Cop 27: quanto costa la sostenibilità

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A Sharm el Sheikh il vertice dei leader, per l’Italia Giorgia Moloni.

L’utilizzo del jet privato per raggiungere l’Egitto dove si sta svolgendo in questi giorni COP 27( ovvero conferenza delle parti) è solo uno dei paradossi di un epoca in cui chi promuove il risparmio energetico, esorta i cittadini alla rinuncia: sopportare il freddo, consumare meno e tante altre pratiche virtuose, in sintesi un modo sostenibile di vivere, non rinuncia alle comodità, conducendo uno stile di vita altamente inquinante. Dunque predicano bene e razzolano male!

COP. 27: è un incontro tra i leader mondiali per discutere sul cambiamento climatico e su come combatterlo, fino al 18 novembre, a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Anche per questa 27esima sessione della conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, i capi di stato per raggiungere la location hanno viaggiato in jet privato. Almeno 40 jet in arrivo a Sharm el-Sheikh finora, molti dei quali provenienti da Usa oppure Europa. Una scelta legata alla questione sicurezza anziché un vezzo, ma rispetto ai voli di linea: quanto costa, quanto inquina? Inquinano il doppio a livello di emissioni climalteranti rispetto ai classici voli di linea con cui sarebbe stato possibile raggiungere la Conferenza.  – rimarcano anche alcuni attivisti ambientali.

Altro paradosso è la presenza alla conferenza dei vertici delle aziende maggiormente responsabili dell’ inquinamento del pianeta. Se da una parte la presenza si ritiene funzionale in quanto dovrebbero essere i primi chiamati al cambiamento, restano i dubbi sul loro ruolo. Una curiosità: Coca Cola tra i sponsor dell’evento.

Che “i super ricchi inquinano un milione di volte” è la denuncia contenuta nel report di Oxfam alla vigilia della conferenza, il dossier getta luce sull’abnorme quantità di emissioni associate agli investimenti di 125 miliardari in 183 tra le più grandi aziende del mondo, in cui detengono complessivamente una partecipazione azionaria per un controvalore pari a 2.400 miliardi di dollari.

Il fatto che pochi miliardari siano responsabili di un livello di emissioni pari a quello di interi Paesi descrive un mondo sempre più disuguale, in cui una ristretta élite ha il potere di decidere le sorti del pianeta. – ha detto Francesco Petrelli, policy advisor di Oxfam Italia – Una responsabilità raramente discussa o presa in considerazione nella definizione delle politiche di contrasto alla crisi climatica. Il livello di emissioni prodotte con il loro stile di vita, fatto di jet e mega yacht privati, è già di per sé migliaia di volte superiore a quello di un normale cittadino, ma quando prendiamo in considerazione gli effetti dei loro investimenti siamo all’incredibile”.
E ancora si legge sul sito: L’odierna analisi di Oxfam evidenzia come i miliardari nel campione esaminato abbiano destinato in media il 14% dei loro investimenti in settori inquinanti come il comparto energetico fossile o l’industria del cemento. Si tratta del doppio della media dei loro investimenti nelle società che compongono l’indice Standard and Poor 500. Solo un miliardario nel campione preso in esame nel report ha investito in una società di energia rinnovabile. Visita il sito

“Invito tutti i governi del mondo a tassare i profitti extra delle multinazioni dei combustibili fossili: destiniamo quel denaro a chi sta soffrendo le conseguenze della crisi energetica e alimentare mondiale e alle comunità alle prese con le perdite e i danni causati dal cambiamento climatico”. Queste le parole del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres nel corso del suo intervento al secondo giorno della Conferenza.

Infine, la conferenza 2022 è stata definita insostenibile: acqua e cibo a prezzi altissimi, come la libertà di parola, accessibili solo ai potenti.