NOCCIOLO, IL GEMMOTERAPICO DELLE FIBROSCLEROSI EPATICA E POLMONARE.
Corylus avellana (nocciolo) è un arbusto molto diffuso che può raggiungere i 2 metri di altezza. Presenta molti fusti eretti, ramificati fino alla base, molto flessibili e nello stesso tempo assai resistenti.
In passato erano utilizzati per ricavarne bacchette dai rabdomanti al fine di individuare sorgenti sotterranee d’acqua seguendo le vibrazioni della bacchetta biforcuta tenuta orizzontalmente.
Questa pratica, ancor oggi viene praticata da soggetti esperti. Sembra uno strumento “magico” questo ramo di nocciolo tanto che è diventato, con l’aggiunta di due serpenti attorcigliati, il “simbolo della Medicina”.
Presso i Germani questa pianta era venerata e considerata sacra perché credevano che, durante i forti temporali, coloro che si fossero riparati sotto questo arbusto sarebbero stati protetti dai fulmini. Il nocciolo ha la stessa simbologia presente nella nostra cultura mediterranea: un albero benedetto, di buon augurio, salvifico dai fulmini. Una credenza popolare che si perde nel tempo.
Tralasciamo la simbologia medica e le credenze popolari. Qual è il suo impiego oggi in Medicina Naturale? Sono le gemme, la materia prima, per le loro proprietà contrastanti la sclerosi del tessuto connettivo dei polmoni e del fegato vantano inoltre un’azione eritropoietica: stimolano il midollo a produrre globuli rossi (solo però nei soggetti che hanno perso sangue) e tendono a ridurre la formazione dei trombi (trombofilia).
Personalmente ho trovato queste gemme di nocciolo molto utili, come coadiuvanti naturali, nella fibrosi polmonare dovuta allo sviluppo del tessuto connettivo (fibroblasti e collagene) nel parenchima polmonare. Sia essa localizzata o generalizzata. Nelle forme secondarie locali quale seguela di un focolaio polmonare infiammatorio (tubercolotico o silicatico), con un aspetto trabecolare o reticolare all’Rx del torace. Persino nelle fibrosi polmonare interstiziale diffusa, sempre come coadiuvante.
Per non parlare poi delle fibrosi polmonari, non primitive (acute, subacute,croniche) e alle assai più frequenti forme secondarie: infettive, collagenasi, pneumoconiosi, reticolo–endoteliosi, provocate dall’ossigenoterapia, dalle reazioni di ipersensibilità, dopo radioterapia, inalazioni di vapori tossici.
Il gemmoterapico del nocciolo Corylus avellana MG 1 DH 50 gtt due volte al giorno, 15 minuti prima dei pasti, è utile nel prevenire tutte queste patologie secondarie di fibrosi polmonare interstiziale diffusa. E’ più efficace in via profilattica ma, come coadiuvante, è bene utilizzarlo anche in terapia. Che sia eccellente anche nelle sclerosi connettivali epatiche, come rimedio coadiuvante, persino nella cirrosi epatica e nelle epatopatie croniche?
Il Corylus avellana gemme (Piterà F. Compendio di Gemmoterapia Clinica 2004). L’organospecificità di Corynus avellana gemme è anche rivolta al tessuto parenchimale epatico coinvolgendo vari metabolismi.
1.metabolismo proteico: aumenta le albumine, normalizza i valori delle beta e delle gammaglobuline.
2.metabolismo lipidico elipoproteico; riduce le lipoproteine, il colesterolo totale ed aumenta quella esterificato
3.metabolismo nucleo proteico: riduce i livelli di acido urico
4.nella coagulazione: normalizza la trombofilia totale media.
Prescrizione: Corylus avellana gemme Mac. Glic. 1 DH 50 gtt due volte al giorno, 15 minuti prima dei pasti. Nelle epatopatie croniche, sempre come rimedio complementare, associato ai farmaci convenzionali può essere alternato con il Rosmarinus officinalis (stessa posologia) che vanta un tropismo elettivo sulle vie biliari e, anche le sue gemme, sperimentalmente tendono a normalizzare il profilo proteico e lipidico in quanto sono epatoprotettive. Il gemmoterapico è pertanto sinergico con le gemme del nocciolo.
Associazione terapeutica: Corylus avellana MG 1 DH 50 gtt 15 minuti prima di pranzo; Rosmarinus officinale MG 1 DH 50 gtt, 15 min prima di cena. Nell’epatopatia alcolica, non severa, senza complicanze tipiche della cirrosi (emorragie esofago–gastriche,ascite, encefalopatia portocava, peritonite batterica spontanea) preferisco associarlo al fitoterapico Cardus marianus ( o Silybum marianus).
Associazione terapeutica: Corylus avellana 50 gtt MG 1 DH prima di colazione; Cardus Marianus: estratto secco una cps (50 mg) dopo pranzo e cena.
di Aldo Ercoli


































































