In occasione della “Giornata nazionale del camminare” si potranno scoprire luoghi preziosi dal punto di vista ambientale ed archeologicodi Silvio Vitone
La valle della Mola ed il costone tufaceo su cui a suo tempo è stata ricavata, quasi un taglio nel fianco, l’arteria stradale Settevene Palo, di recente è tornata tristemente e pericolosamente perché si sono staccati imponenti massi che hanno ostruito la carreggiata. Sopra questo costone ed in direzione dei nuclei abitati di Procoio e di Ceri, attuali frazioni di Cerveteri, si stende un’area di grande interesse archeologico ed a mio avviso anche naturalistico. Vale la pena ricordare che si affaccia sulla valle della Mola uno dei più importanti tumuli etruschi, la tomba Campana (dal nome dello scopritore prof. Giampero Campana) e più nell’interno, una volta era visitabile, un sepolcreto di rara bellezza e monumentalità, il tumulo Torlonia. Per gli archeologi tutta la zona è meglio conosciuta come monte Abetone (o Abbadone ) e monte Abbadoncino dove si estende una vasta necropoli etrusca comprendente tombe tra il VII e il IV secolo a.C.I due nomi, anche se non è del tutto evidente, sono una corruzione di “abete”. Rifacendosi ai versi sommo poeta Virgilio è stato ipotizzato che qui dovesse sorgere un bosco sacro “ nigranemusabiete “ dedicato al dio romano Silvano. La localizzazione virgiliana, in verità, è stata messa in dubbio come risulta da un’accurata nota del dr. F .Enei (pag.55 di Ricognizioni archeologiche nel territorio di una città etrusca). Ancora più nell’interno si raggiunge un bosco planiziario , cioè in pianura, delimitato verso sud dal fosso della Maddalena. E’ la macchia della Signora. Tipico ambiente mediterraneo con lecci e roverelle anche se non mancano essenze arbustive di climi più temperati.
In alcuni punti è fitto e intricato e solcato da un labirinto di sentieri, patria ideale di fungarolie, quando viene la stagione, di cercatori di asparagi. Tutto intorno le scarse costruzioni della zona, i coltivi a vigna ed ad uliveto segno di un’agricoltura non intensiva, intervallati da vaste ed aride radure creano un paesaggio particolarmente suggestivo. Per chi ha una vista acuta (o un binocolo) non dovrebbe essere difficile individuare il volo planato del nibbio bruno. Nei primi anni sessanta le “greppe” e i pianori furono scenario di elezione per alcunifilms del peplum. Tra questi ricordo la spada e la croce. Questa rilettura e “rivangatura” archeologico – naturalistica ha il solo scopo di far meglio conoscere l’itinerario della passeggiata che si svolgerà il 14 ottobre 2018, nella “Giornata nazionale del camminare”. In soli nove chilometri, distanza che comprende anche la strada del ritorno, si raggiunge dal centro di Cerveteri la famosa – anzi mitica – “ Macchia “ visitando i suggestivi ambienti qui sopra descritti. Non viene tralasciata lungo il percorso una delle più importanti necropoli dell’area cerite, quella del Sorbo. La passeggiata è facile con un dislivello quasi inesistente ed è aperta tutti;, basta avere la voglia di camminare (più che buone gambe). Con l’occasione mi permetto di far notare che la passeggiata alla “Signora” ci porta a conoscere località che meriterebbero ben altra tutela e apprezzamento di quel meraviglioso territorio di cui si vanta Cerveteri. Insomma non è la “solita” Via degli Inferi. Con questo evento la giornata del camminare approda a Cerveteri e la cittadina etrusca e le sue bellezze, fuori dai soliti circuiti, godono di un altro momento di notorietà e si aprono ad un turismo di qualità, ecosostenibile, le cui ricadute si coniugano non solo l’economia, ma anche con la cultura e la salute. Non poteva mancare un ringraziamento agli organizzatori della Federtrek e del Gar.
Allora appuntamento alle ore 9:00 del 14 ottobre a piazza Risorgimento