COME CAMBIA L’HABITAT DI LADISPOLI E CERVETERI

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GRANCHI ALIENI ALLA PALUDE, I PAPPAGALLI NEI PARCHI E I CINGHIALI SUL LUNGOMARE.

A Ladispoli è nato il primo granchio blu. Da un anno i cinghiali hanno preso possesso della riserva naturale di Torre Flavia e del lungomare etrusco. Tanto che gli incontri ravvicinati con gli adulti a passeggio sono all’ordine del giorno. E poi ci sono i coloratissimi pappagalli che hanno colonizzato giardini, parchi pubblici e chiome degli alberi spodestando i piccioni. Non è una puntata di Quark girata in qualche posto esotico ma è semplicemente la nuova realtà faunistica del litorale nord. E la notizia del granchio “alieno” in miniatura non è che sia stata presa con entusiasmo da chi ha a cuore le sorti dell’habitat naturale della palude di Torre Flavia. Questo perché presto potrebbero schiudersi le uova di altri esemplari. Sono stati classificati come alieni e in grado perciò di creare danni all’ecosistema, essendo piuttosto voraci come predatori e attaccando i pesci, i girini e gli invertebrati. A recuperarlo, nei giorni scorsi, la volontaria Carlotta Mentonelli. Scatta l’Sos.

«Non era mai stato rilevato prima a Torre Flavia e forse su gran parte del litorale – ammette Corrado Battisti, gestore della palude per conto di Città Metropolitana – e probabilmente si tratta di un giovane nato dalle uova che sono state deposte nel periodo estivo. Continueremo a monitorare la situazione giorno dopo giorno. È un fatto rilevante dal punto di vista scientifico».

I granchi colorati di blu a questo punto potrebbero anche colonizzare la costa in un breve – medio periodo e con le chele che posseggono divorare gli altri granchi, o i pesci, rischiando così di prevaricare e scalare la catena alimentare.

La colpa di questa sorta di emigrazione per Legambiente, intervenuta in estate con un comunicato ufficiale, deve essere rintracciata soprattutto «nell’aumento della temperatura delle nostre acque». A luglio e agosto scorso numerosi esemplari erano già apparsi sulle spiagge di Ladispoli, poi però anche a Fiumicino, Ostia e Santa Marinella. Un mese fa un granchietto è stato notato sulle sponde del fiume Sanguinara. «In genere – è quanto detto tempo fa da Massimiliano Scalici, docente del dipartimento di Scienze all’università di Roma Tre – i maschi si avventurano più nell’entroterra per non sovrapporsi alle femmine che rimangono più sulla costa in cerca di cibo, quindi per questioni alimentari. Siamo di fronte ad uno scenario nuovo».

Ma come fronteggiare allora una possibile invasione? Complicato secondo il giudizio degli studiosi visto che i granchi blu si sono adattati e vengono dal mare. Impossibile nemmeno contrastare i pappagalli. Due le specie presenti: i Parrocchetti Monaci e quelli dal Collare. Fatto sta che in questi anni hanno creato grandi nidi coloniali, lunghi fino a due metri, sui cedri del libano ma anche su abeti e pini. Sono molto gregari, tendono a scacciare uccelli come picchi e piccioni. Sono in grado di attaccare le coltivazioni e distruggere frutteti, in particolare sono ghiotti di fichi, cachi, uva e ciliegie. L’aumento costante di pappagalli è destinato quindi a provocare cambiamenti nell’ecosistema e nello stesso tempo ad angosciare gli agricoltori. Dei cinghiali si è parlato già tanto in queste ultime settimana. Ne sono stati censiti una quarantina e spesso si rischiano incidenti in via Fontana Morella e viale Adriatico. L’impressione è che la situazione sia ormai sfuggita di mano e le istituzioni continuano a restare immobili.