“Cerveteri non è zona sismica, ma occhi sempre aperti”

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Nostra inchiesta sui pericoli che potrebbe correre il litorale  in caso di forti scosse di terremoto. iniziamo con Cerveteridi Giovanni Zucconi

In questi giorni segnati dalla tragedia del terremoto che ha sconvolto il centro Italia, ci siamo spesso domandati quali siano i rischi che può effettivamente correre la popolazione di Cerveteri e Ladispoli in caso di calamità naturale, e quale sia il grado di preparazione della Protezione Civile dei nostri due Comuni. Per rispondere a queste domande, abbiamo intervistato i due responsabili della Protezione Civile di Cerveteri e di Ladispoli. Cominceremo oggi con il comandante Marco Scarpellini, il responsabile della Protezione Civile di Cerveteri. La prossima settimana ascolteremo il parere del maggiore Sergio Blasi, comandante della polizia locale di Ladispoli.

Comandante Scarpellini, il Comune di Cerveteri è preparato per fronteggiare una grave emergenza?

“Noi siamo sicuramente preparati, ma non possiamo mai dire di esserlo abbastanza. Fortunatamente, nel nostro territorio, non abbiamo le gravi criticità che ci sono in altre zone d’Italia, soprattutto per quanto riguarda i terremoti. Infatti, se consideriamo il rischio simico, Cerveteri e Ladispoli sono posti nell’ultima fascia, quella con meno rischi per la popolazione.“

Quindi noi non abbiamo un piano di emergenza per i terremoti

“Per legge, anche se non siamo in una zona sismica, abbiamo comunque l’obbligo di redigere un piano per la gestione del rischio sismico.”

E’ prevista una simulazione o un’esercitazione per provare questo piano?

“Noi facciamo regolarmente delle simulazioni e delle esercitazioni. Naturalmente non sprechiamo tempo per un rischio che è praticamente nullo. Abbiamo fatto esercitazioni e simulazioni per il rischio di frana. L’abbiamo fatto per il rischio idraulico a Cerenova e Campo di mare. Fare esercitazioni sul territorio di Cerveteri anche per il rischio sismico sarebbe stato uno spreco di risorse.”

Quale è il rischio più importante nel Comune di Cerveteri?

“Il rischio idraulico è quello che ci assilla più degli altri. Le forti piogge possono creare dei rischi in determinate zone del comune di Cerveteri: per esempio il Tyrsenia e la zona di Cerenova. Ma in tutto il nostro Comune, a macchia di leopardo, molte zone possono essere interessate da queste alluvioni, senza che ci possa essere una reale possibilità di prevenirle.”

Per questo rischio noi siamo pronti a fronteggiare la maggior parte delle emergenze?

“Si. Abbiamo pompe idrovore, personale specializzato e volontari a sufficienza. E abbiamo il piano per contrastare queste emergenze. Ma se il fenomeno assumesse dimensioni tali da coinvolgere una buona parte del territorio del Comune, come è successo nel 2003 e nel 2015, quando abbiamo dovuto dichiarare lo stato di emergenza, noi dovremmo chiedere aiuto alla Regione.”

Abbiamo altri rischi importanti?

“Noi abbiamo due zone critiche per quanto riguarda il rischio degli incendi: a Valcanneto e a Statua. A Valcanneto c’è una vasta zona residenziale calata dentro un bosco. Se dovesse prendere fuoco il bosco, la zona andrebbe subito evacuata. Per tutte queste evenienze, abbiamo acquistato delle tende che ci permetteranno di ospitare temporaneamente i cittadini allontanati dalle loro case.”

Abbiamo anche delle tende?

“Si, e le abbiamo messe a disposizione del Comune di Amatrice subito dopo il terremoto. Noi, come gruppo comunale di Cerveteri, abbiamo gestito direttamente una tendopoli ad Amatrice, pur non avendo mai avuto un’esperienza simile.”

