AUMENTANO I CASI DI SOCCORSO A PERSONA ANCHE CON L’AUSILIO DEGLI ELICOTTERI.
L’Sos che parte di continuo alla sala operativa dei vigili del fuoco e al 112 per interventi di recupero alle Cascatelle di Cerveteri, fortunatamente con il lieto fine come nelle precedenti occasioni. L’ultimo caso di un 50enne di cui si erano perse le tracce per oltre 4 ore. Ad attivarsi i carabinieri, i pompieri di Bracciano e Cerenova e pure il soccorso aereo con l’elicottero “Drago” dei vigili del fuoco pronto a perlustrare l’intera boscaglia etrusca.
Alla fine l’uomo è stato individuato e recuperato con il verricello. Di operazioni salvataggio però non se ne contano più nella boscaglia cerite, sempre più meta di turisti. Il penultimo episodio il 4 maggio scorso quando a perdersi nella stessa zona era stato un 42enne ritrovato oltre 7 ore dopo, quindi all’alba, in prossimità di un campo di grano. Altri due casi nel 2025 e poi persino una poliziotta a ottobre del 2024 recuperata all’indomani dopo le ricerche avviate con elicottero e droni. Un salvataggio dietro l’altro con un impegno importante di uomini, mezzi e soldi.
«È stato condotto uno studio approfondito – puntualizza Gabriele Fargnoli, caposede dei vigili del fuoco di Cerenova – dal nucleo operativo Tas (Topografia Applicata al Soccorso), con il supporto dei nuclei Sapr e Saf. Sono stati mappati sentieri e percorsi di varia difficoltà individuando i punti critici dove spesso si verificano smarrimenti. Le operazioni sono aumentate in questo ultimo anno, abitanti e forestieri devono rendersi conto che parliamo di una parte di territorio esteso in cui si può perdere l’orientamento se non si è pratici».
Le Cascatelle sono assediate da residenti e turisti ma nascondono insidie. Il bosco è immenso, è sufficiente considerare che solo un anello del percorso di San Giuliano misura 12 chilometri. Nella parte superiore la folta vegetazione impedisce una visuale ampia e considerando che fa buio prima, ci si può perdere e, peggio, farsi prendere dal panico allontanandosi ancora di più. Da tempo i cittadini invocano interventi di sicurezza in un’area che continua a calamitare sportivi in trekking, ciclisti e famiglie con i loro bambini.
«Una segnaletica più diffusa aiuterebbe – sostiene Mattia Sgalippa, esperta guida in quad – ma è anche vero che spesso notiamo molta gente impreparata che si avventura in posti sconosciuti senza borracce, con le scarpe da ginnastica e non con un’adeguata attrezzatura. Li chiamiamo gli escursionisti della domenica. In estate c’è chi arriva alle 19 ma è pericolosissimo e laddove possiamo invitiamo i fruitori a fare attenzione e a tornare indietro».
Nasce un caso politico. «Al netto di qualche sprovveduto – interviene Gianluca Paolacci, consigliere comunale -, è evidente l’assoluta carenza di segnaletica per chi fa trekking e per chi vuole godersi il territorio. Significa che non c’è programmazione ».
Replica il sindaco. «Ci siamo già sentiti con Polizia locale e Protezione civile – dice Elena Gubetti – per capire dove intervenire, ma è una zona troppo ampia e servirebbero chissà quanti cartelli».