Crisi della comunicazione

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Le notizie sono diventate preziose, non si condividono con tutti, né gratuitamente.

Una riflessione pertinente al momento storico, caratterizzato dall’infodemia ma al contempo privo di informazione, nel senso più puro del termine. In rete si trova tutto, dalla ricetta per fare la maionese in casa al rimedio per il raffreddore. Il bollettino dei contagi giornalieri, il numero dei verbali elevati a Roma, la diretta che annuncia la libertà ritrovata.
Va bene qualunque strumento impiegato purché efficace, verrebbe da dire, in tempi di guerra non si è pretenziosi.
Dunque non stupisce la diretta sul profilo Facebook del premier Conte, neanche le cronache di resistenza del sindaco Pascucci e le puntuali comunicazioni di Alessandro Grando.
Ma in realtà non va bene affatto. Per più di un motivo.

I cittadini non iscritti a Facebook sono esclusi.
Chi ha un profilo sulla piattaforma, a meno che non è iscritto sui gruppi cittadini dove gli amministratori condividono le notizie più rilevanti del giorno, deve andare sulla pagina del comune di appartenenza alla ricerca delle news e/o sul profilo del primo cittadino.  E accontentarsi di quello che trova postato. Un’informazione non sempre esauriente e chiara. E non tutto ciò che accade. Se restano dei dubbi, come per le dirette di Conte, il cittadino può lasciare un commento ed attendere una risposta, può confrontarsi con altri utenti o contattare un amico su WhatApp. Fortuna che il passaparola funziona e c’è sempre un utente gentile pronto a svelare l’arcano. La solidarietà ha mille volti e nella diffusione delle notizie si sta rivelando preziosa.  La vita è diventata una ricerca continua in rete.

Non è stata efficace, puntuale e ugualitaria la notizia del disservizio idrico, per esempio che nel comune di Ladispoli ha visto la zona di Monteroni e non solo, priva dell’acqua nelle abitazioni per varie ore a causa di un problema elettrico. Il messaggio dell’amministrazione non ha raggiunto tutti i cittadini. Non solo, non sono stato aggiornato con tempestività del fatto che, a causa di un imprevisto, anche il giorno seguente l’annuncio erano senza o con scarsa risorsa idrica. Inconveniente antipatico che di questi tempi diviene urgenza, anche solo per la comunicazione martellante sull’importanza di lavarsi le mani continuamente.

Se hanno valore le comunicazioni ufficiali mezzo social, dovrebbero essere affidabili anche  i tanti messaggi postati dagli utenti, e di messaggi che esponevano un disagio ieri ne sono stati postati molti. Anche di abitanti della zona Cerreto e Palo.

Ore 20 di martedì 21 aprile 2020:”Scusate…ma l’acqua in zona cerreto campo sportivo? Ma che succede?” Pure che fosse un solo cittadino a non essere stato raggiunto dall’informazione inerente ai problemi sul condotto di Fosso Statua, è una grave mancanza. E sono molti di più se consideriamo le persone che non usano i social.

Una volta c’erano i giornali, i cartelli, il megafono. E si arrivava a tutti, c’era la volontà di arrivare a tutti, quando l’informazione aveva il nobile scopo di far conoscere un fatto, di rendere agevole la vita. In questo caso era una nota di servizio fondamentale per permettere ai cittadini coinvolti di fare una scorta, di non rimanere senza acqua.

“Ho chiamato la Flavia Acque nel pomeriggio, non sanno in quanto tempo si risolverà il guasto e nel frattempo la situazione è questa: loro immettono nel sistema un tot di metri cubi d’acqua e stop per tutta la giornata, potremmo avere acqua per un ora al giorno, per due ore, per una mattinata… Non è dato sapere… Quindi se oggi sperate che l’acqua torni, morirete disperati… Se ne riparla domani mattina per i primi che si sveglieranno presto…” La risposta all’utente ignaro.

La stampa locale o parte di essa, è esclusa, qualche raro comunicato stampa arriva e informa di iniziative già avvenute o problematiche ormai risolte. Le notizie sono diventate preziose, non si condividono con tutti, ne gratuitamente. Se avessimo ricevuto per tempo un comunicato stampa da poter condividere con la popolazione si sarebbe corso il rischio di raggiungere più cittadini possibili, di essere utili. Meglio essere prudenti!
Quando si definiscono non complete le notizie non si vuole offendere nessuno, tantomeno la capacità di chi le legge, ma tale affermazione trova forza nello sterile messaggio che viene inviato (quando accade) che francamente offende la dignità di chi per mestiere le notizie le diffonde.

L’Italia è diventato il Paese delle attese, di una diretta Facebook che rivela il futuro, di correttezza, di comportamenti rispettosi delle norme giuridiche e morali che disciplinano l’esercizio di una professione.