Quindi adesso abbiamo le strutture sufficienti, le conoscenze e l’esperienza per gestire una tendopoli, che potremo sfruttare quando e dove serve.

“Si, è così. Non va anche dimenticato che noi, da cinque anni, organizziamo un campo scuola della Protezione Civile per i ragazzi. Questo serve ai nostri volontari per testare l’attività di assistenza alle persone. Noi teniamo 25-30 ragazzi per una settimana, 24 ore su 24, in questo campo. Quella è una buona palestra.”

A Cerveteri, dopo il terremoto, sono state fatte delle verifiche sulle scuole e sugli edifici pubblici?

“E’ stato disposto, dall’Ufficio Tecnico, un giro di controllo, ma considerando la situazione è stato più uno scrupolo. Non era strettamente necessario.”

Non c’è nessuna nostra struttura pubblica che sia a rischio di qualsiasi tipo.

“No. Non ci sono situazioni di rischio particolare. Le nostre scuole sono di costruzione abbastanza recente”.

Sono antisismiche?

“Non è necessario che lo siano. Non siamo in territorio sismico.  Come le dicevo, Cerveteri e Ladispoli si trovano in un area classificata con il più basso rischio sismico”.

Chi mette a disposizione le risorse per la Protezione Civile di Cerveteri?

“Le risorse bisogna trovarle nei bilanci dei Comuni. Oltre a quello che mette a disposizione il Comune, c’è anche la possibilità di accedere a delle risorse regionali. Questi fondi premiano la qualità e la quantità degli interventi svolti dalle vare Protezioni Civili comunali, e l’attitudine ad operare fuori del proprio territorio.”

Le varie Amministrazioni, come si sono comportate con la Protezione Civile?

“Per Cerveteri, come per gli altri Comuni, non è una questione di colore dell’Amministrazione. Purtroppo la Protezione Civile è una tematica che interessa solo quando c’è un’emergenza e ci sono dei morti. Ma la Protezione Civile bisogna costruirla “in tempo di pace”. Le risorse, le attrezzature, i corsi di formazione, i mezzi, le attività, vanno previste prima delle emergenze. Purtroppo non c’è una sensibilità sufficiente per questo tema. Quando si spegneranno i riflettori dei media, nel giro di qualche settimana, tutto verrà dimenticato, e noi ritorneremo ad avere un basso grado di attenzione.”

Quale cifra è prevista per la Protezione Civile nel bilancio del Comune di Cerveteri?

“Credo intorno ai 100.000 – 150.000 euro. In questa somma sono comprese le manutenzioni dei mezzi, che sono 7-8 in questo momento: i carburanti, le revisioni e le assicurazioni. E’ compresa la gestione di circa 70-80 volontari: le loro assicurazioni, il vestiario, le dotazioni di sicurezza. Per le spese di investimento, che sono quelle che sono necessarie per andare avanti, rimane ben poco.”

Cosa chiede al Comune?

“Ogni anno cerchiamo di fare mettere in bilancio qualcosa per investire, per comprare un’attrezzatura nuova.”

Cosa servirebbe a voi per poter operare meglio?

“Quello che ci servirebbe, adesso è fuori portata dai bilanci del Comune: una sede operativa strategica della Protezione Civile, che possa diventare anche un elemento di aggregazione e di formazione per tutta la popolazione. Noi abbiamo come obiettivo che ogni cittadino possa essere un operatore di Protezione Civile.  Purtroppo con i tagli che ci sono stati al bilancio statale, dopo l’era Bertolaso che ha fatto dei danni gravissimi alla Protezione Civile, sono fortemente diminuiti i finanziamenti.”

Di quanti volontari disponete?

“Quello iscritti sono circa 80. Quelli sempre disponibili circa 25. Non sono moltissimi, ma bisogna fare le cose con quello che si ha a disposizione. Ci mancano soprattutto dei formatori, che vorremmo utilizzare ancora di più nelle scuole.”