CARCIOFI: NON SI TROVANO BRACCIANTI PER RACCOGLIERLI

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CARCIOFI: NON TUTTI GLI AGRICOLTORI POSSONO PERMETTERSI LAVORATORI E COSÌ CI SI AFFIDA A PARENTI E AMICI

Carciofi. I preparativi fervono nella piazza principale per l’attesissima 70° Sagra prevista dal 14 al 16 aprile prossimo. La raccolta degli ortaggi però scarseggia nelle campagne con uno scenario insolito rispetto al passato: non si trovano più braccianti.

Gli imprenditori agricoli del territorio non avevano mai fatto i conti con un problema simile, ovvero la penuria di braccia all’agricoltura. Un allarme lanciato da piccole e grandi aziende del litorale nord. «Non riusciamo a trovare più personale», è lo sfogo di Bruno. «Anche pagando in regola e aggiungendo i contributi, in campagna praticamente non ci vuole lavorare più nessuno», è quanto sostenuto da Dino sui social dove il dibattito inizia a crescere tra chi punta il dito contro le paghe basse e chi continua a prendersela con il Reddito di cittadinanza che di fatto, un po’ come avviene in altri settori, complicherebbe la ricerca di “manovalanza”. A Ladispoli negli scorsi anni questo compito spettava principalmente ai cittadini indiani e romeni ma qualcosa si è inceppato.

Carciofi, chi li raccoglie?

Le motivazioni di una manodopera tutt’altro che fiorente sarebbero molteplici. I romeni comunitari ormai sono in via d’estinzioni nelle campagne dove il lavoro spesso è solo stagionale. Altri settori sarebbero più fiorenti, come l’edilizia ad esempio. Poi ci sono gli asiatici, molti dei quali tornati nel loro Paese durante l’emergenza sanitaria: non hanno più messo piede sul litorale. Tante sfaccettature di una crisi irrisolvibile perché tanti altri rimasti non sarebbero però in regola per essere arruolabili. Di fatto dovrebbero essere regolarizzati per evitare controlli e sanzioni ai rispettivi proprietari terrieri. Mentre i campi restano pieni zeppi di carciofi. «Purtroppo si parla poco di questo fenomeno – interviene Roberto Seri, storico agricoltore ladispolano dei Monteroni – magari ora perché ritorna la Sagra dopo tanto tempo. Il decreto Flussi per i cittadini non comunitari a mio avviso è troppo farraginoso. Provate ad addentrarvi nel sistema dei voucher o del “click day” per scoprire come funziona. Nelle nostre campagne mettere in regola un lavoratore prevede un iter lungo e complicato e anche dispendioso dal punto di vista economico. Ci sono ragazzi ancora senza documenti che potrebbero anche dare una mano nella raccolta ma non sono ancora arruolabili. Prenderli in “nero”, ovviamente, ti espone a rischi e denunce penali».

C’è magari chi invece rischia ugualmente (concedendo 50 euro al giorno ma anche di più al singolo lavoratore) perché non può permettersi di pagare una marea di contributi, dimostrare l’idoneità alloggiativa ma questi sono altri discorsi. E la crisi di braccianti ovviamente non riguarda solo le piantagioni di carciofi ma qualsiasi altro raccolto. Quale soluzione allora per non rischiare multe o per non sborsare fiori di quattrini per contratti stagionali? Semplice, arruolare amici e parenti per la raccolta nei campi.

«La manodopera è scarsa – parla anche Angelo Leccesi, produttore ladispolano – come del resto in tutta Italia. Magari per sopperire si chiede uno sforzo in più al lavoratore in regola che spesso rimane fino a tarda sera sui campi. Bisogna adeguarsi, ma alla fine i carciofi verranno raccolti e sono anche buoni». Nessun dubbio sulla qualità, una risposta anche a chi aveva timore che il clima troppo caldo avesse in qualche modo anticipato l’uscita delle piante.

Niente a Ladispoli a questo punto può fermare la tradizionale Sagra del Carciofo giunta a soffiare le sue 70 candeline. Un evento a cui i ladispolani tengono particolarmente, ancor di più dopo essere saltato per tre anni di fila per via dell’emergenza sanitaria.