Convento di Trinità dei Monti

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ANAMORFOSI DEL CONVENTO DI TRINITA’ DEI MONTI

CHE DIVIENE SCENARIO TEATRALE

Per un attimo soltanto voltiamo le spalle a Piazza di Spagna per ritrovarci vis-à-vis con il Convento di Trinità dei Monti.  Uno dei luoghi più suggestivi di Roma è la cima della famosa scalinata di Trinità dei Monti, da cui si può godere della meravigliosa vista di Piazza di Spagna, con al centro la sua simbolica Fontana della Barcaccia di Pietro Bernini. In cima a questa scalinata il visitatore si trova in un punto strategico, in cui è letteralmente circondato da alcune delle curiosità più interessanti che Roma custodisce.

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Convento di Trinità dei Monti

In origine, ciò che collegava il Convento con la Piazza era solo una pendio ricco di alberi, da cui, durante i periodi di pioggia, precipitavano acqua e fango, andando a rovinare la piazza e la Barcaccia: il 1723 è la data che segna l’apertura dei cantieri per la costruzione dell’iconica scalinata, idea nata dall’Ambasciata francese, che aveva la sua sede non lontana dalla Convento. I progetti presentati furono moltissimi, fino ad arrivare al 1717, quando Papa Clemente XI (Urbino, 1649 – Roma, 1721), a seguito di lunghe considerazioni, affida l’incarico all’architetto Francesco De Sanctis (1679-1731). Nel 1726 si concludono i lavori della Scalinata di Trinità dei Monti, dando l’impressione che Piazza di Spagna si sviluppi su più piani, come un palcoscenico. Si rinuncia al progetto originario del Bernini, che consisteva nella creazione di due rampe laterali che avrebbero consentito il passaggio di cavalli e carrozze, rendendo l’intera struttura non idonea agli accordi presi tra il Papa e i francesi. Al loro posto De Sanctis edifica due palazzetti simmetrici per ogni lato che stringono leggermente i fianchi della Scalinata, sui quali sono riportati degli omaggi all’Ambasciata francese committente, come i gigli sulle cornici delle finestre. È importante notare che mentre la prima rampa ha dei gradini più alti, quelli della terza sono più bassi, questo dislivello contribuisce a far apparire la Scalinata più breve, sia guardandola dall’alto che dal basso. L’architetto dunque ha utilizzato accorgimenti per far sì che, chi affronta la salita, arrivato all’ultima rampa si trovi aiutato nel movimento grazie all’andamento più dolce dei gradini.

La Scalinata ci accompagna al Convento di Trinità dei Monti, una chiesa che, a prima vista appare come una tra le tante meravigliose chiese romane; tuttavia proprio come ognuna di loro, conserva un piccolo segreto, che la rende unica, un fenomeno conosciuto come l’Anamorfosi del Convento di Trinità dei Monti, costruito tra il 1530 e il 1550 per l’Ordine dei Minimi, sorto intorno al 1400 per opera di Francesco da Paola (1416-1507), eremita e religioso italiano, la cui vita è stata ricca di avvenimenti miracolosi. Proprio i componenti di quest’Ordine hanno disegnato degli affreschi servendosi della tecnica dell’anamorfosi: l’etimologia della parola deriva dal greco antico e significa “formare di nuovo”, si ha dunque la rappresentazione di una scena in deformazione prospettica, in modo tale che la visione corretta possa avvenire solo da un determinato punto di vista, che non è mai quello frontale, si hanno due immagini diverse a seconda dei punti di osservazione.

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Le immagini sono state realizzate da due scienziati appartenenti all’ordine: Emmanuel Maignan (fisico e teologo francese. 1601-1676) e Jean François Niceron (professore di matematica e scienziato francese. 1613-1646). L’immagine realizzata dal primo raffigura un paesaggio cupo e in degrado, che muta nella figura del santo e padre fondatore Francesco da Paola intento nella meditazione e nella preghiera; l’anamorfosi del secondo rappresenta San Giovanni Evangelista concentrato nella stesura dell’Apocalisse, tuttavia, cambiando punto di vista, il profilo del Santo si trasforma immediatamente in un paesaggio, che, dopo numerosi studi, è stato identificato con l’isola di Pathmos, il luogo di esilio di San Giovanni. Padre Maignan, inoltre, è autore del geniale Astrolabio Catottrico (dal greco antico “astrolàbos”, “astron” “stella” e “lambàno” “prendere”, “carpitore di stelle”), un orologio solare con un quadrante a riflessione, che consente di vedere e conoscere gli orari esatti di tutte le parti del mondo, inoltre indica la posizione esatta di tutte le stelle, i pianeti, gli astri grazie alla luce che entra dalle finestre. Nel Convento di Trinità dei Monti è raffigurato solo una porzione di cielo, quella che va dallo Zenit di Roma all’orizzonte, quindi rimane tra i punti in cui il Sole sorge e tramonta.

In conclusione, in questo angolo di Roma ci troviamo completamente immersi in quello che sembra essere un immenso allestimento teatrale.

Flavia De Michetti