COME GARBALDI GIOCO’ IL “CAN BORBONE”.
Lo racconta il regista Roberto Andò ne “L’abbaglio”, arrivato in questi giorni in sala. Tre interpreti, dai registri completamente diversi, fanno la magia del film: Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone, impegnati nella storica impresa dei Mille.
di Barbara Civinini

Roberto Andò, palermitano di nascita, è tornato nella sua Sicilia per raccontare un particolare di una vicenda storica reale, ma rielaborata dalla fantasia: l’impresa dei Mille. Si tratta di una vicenda che è rimasta a lungo nell’ombra, spiega il regista. Suscitò anche l’interesse di Leonardo Sciascia, che nel 1963 gli dedicò un racconto dal titolo “Il silenzio”, rimasto inedito e solo di recente dato alle stampe da Adelphi nella raccolta postuma “Il fuoco nel mare”.
È un film sui paradossi della storia, dove si mescolano comicità e dramma, e dove ritornano i tre grandi interpreti del suo film precedente, “La stranezza”: Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone.
“Un’occasione per ricostruire un episodio poco noto della nostra storia minima, illuminante per vedere i chiaroscuri e le contraddizioni di quella grande”, spiega. “Una vicenda esemplare ambientata in una Sicilia che ancora una volta si rivela lo scenario di un’identità inquieta e sfuggente, bilanciata tra il desiderio di giustizia e la mistificazione, con un finale ambientato in un luogo che collega il passato al presente”, dice. Insomma, si tratta di un film sul carattere degli italiani: furbi, appassionati, generosi, opportunisti, coraggiosi, individualisti, cinici, idealisti. La vicenda, quella ufficiale, la conosciamo tutti.

1860. Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani e dei suoi fedelissimi. A Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la superiorità numerica. La breccia su Palermo pare impossibile, quando Garibaldi affida al colonnello Vincenzo Giordano Orsini (Servillo), discendente di un’antica famiglia aristocratica, un’abile manovra diversiva: una sparuta colonna di feriti con pochi militi deve fa credere a Jean Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito regio, che il generale stia battendo in ritirata. Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile. Tra i tanti reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò (Ficarra), artificiere tutto fare che vuole tornare nella sua terra per comprare un terreno dove costruire una casa per vivere insieme alla donna amata e Rosario Spitale (Picone), illusionista emigrato al Nord, che s’imbarca nell’impresa per evitare l’arresto per truffa. Due cialtroni che alla fine dell’avventura troveranno una nuova dignità. Si tratta di un film, spesso recitato in dialetto, sui paradossi della grande storia, dove si mescolano comicità e dramma, utile anche ai giovani per riordinare le idee sull’unità d’Italia.
“L’abbaglio” alla fine di gennaio sarà al centro del confronto tra i protagonisti e gli studenti nell’evento live trasmesso nei cinema di tutto il Paese subito dopo la sua proiezione. Il film, presentato in anteprima a Cannes, è una produzione Tramp Limited e Bibi Film con Rai Cinema e Medusa Film, realizzato in collaborazione con Netflix.
DIDE
Locandina verticale del film
Locandina orizzontale del film
Salvo Ficarra e Valentino Picone sono Domenico Tricò e Rosario Spitale – 01 Distribution
Toni Servillo interpreta il colonnello Vincenzo Giordano Orsini – 01 Distribution
Tommaso Ragno presta il volto all’Eroe dei Due Mondi – 01 Distribution
Una scena del film che rievoca l’impresa dei Mille – 01 Distribution
Pascal Greggory interpreta il comandante svizzero dell’esercito regio – 01 Distribution