Coronavirus: focolaio in un allevamento di visoni

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allevamento visoni

La notizia arriva con mesi di ritardo. LAV: “Che l’attività di allevamento di visoni per farne pellicce venga bandita con la massima urgenza”

La notizia è stata diffusa in queste ore dalla LAV e riguarda dei test diagnostici eseguiti ad agosto in un allevamento italiano, probabilmente in Lombardia: anche nel nostro paese, come nel resto d’Europa, queste strutture rappresentano pericolosi focolai di infezione da Coronavirus e le associazioni animaliste ne chiedono la chiusura con la massima urgenza.

Scoperto un focolaio di Covid-19 all’interno di un allevamento di visoni destinati alla produzione di pelliccia: la notizia, diffusa dalla LAV, che rivela di aver ottenuto questa informazione dopo numerose e pressanti insistenze per accedere agli atti al Ministero della Salute, al Comitato Tecnico Scientifico, alle Regioni e all’IZS (della Lombardia ed Emilia Romagna). Il risultato riguarda due campioni prelevati ad agosto dai visoni di uno stesso allevamento, anche se per ora non è chiaro di quale Comune o Provincia. Dalle informazioni acquisite si presume che l’allevamento focolaio sia localizzato in Lombardia, dove sono presenti 2 strutture in provincia di Cremona e 1 in provincia di Brescia, per un totale di quasi 40.000 visoni.

Allevamenti di visoni: perché sono un pericolo? La risposta, qui

“Grave e irresponsabile silenzio e inerzia delle Autorità sanitarie per non avere dato notizia di visoni infetti da SARS-CoV-2 in allevamento e scoperti già ad agosto. Invece di avviare un rigoroso screening con test diagnostici in tutti gli allevamenti di visoni in Italia, anche dopo conclamati casi di positività, il Ministero della Salute (e le Regioni) hanno continuato a limitarsi all’osservazione clinica pur sapendo che i visoni, come le persone, possono essere asintomatici”.
Simone Pavesi, Responsabile LAV Area Moda Animal Free