C’ERANO UNA VOLTA I PINI… LA STRAGE SILENZIOSA CONTINUA

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A CERVETERI E LADISPOLI QUESTI ALBERI SARANNO SOLO UN DOLCE RICORDO.

Da piazza Prima Rosa, frazione di Campo di Mare all’Aurelia, nel tratto di Ladispoli. Le preoccupazioni sono tutte per i poveri pini martoriati e tagliati, molti a rischio per gli incendi di questi anni e l’incuria. La volontà di chi è competente – ormai lo si è capito da anni – è che questo tipo di alberi non ci sia più perché troppo complessi da gestire (radici comprese).

A Cerveteri il dibattito è entrato nel vivo per il cantiere infinito di piazza Prima Rosa che tanto sta facendo infuriare i residenti e i turisti costretti, in piena estate, a slalom tra polvere, lavori e operai. Un biglietto da visita pessimo anche perché gli interventi sono in netto ritardo osservando la tabella di marcia.

Tutto è stato addebitato ad un pino crollato recentemente, e ora di alberi “gemelli” ne sono stati abbattuti. Impazzano sui social le immagini dall’alto della piazza scheletrica con tutti gli arbusti a terra sull’asfalto come se fossero vittima di un bombardamento. Pure gli animalisti hanno protestato sostenendo che in questo periodo ci fossero i nidi, quindi si sarebbe trattato di una distruzione completa.

E si muove pure la classe politica. «Lo appureremo – anticipa Gianluca Paolacci, consigliere comunale di opposizione – perché sarebbe vietato tutto ciò da una normativa europea. È uno scandalo quello che sta avvenendo a Campo di Mare, un’intera frazione balneare ostaggio di questi lavori».

Il sindaco prova a giustificarsi. «Un’azione preventiva mirata, verificata e valutata con agronomi professionisti – così Elena Gubetti sulla demolizione dei pini – per contrastare la diffusione del parassita Toumeyella parvicornis, che sta causando danni gravissimi. In queste settimane, abbiamo cercato in ogni modo di evitare l’abbattimento delle alberature, attività che hanno richiesto tempo e indagini estremamente approfondite il cui esito purtroppo non ci ha lasciato alternative». Verranno sostituiti – aggiunge sempre il primo cittadino – da ulteriori 58 esemplari tra carrubo, corbezzoli, alloro e altri ancora.

LA STORIA. C’erano una volta i pini anche a Ladispoli. E l’allarme lo lancia il Pd. «Le ruspe sono entrate in azione al chilometro 38 dell’Aurelia di Ladispoli: ora sono a rischio gli altri pini». Non si tratta di alberi qualsiasi: sono quelli del celebre film “Il sorpasso”, uno dei cult della storia cinematografica italiana. Molti sono stati abbattuti perché a rischio crollo, altri distrutti dagli incendi innescati anni fa da piromani senza scrupoli.

La situazione è preoccupante, pure per le piante che finora si sono salvate. «I privati continuano a lavorare in questa zona a grande velocità – accusano i dem rappresentati in aula dai consiglieri comunali Crescenzo Paliotta e Silvia Marongiu – e, per le relative urbanizzazioni preparatorie per i nuovi centri commerciali, le ruspe stanno scavando proprio sotto i pini centenari e sotto tutela ambientale e paesaggistica. È evidente che l’eccessiva vicinanza agli alberi dello scavo ne va a pregiudicare la stabilità».

Il Partito democratico mette nero su bianco la propria protesta. «Questo è l’ennesimo attacco ad uno dei patrimoni naturalistici e storici della nostra città. Abbiamo segnalato quello che sta accadendo alle autorità competenti che dovrebbero controllare. In comune sindaco e assessori invece guardano con attenzione altrove».

L’amministrazione replica. «Non credo le ruspe si avvicinino così tanto – sostiene Marco Pierini, assessore ai Lavori pubblici – e poi per norma possono stare anche a cinque metri di distanza dalle radici senza creare alcun tipo di problema. La vedo più una battaglia politica. È doveroso ricordare poi che i pini sono piante che purtroppo si avviano verso la fine biologica e lo dimostrano anche le perizie eseguite dagli agronomi. In quel tratto della statale poi molti alberi sono stati già rimossi proprio per un discorso di sicurezza per gli automobilisti e credo che varrà anche per gli altri nei prossimi anni».

I ladispolani sono molto affezionati a questi alberi resi celebri dal film di Dino Risi del 1962, uno spaccato su un’epoca incentrata sulla ripresa economica, con Vittorio Gassman (Bruno Cortona) e Jean Louis Trintignant (Roberto Mariani) in fuga dalla città in piena estate girovagando in auto, nel loro caso con la Spider B24, senza una meta precisa. Era un ferragosto speciale sinonimo di libertà e spensieratezza. Nel raggio di due chilometri furono girati vari capolavori e tutti differenti l’uno dall’altro, a cominciare da “L’Uomo dalla croce” di Rossellini. Il set fu organizzato nelle campagne intorno al Castellaccio dei Monteroni. Umberto D invece, film del 1952 con regista Vittorio De Sica, a ridosso della stazione di Palo e del vecchio passaggio a livello.