15% in meno. Cia Roma” Non permettermo che qualcuno decida per noi . Dobbiamo incentivare con la promozione la vendita di latte affrontando l’emergenza Coronavirus”
Da lunedì prossimo, infatti, sarà ritirato il 15 % in meno di latte da parte della Centrale del Latte, il che  metterà in ginocchio molti allevatori tra Cerveteri, Testa di Lepre ed Aranova. L’effetto Coronavirus, che ha obbligato la chiusura di bar e ristoranti, costringerà  i produttori a una restrizione con ripercussioni pesanti sul settore. Per Riccardo Milozzi della Cia ( Agricoltori Italiani) di Roma è un comportamento scorretto verso chi lavora e ci garantisce qualità e bontà.
” Non possiamo permettere che in questo momento grave ci sia qualcuno che decida per gli altri – afferma Milozzi –  da lunedì, a molti allevatori è arrivata comunicazione che a Centrale del Latte diminuirà la richiesta di latte, mettendo a tutti gli effetti, in panne molti produttori del territorio. Ci porterà a protestare nelle dovuti sedi contro questa scorretta e ingiusta presa di posizione. Dobbiamo utilizzare veicoli di promozione del nostro latte, incentivandone la vendita visto che i generali alimentari, ora come non mai,  hanno delle richieste molte alte – continua Milozzi – non si può affrontare un’emergenza, creandone un’altra.  Dobbiamo salvare la aziende già in crisi, evitiamo che scompaiano del tutto”
Alle perplessità di un’intera categoria si contrappone la drammatica situazione degli animali “usati” per permettere agli italiani di avere il latte in tavola ogni mattina. Una domanda nasce spontanea: cosa sarà degli animali? Per l’azienda rappresentano un costo vivo, anche ora che la richiesta di latte è diminuita.
Già in passato, con l’avvento delle nuove normative introdotte per raggiungere una produzione più sostenibile e con l’arrivo della raccolta differenziata dei rifiuti, i produttori lamentavano costi di gestione alti. Si dicevano preoccupati per la crescente richiesta di prodotti vegetali in alternativa al latte vaccino, da parte dei consumatori.
A contrasto della nuova tendenza intrapresero nel 2019 una massiccia campagna di sensibilizzazione indirizzata alle famiglie, una vera  e propria campagna promozionale per  ribadire le proprietà nutrizionali del latte e quanto questo alimento sia essenziale e insostituibile per la salute dell’uomo. Per questo furono chiamati medici, sportivi, nutrizionisti, pediatri e accreditati veterinari a garanzia delle condizioni di vita degli animali presenti negli stabilimenti. Anche la stampa fu invitata per un tour nelle strutture presenti del Lazio, una gita che non convinse molto.